Esequie in forma privata, a Santa Caterina Villarmosa, per padre Filippo Bonasera. Il rito funebre è stato officiato dal vescovo della diocesi di Caltanissetta, Mario Russotto. Il prete, come si sa, è morto all’età di 71 anni lo scorso primo maggio. Hanno presenziato, tra gli altri, i sacerdoti Pino La Placa, Antonio La Paglia, Gaetano Canalella e Salvatore Randazzo.
Sulla bara, nella chiesa Madre, la stola di padre Bonasera. Poi, la lunga e toccante omelia del presule nisseno. Una liturgia di lode e ringraziamento, con “la certezza credente che oggi sei in Paradiso”. Per il vescovo Russotto, questo straordinario prete ci dona una lezione d’amore.
“Dio non sceglie – ha detto – perché siamo intelligenti o ricchi, ma perché vuole esaltare la nostra povertà”. E poi, rievoca l’orgoglio delle origini povere del sacerdote che piangeva quando ricordava il padre, emigrato in Germania. Per lui, sempre emozione e commozione. “Un cuore capace di far crescere il germoglio di Dio”.
Russotto parla del cuore pulito e umile di padre Filippo. Parla del suo cuore che parlava, dei suoi occhi semplici, del suo sorriso bonario che “abbracciava tutti”. Parla della sua verace fraternità, del suo lasciare – sempre – armonia e serenità. Del suo profondo senso dell’accoglienza e del suo donare speranza.
“Con l’acqua della Parola di Dio – un altro passaggio dell’omelia vescovile – sei stato vicino agli ammalati, senza far mai rumore”. E poi: “Ogni tuo pizzicotto era un raggio di sole”. Il presule, inoltre, ricorda il suo accogliere bambini e bambine abbandonate o orfani: “Eri per tutti il papà”. Padre Filippo Bonasera aiutava tutti, in silenzio. In estate, anziché andare in vacanza, per tanti anni, andava a fare il parroco in Germania, nella comunità italiana.
Viene ricordato, ancora, che padre Filippo Bonasera fu direttore dei Migranti a livello regionale. “Era amico dei poveri – sottolinea il vescovo Russotto -, anima missionaria della nostra diocesi”. Ne tratteggia il forte e costante impegno pastorale. Infine: “Rimarrai sempre nei nostri cuori”. Poco dopo mezzogiorno (il rito funebre dura un’ora e dieci minuti), termina il funerale e il feretro si sposta a Serradifalco.
Questo giorno è scolpito nel nostro cuore e nella nostra mente. Raccontarvi la giornata, con questo reportage, è impresa dura. Forti emozioni. Ma padre Filippo Bonasera non può essere dimenticato facilmente. Alle ore 13.10 il corteo funebre fa ingresso a Serradifalco. Grazie all’attivismo del sindaco Leonardo Burgio, in collaborazione con la prefetta, il comandante dell’Arma dei Carabinieri e il Questore, è stato ottenuto, nelle scorse ore, “il pass” per consentire l’ultimo e affettuoso saluto del paese al prete. Un prete che per oltre quarant’anni ha servito la nostra comunità.
Sull’auto di servizio della polizia municipale, guidata dal comandante Gaetano Butticè, c’è anche il sindaco. Dietro, la macchina funebre. Recita il Rosario l’arciprete di Santa Caterina Villarmosa, Antonio La Paglia. Dai balconi, con lenzuola bianche, tanta gente. Applausi e pianto. Per un uomo più unico che raro: padre Filippo Bonasera. Suonano le campane. Emozioni intense, indimenticabili. Il corteo è seguito dalla diretta social. Nel giro di pochi minuti, si arriva al migliaio di contatti sintonizzati.
Padre Giovanni Galante, in diretta telefonica, emozionato e con la voce rotta dal pianto, dà l’ultimo saluto al sacerdote dei poveri. A nome del clero serradifalchese. Per quest’ultimo “passaggio terreno”. Ribadendo che “questo popolo ti ama e tu l’hai amato”. Evidenzia: “Il mio è anche l’ultimo, affettuoso saluto ad un amico”. Una carezza: “Ciao Filippo”. E poi: “Ti abbracciamo, piangendo il prete di tutti”. Ricorda, infine, la sua forte e coerente testimonianza del Vangelo, il suo servizio perenne in favore dei poveri, il suo essere stato punto di riferimento per tanti giovani “a scuola e nella crescita nel Vangelo”.
Alle ore 13.30 giunge – nel giorno del lutto cittadino – davanti la Chiesa Immacolata Concezione. Scende dall’auto padre La Paglia, incontra padre Diego Trupia. C’è anche il sindaco Burgio. Scampanio di campane, recita del Rosario e il corteo prosegue il suo cammino, tra applausi e grida. Venti minuti dopo, si giunge davanti la Chiesa Madre. Si ripete la scena: scendono l’arciprete La Paglia e il sindaco di Serradifalco. Sul sagrato, padre Giovanni Galante. Il quale ripete, al microfono, tra la crescente commozione generale: “Ciao Filippo”.
Cinque minuti dopo, il feretro sosta davanti la Chiesa San Giuseppe. Lì ci sono le suore e i bambini, curati e amati anche da padre Filippo. Una manciata di minuti e si giunge nella sua amatissima Chiesa Madonna del Carmelo. Rettore del Purgatorio, prete all’insegna del mistero mariano, come aveva detto in mattinata il vescovo Russotto, ha curato da sempre questa parrocchia sin dal suo insediamento avvenuto nel lontano 1979. Ad attendere il feretro, il co-rettore: padre Salvatore Randazzo. Si intravede anche la sua adorata Fragola (“la mia padrona”, mi diceva sempre). Qui, si registra il boom dei contatti collegati nella diretta social: oltre 1100.
Alle ore 14.10 – è veramente un capolavoro, questo momento – il feretro varca il cancello dell’Orto degli Ulivi. In contrada Balate, per sostarvi un quarto d’ora. Dove per anni, padre Filippo, ha promosso grest, incontri giovanili, allestito il presepe semovente e da qualche anno la Via Crucis. Questo sacerdote meraviglioso giunge, dunque, laddove ha realizzato il suo ennesimo sogno. Dove svetta la Croce, visibile da molte angolazioni. Questo giorno triste e doloroso è un giorno di Storia.
MICHELE BRUCCHERI
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