LA MEMORIA. Si occupa della religiosità popolare nella Valle del Salso. Le storie e le tradizioni vanno salvaguardate
Nuovo lavoro, prossimo alle stampe, a firma dello studioso sommatinese Filippo Falcone sulla religiosità popolare nell’area zolfifera del Salso. Si tratta di un ampio volume, che nella vecchia tradizione storiografica siciliana si sarebbe potuto ascrivere a un lavoro di “eruditismo” (termine ormai desueto che sta ad indicare la sterminata ricerca delle fonti archivistiche e documentali), che faceva capo a studiosi siciliani del passato come Tommaso Fazello, Vito Amico, Rocco Pirri…
Si tratta infatti di un lavoro complesso e articolato dal titolo Pietas e Comunità nel quale Falcone – che ricordiamo dal 2014 dirige il semestrale “Studi Storici Siciliani”, con sede a Gangi – ricostruisce con dovizia di particolari l’evoluzione religiosa e la “Pietà” popolare dell’area zolfifera del centro Sicilia, con particolare riferimento al suo paese di appartenenza.
Lo fa avendo consultato migliaia di documenti, dal Seicento al Novecento, alcuni dei quali in lingua latina, dagli Archivi di Stato di Caltanissetta e Palermo (in quest’ultimo è stato consultato il Fondo dei principi di Trabia), dagli Archivi Diocesani di Caltanissetta ed Agrigento, di varie biblioteche siciliane, nonché diverse decine di antichi libri di religiosità popolare, a partire dal famoso testo di Filippo Orioles Il riscatto di Adamo, edito a Palermo nel 1750, al quale ancora oggi si fa riferimento per molte delle rappresentazioni della Settimana Santa in Sicilia.
«Con la presente pubblicazione – scrive Filippo Falcone nella sua premessa – si spera di dare un contributo alla ricostruzione e alla salvaguardia della storia e delle tradizioni religiose delle nostre Comunità. Le storie e le tradizioni, che in passato si tramandavano nello scorrere della ciclicità del tempo, oggi, nel frenetico mutare delle epoche, sembrano sempre più destinate a cadere nell’oblio».
«Il proposito, nel caso di questo libro, è quello di ricostruire quella parte, certo di un ben più ampio mosaico, costituito dalla “Pietas” e dalla religiosità popolare, tra Seicento e Novecento, nell’area zolfifera del Salso – prosegue lo storico Falcone -. Come scrive il compianto mons. Cataldo Naro, il termine “Pietà” per noi cristiani assume il significato di “religione vissuta nella trama quotidiana dell’esistenza personale, familiare e collettiva. Religione concretamente vissuta, fatta dunque di pratiche e di formule, espressioni di pietà, cioè di amore verso Dio”. Una Pietà popolare che, specie nel passato, ha accompagnato i nostri antenati in ogni loro ora del giorno ed in ogni circostanza della vita, manifestata in maniera semplice e sincera nella loro cultura popolare».
«La fede religiosa nelle nostre Comunità – come nel resto dell’Isola – ha incarnato in sé, e tramandato nei secoli, elementi di ritualità che, via via, si sono trasformati anche in vere e proprie tradizioni, usi, costumi di popolo – conclude -. Anche questi elementi vanno preziosamente custoditi nella memoria collettiva e tramandati nel tempo. Si spera, dunque, che queste pagine aggiungano un ulteriore tassello al mosaico del recupero della memoria storica e religiosa di questa nostra terra».
Il volume, che si compone di alcune centinaia di pagine e di decine di immagini inedite, è ormai nella fase dell’ultima stesura e nelle prossime settimane, anche grazie alla collaborazione con l’Unità Pastorale di Sommatino e con l’Arciprete Don Domenico Lipani, dovrebbe andare in stampa. Ancora un prestigioso progetto editoriale, dunque, messo a segno da Filippo Falcone*.
MICHELE BRUCCHERI
* FILIPPO FALCONE è nato nel 1969. Si è laureato nel 1995 in Scienze Politiche all’Università di Palermo, con una tesi in Storia Contemporanea. Fa parte dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia ed è autore di numerose pubblicazioni, soprattutto su fatti e vicende di storia siciliana. Dirige, dal 2014, la rivista semestrale “Studi Storici Siciliani”, che ha sede a Gangi, in provincia di Palermo. E’ dipendente del MIUR.