Vi racconto, oggi, la storia di un miracolo. Un miracolo della Madonna e dei medici dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Proprio così. “Un vero e proprio miracolo, della Madonna e dei medici, degli infermieri”, afferma felice e raggiante Monica Minicozzi, 34 anni, di Serradifalco. Parla in esclusiva a La Voce del Nisseno e ripercorre dettagliatamente la sua delicata vicenda. Una testimonianza forte e vibrante, riferendosi al tumore cerebrale che ha avuto a ridosso dello scorso Natale.
La bella ragazza serradifalchese, infatti, mercoledì 18 dicembre si sente male e in ambulanza verrà ricoverata presso il nosocomio nisseno. “Parlare di quello che mi è successo improvvisamente – dichiara Monica Minicozzi – non mi fa stare male, anche perché la vita è fatta di cose belle e non. Ma esistono anche i miracoli ed io ne sono l’esempio”. La solare ed esuberante ragazza, dopo una breve pausa, narra il suo dramma. “Non sapevo dell’esistenza di un tumore che poi era un meningioma benigno, grande, che avevo da 20anni. Oltre ai tipici mal di testa, non accusavo altri sintomi. Tranne quel famoso giorno”.
Monica Minicozzi entra nel vivo del suo racconto. Ci parla del meningioma meningoteliale. “Quel giorno, era il 18 dicembre, a mezzogiorno ho iniziato ad avere perdita di memoria ed equilibrio. Farneticavo. Ho detto però a mia mamma di non stare bene”. Scatta l’allarme, quindi, e la ragazza viene portata immediatamente all’ospedale Sant’Elia del capoluogo nisseno. Al Pronto Soccorso si accorgono subito della gravità. Verrà dunque ricoverata urgentemente e quando maturano i tempi, siamo già al 7 gennaio di quest’anno, i medici la operano.
“I medici non potevano operarmi prima – chiarisce -. Il meningioma mi comprimeva il cervello (…). Non ricordo. Tuttavia, non sono caduta al cimitero. Né sono andata via da casa in coma. Mi è stato detto che l’operazione è durata dalle ore 8 del mattino alle ore 22.45. Mia madre era felice, tutti lo erano, per la riuscita”. Monica Minicozzi che ha compiuto gli anni a febbraio in ospedale parla amorevolmente della madre, Paolina Alfano, 63 anni, che le è stata accanto per tutto il tempo. Per lei ha parole dolci e grate. L’ha accudita con infinito amore.
Mi parla anche della sorella Rosa, quarantenne, che abita in Veneto, a Marghera. Si è recata subito in ospedale, per donarle tutto l’amore che può una sorella. Monica Minicozzi poi racconta al cronista delle due settimane di coma farmacologico, per evitare di affaticarsi, dopo il delicato e lungo intervento chirurgico. “Adesso sto bene – riprende -, inizio a deambulare con il girello, mi aiuta mia madre, ma lentamente farò tutto da sola. Sono stata miracolata, aiutata da mia mamma che ha visto il mio malessere”.
Monica Minicozzi ribadisce il suo ringraziamento all’indirizzo della madre, della Madonna e dei medici. Le chiedo i loro nomi. A memoria, me li cita tutti: Raffaele Alessandrello, Francesco Nobile, Jaime Mandelli, Luca Ruggeri, Giovanni Cinquemani, Rita Lipani. Tutti eccellenti professionisti, dirigenti medici del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. “In ospedale – ricorda inoltre – mi hanno anche ricostruito il setto nasale”.
Lucida e determinata, racconta dei quattro giorni di riabilitazione presso l’ospedale “Maddalena Raimondi” di San Cataldo verso fine marzo. “Sono uscita il 3 aprile”, precisa. “Quando sarà possibile – anticipa al nostro microfono – con mia madre andremo a Lourdes, per ringraziare la Madonna”. Torna ad elogiare l’operato dei medici, definendola una bella equipe. Le sue parole per questo straordinario team di infermieri, ausiliari e medici sono chiare e solenni. Ne rimarca la sensibilità, disponibilità e professionalità.
“Da subito – conclude Monica Minicozzi – i neurochirurghi, bravissimi, sono stati onesti. Mi hanno detto che non era mai stata effettuata un’operazione chirurgica del genere. Dio e la Madonna ci hanno messo le mani”. E conoscendo i suoi gusti letterari, le chiedo cosa leggerà. Mi cita i suoi autori preferiti, tra gli altri: il brasiliano Paulo Coelho e la giapponese Banana Yoshimoto.
Monica Minicozzi non si è mai arresa, ha combattuto coriacemente. Nella sua vita ci sono tanti sogni ancora da realizzare e noi le auguriamo fervidamente di inseguirli sempre con la grinta che ha dimostrato in quel frangente.
MICHELE BRUCCHERI
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