Da quarant’anni coltiva un hobby peculiare per le serrature. Una passione antica di cui “vorrei liberarmi, vorrei che si spegnesse… ma non ne sono sicuro”. A parlare così, sornione, è Angelo Buscemi, 67 anni, di Serradifalco. Un imprenditore dell’alluminio, degli infissi e serramenti, un abile artigiano di lavori in ferro battuto.
Ama da sempre le toppe antiche, un vero e proprio amatore di chiavi e toppe del passato. Un rigoroso collezionista che racconta a La Voce del Nisseno il suo vorace e incontenibile interesse per questa tipologia di hobby.
“Quando vedo toppe vecchie, mi ci tuffo”, dichiara con entusiasmo. E narra la sua gioia nel rendere “opere d’arte” questi oggetti. Ma anche i sacrifici che ciò comporta. Adesso che è in pensione ha più tempo, ma questa passione richiede soldi e pazienza. Tra le sue principali tappe, il mercatino dell’usato a Catania. Significa spese di viaggio e tempo sottratto alla famiglia.
“Ci vado, ora ho più tempo”, osserva Angelo Buscemi, appassionato anche di teatro amatoriale. “Dove ci sono toppe e chiavi antiche, i miei occhi si illuminano”, prosegue. Adora i cimeli in ferro battuto e li trasforma, creando oggetti di enorme fascino. “Da obsoleti e fuori misura, do una certa armonia”, evidenzia sorridente, mentre il cronista gli pone qualche domanda.
Sacrifici e tempo “rubato” ai suoi affetti più cari. C’è un po’ di rammarico per aver penalizzato la famiglia, ma questa originale passione lo rende fiero. “Nell’azienda – ricorda Buscemi – avevo un locale dove tenevo tutti i cimeli”. A microfoni spenti, ammette un sogno: quello di realizzare un museo permanente. Gli chiedo: la tua collezione, di quanti pezzi è formata? “Ottanta solo di serrature”, risponde. E di chiavi?, incalzo. “Più di duecento”, afferma orgoglioso.
E poi, Angelo Buscemi ama le falci, gli aratri, i campanacci. Anche questi oggetti farebbero parte, a pieno titolo, di questo museo che ha in mente. Mi parla, inoltre, delle serrature di Alcamo, chiamate “catenaccio”: dove c’è il segreto. “Serrature – sottolinea – con due chiavi, forse per commercianti per evitare che i ladri possano rubare. Fatti così, come se fosse una moderna password”.
Una passione singolare e antica, quella di Buscemi. Gli chiedo quando è scoccata questa scintilla. Abitando al centro di via Mirisola, a Serradifalco… Parte da lontano. Cita un fabbro di allora: Peppe Baglio. Riavvolge il nastro dei ricordi e racconta dei suoi positivi confronti con gente dell’hinterland, di Canicattì.
È un fiume in piena. Rammenta i bei momenti della sua attività artigianale e imprenditoriale. E aggiunge contento e sorridente: “Ho martelli fatti da fabbri forestieri fatti dal vivo”. “Andavo per dei lavori per degli ornamenti in ferro battuto – conclude -. La mia attività è stata svolta con i serramenti, a partire dal boom dell’alluminio. La passione di una vita”.
Gli auguriamo di credere fortemente nel sogno di realizzare questo museo. Dispone di una interessante collezione. Prima o poi, quel proposito, diventerà realtà.
MICHELE BRUCCHERI
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