Quando parliamo di Sergio Vespertino parliamo di un attore, autore e regista in grado di conquistare qualsiasi pubblico con la sua presenza scenica, con l’arte di affabulare, con la caricatura, con la capacità di mescolare i generi e farne un prodotto nuovo, con la sua autentica passione.
Ecco perché l’esigenza di un tour teatrale nazionale delle principali produzioni nate dalla sinergia fra il Teatro Agricantus di Palermo e l’attore palermitano.
Un tour che ha debuttato lo scorso 19 novembre a Cagliari, e che ora prosegue a partire da oggi al Teatro comunale di Orsogna, in provincia di Chieti, con un classico come “Fiato di madre” insieme con il fisarmonicista Pierpaolo Petta.
«È stato il primo spettacolo che ho fatto, debuttò nel 2004 – commenta Vespertino -, forse un po’ cialtrone ma è un evergreen sganciato dall’attualità, non metto mai riferimenti alla politica o ad accadimenti che fissano il tempo e rendono il testo subito vecchio. Nel 2003 quando pensai questo spettacolo mai avrei potuto immaginare che ancora oggi riesce a catturare la gente, perché lo vive come un album personale dei ricordi da sfogliare. La mamma è mamma in tutta Italia, e quando racconto i micro-traumi che le mamme ci davano ci ritroviamo tutti eterni pulcini di una mamma chioccia. Anche i giovani si appassionano, anche se non hanno una mamma casalinga come quella dei miei racconti ma si divertono come se leggessero un libro di racconti».
Il 10 e l’11 dicembre Vespertino e Petta saranno al Teatro Abeliano di Bari con “Manuale di sopravvivenza”, il 16 dicembre nella calabra Zambrone (Vibo Valentia) con “Via San Lorenzo”, il 17 dicembre al Teatro Iqbal Masih di Formia (Latina) con “Novecento” di Baricco, il 18 dicembre al Teatro Ricciardi di Capua (Napoli) con “Fiato di madre” che il giorno dopo, replicherà a Ventotene (Latina).
La produzione Agricantus, con la direzione artistica di Vito Meccio, investe in questo progetto nella prospettiva e nella certezza di mantenere vivi e condividere spettacoli che sono piccole perle pronte a conquistare nuovi pubblici, creando nuovi ponti e rinnovando l’energia che anima le storie migliori rendendole longeve.
Chiunque abbia assistito ad uno spettacolo di Sergio Vespertino sa cosa significhi poter passare rapidamente da una risata a una lacrima, dall’ascoltare una parola cruda come la violenza a riceverne una delicata come una carezza. Persino i cambi di registro portano la sua firma, il suo timbro è inconfondibile, così come la sua parlata, orgogliosamente di radice siciliana, ma rimasticata, ripulita, innalzata, a seconda delle necessità.
Vespertino: «Amo confrontarmi con un pubblico sempre nuovo e portare con me l’humus della mia terra. Al di fuori della Sicilia lascio sempre nei miei spettacoli un po’ del mio dialetto, della mia sicilianità, perché penso di esportare il lato buono della mia terra. Quel 30 per cento di dialetto che lascio, che forse non viene capito da tutti, viene poi contestualizzato dal restante 70% in italiano e permette a tutti di capire cosa voglio dire. Prima la temevo questa cosa e cercavo di centellinare le parole in dialetto, e mentre io le chiamavo “sporcature” per il pubblico era poesia. Io, poi, cerco di non essere mai volgare. Un po’ di pepe ovviamente condisce la pietanza ma non bisogna mai calcare la mano».
Vespertino è uno dei pochi attori siciliani che sui tre fronti del teatro, del cinema e della fiction televisiva materialmente non si fermano mai. Al ritorno dall’Abruzzo, dal 2 al 4 dicembre sarà a Catania ospite della rassegna “Comics”, e nel frattempo è sul set siciliano de “I leoni di Sicilia”, dai libri di Stefania Auci sui Florio, ed anche sul set di Pasquale Scimeca che sta lavorando a “Il giudice T.”, film sul giudice Cesare Terranova ucciso dalla mafia.
«Come faccio? Con i salti mortali, non mi sono voluto specializzare in un settore e cerco di abbracciare teatro, cinema e televisione. E al teatro ci tengo tantissimo, tanto che solo nella mia città, grazie all’Agricantus, riesco a fare 90 spettacoli l’anno circa».
Ed essendo un volto molto noto del cinema e delle fiction televisive le porte dei teatri italiani si aprono con grande favore a Vespertino. «Dal ruolo di Masino Buscetta nella serie “La mafia uccide solo d’estate” alla mia partecipazione al film tv di Sergio Castellitto su Rocco Chinnici, tanto per citarne un paio, in effetti c’è anche tanta storia televisiva alle spalle, e anche al di fuori dalla Sicilia il pubblico viene a teatro perché ci sono io. Mi piace, poi, che mi sono liberato un po’ dal ruolo del cattivo che prima spesso mi attribuivano, vedi il personaggio del vice prefetto Parrinello ne “La concessione del telefono” da Camilleri. Adesso pare che io sia riconfermato nel ruolo del maresciallo anche nella prossima serie di “Makari” dai libri di Gaetano Savatteri che verrà girata dal prossimo aprile».
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