Una poetessa che non ama le luci della ribalta. Una donna discreta ed umile, elegante e sobria, che ha cantato Serradifalco: il lago Soprano, le miniere che rappresentano la storia del paese. Il suo inchiostro poetico ha narrato la cultura e le usanze del piccolo e ridente paese del Vallone.
Molti versi sono autobiografici e intrisi di tristezza, parlano di un passato doloroso.
Pina Conte, 60 anni, avverte il desiderio di scrivere liriche fin da ragazzina. Si recava dalla sarta per imparare a cucire. Oltre agli arnesi del mestiere, aveva con sé un quaderno e una penna; per “immortalare” i suoi pensieri e le sue più profonde emozioni. Con naturalezza e semplicità.
È molto legata alla sua Serradifalco e, sovente, l’ha cantata con le sue toccanti liriche.
La poetessa della malinconia – Pina Conte – non ha avuto una vita facile. I suoi versi sono stati un amabile conforto e un insostituibile sostegno.
Nel suo lirismo vi sono tematiche scottanti come la mafia, uno dei più gravi problemi sociali. Nel corso della sua attività poetica ha ricevuto una miriade di riconoscimenti e in molte occasioni è stata, meritatamente, premiata con targhe ed attestati vari.
MICHELE BRUCCHERI
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