Salvamamme è da sempre accanto alle famiglie in condizioni economiche disagiate con bimbi fragili, spesso in cui emergono storie di violenza e di povertà estrema. Francesca Romana, neonata rinvenuta nel Tevere onorata con una bellissima cerimonia di commiato e vestita con abitini ricamati dalle mamme e nonne dell’Associazione.
Pamela, massacrata ancora ragazzina perché non ha incontrato un angelo custode sulla sua strada. Vecchietti o persone incapaci di difendersi, vessate da malintenzionati. Pensando a queste creature fragili alla mercé di un mondo spietato è stato ideato il progetto “Salvamamme: Mamme e Mondi”, che attinge alla grande esperienza dell’Associazione e che, grazie ad un lavoro sinergico con professionisti e con una rete di enti ed istituzioni, ha avuto la finalità di anticipare e individuare situazioni di fragilità e i bisogni di persone particolarmente esposte.
In prima linea, ad indicare la strada, sono stati i volontari ex utenti di Salvamamme, persone aiutate a cui arrivavano ogni giorno “storie” da segnalare per scongiurare tragedie annunciate, che hanno portano per mano altre mamme sconvolte e perse con situazioni di violenza o soggetti fragili in lotta contro una povertà sovrastante.
L’associazione ha avuto il “coraggio” di affrontare questo progetto, vincitore del Bando Comunità Solidali 2019, voluto dall’Assessora alle Politiche Sociali, Welfare, Beni Comuni e ASP (azienda pubblica di servizi alla persona) Alessandra Troncarelli, e finanziato dalla Regione Lazio con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, perché, grazie all’esperienza pregressa nelle situazioni di emergenza, è da tempo, volente o nolente, l’antenna che percepisce il disagio, che sente la violenza, che vede l’abuso e che se ne fa carico, in ogni sua forma.
Hanno collaborato 44 persone, quasi tutte donne, abituate a vivere ed interagire in ambienti difficili. Sono state definite “sensali”, parola di origine araba che significa mediatore, per sottolineare il loro ruolo e la missione di ponte di collegamento con le situazioni estreme, in totale segretezza. Ad affiancarle si sono resi disponibili 10 professionisti che, attivati su richiesta, sono stati in grado di ricucire i punti di rottura e le diverse fragilità delle situazioni.
Le segnalazioni arrivate sono centinaia: anziani soli, bimbi malati e donne vittime di violenza, tutti casi gravissimi affrontati con determinazione e sollecitudine. Alcune volte senza soluzione.
Circa il 60% dei casi a rischio sono stati segnalati dalle “sensali”, che hanno potuto individuare situazioni critiche senza farle deflagrare. In particolare, da marzo 2021 sono state oltre 260 le famiglie aiutate: si tratta per il 78.4% di neonati di famiglie in gravissima povertà, il 5.3% sono casi di violenza di vario genere, il 12.8% casi di malattia grave e poi famiglie che hanno contratto il Covid (3.5%).
L’utenza del progetto è stata composta da famiglie italiane (19%) e da famiglie straniere (81%). Oltre 600 sono stati gli interventi mirati, anche alcuni pareri telefonici per i quali è stato necessario l’intervento delle amministrazioni e delle istituzioni specifiche che hanno consigliato un approccio diverso.
È stato girato un video con la voce narrante di Barbara De Rossi, una delle anime dell’Associazione, con in sottofondo la promessa solenne delle “sensali”, ovvero il manifesto del progetto.
La presidente dell’Associazione, Maria Grazia Passeri così dichiara: “Salvamamme è da sempre in prima linea per sostenere le persone che chiedono aiuto. Con questo progetto si accorciano ancora di più le distanze e ci si muove in tempo reale, in momenti concitati e impegnativi, ma anche spesso risolutivi”.
Attiva in questo progetto anche la “sensale” Alessandra Verni, mamma di Pamela, giovanissima e fragile di cui non ha avuto pietà nessuno, che ha dichiarato: “Mai più deve accadere la tragedia occorsa a mia figlia ad un’altra persona delicata e fragile. Fare emergere fatti drammatici non vuol dire delazione, ma non chiudere gli occhi di fronte a possibili tragedie che avvengono lontano da tutti. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità”.
SILVANA LAZZARINO
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