Nella costellazione di proposte editoriali che riempiono gli scaffali di qualsiasi libreria (e moltiplicano le pagine dei siti specializzati in e-commerce) un posto di estremo rilievo spetta alle biografie. Un comparto in crescita, nel quale sempre più autori – più o meno preparati – si cimentano nel raccontare le storie e le vicende di personaggi celebri del passato, anche recente.
È quello che ha fatto, in questi anni, il giornalista e scrittore Paolo Borgognone, col quale abbiamo scambiato quattro chiacchiere per La Voce del Nisseno (versione online) a proposito di questa novità e del suo lavoro in particolare: è infatti autore – per Diarkos Editore – di tre importanti testi biografici. Il primo intitolato “Freddie Mercury – The Show Must Go On”, il secondo “Io Elvis” (dedicato al “re” del rock Elvis Presley) e il terzo “Martin Luther King – I Have a Dream”.
Paolo, quale pensi sia il valore di questi testi che raccontano a chi magari all’epoca dei gatti non era nato delle storie tanto interessanti?
L’importanza – in generale – è enorme. Perché capire quello che è successo ieri aiuta a capire l’oggi e sicuramente a interpretare anche cosa potrà accadere in un prossimo futuro.
In che senso, a tuo avviso?
Se parliamo di musica – l’argomento dei primi due volumi che ho scritto per Diarkos – è chiaro che capire i fenomeni come Elvis Presley sia essenziale se si vuole comprendere da dove venga la situazione del settore musicale contemporaneo. Non si tratta solo di conoscerne la storia, che peraltro è molto interessante, ma di cogliere l’essenza della sua influenza su quello che è successo dopo. Anche se il tempo passa – sono quarantacinque anni dalla morte di Elvis – il suo lascito musicale è tutt’altro che esaurito.
Cosa ti ha colpito di Presley?
La determinazione ad arrivare, il talento smisurato e la forza di affrontare, anche da solo, i pregiudizi di una mentalità arretrata, bigotta, restia a qualsiasi cambiamento. Lui lo ha fatto, sfidando – almeno a inizio carriera – convenzioni e superstizioni e imponendo non solo sé stesso ma tutta la sua generazione sul palcoscenico mondiale.
E poi è arrivato Freddie Mercury: un personaggio molto differente da Elvis…
Sicuramente la sua è una storia totalmente diversa. Eppure il tratto comune, quello della voglia di arrivare senza preoccuparsi troppo delle opinioni altrui, li avvicina parecchio.
Di Mercury cosa ti ha colpito di più?
La profonda differenza tra “l’animale da palcoscenico” (espressione che non amo perché troppo inflazionata) scatenato e sorprendente davanti al pubblico e il personaggio privato. Che era invece schivo e tendente a difendere molto il proprio recinto. Questo in parte anche perché il uso essere omosessuale, in una società ancora dominata da pregiudizi morali, era sicuramente una condizione difficile da reggere. Il tutto si è poi aggravato con la malattia che lo ha colpito nella seconda metà del decennio degli anni Ottanta e che – all’epoca – era uno stigma. Non a caso l’Aids era chiamata “la peste degli omosessuali”, quasi un marchio di infamia che la scienza, come sempre accade in questi casi di ignoranza, ha provveduto poi a smentire totalmente.
Dalla musica sei passato alla politica con “Martin Luther King – I Have a Dream”…
Un bel salto, sicuro. Però già tratteggiando la figura di Presley avevo incontrato argomenti importanti, come la segregazione razziale e la lotta per la libertà e l’uguaglianza da parte delle minoranze, in particolare negli Stati Uniti. Studiare il Reverendo King Jr, quindi, è stato per certi versi naturale, oltre che estremamente importante.
Anche per King si può dire che il suo messaggio sia attuale…
Attualissimo direi. La parabola politica e di impegno sociale di King Jr è passata dalla difesa dei diritti calpestati degli afroamericani a temi ancora più incisivi sulla storia del suo Paese e non solo: basti pensare alla lotta alla povertà e all’opposizione alla guerra. È sufficiente sfogliare le pagine dei giornali (abitudine che si sta perdendo ma che consiglio invece sempre di coltivare) per rendersi conto come non esista nulla di più contemporaneo di questo. Leggendo la vita del predicatore di Atlanta si scopre come questi temi abbiano attraversato non solo il suo periodo storico ma siano ancora oggi sul tavolo dell’agone politico.
E sappiamo che le tue fatiche non sono finite. In arrivo c’è un’altra monumentale biografia…
Per fortuna sì! Sempre per Diarkos uscirà a breve un volume dedicato a un altro fenomeno gigantesco del recente passato che ha influenzato enormemente anche la società contemporanea, non solo dal punto di vista musicale. Sto parlando dei Beatles. Molto già di un semplice “complesso”, un vero e proprio stile di vita, una rivoluzione, ancora una volta, che arriva da qualche decennio addietro ma che è attualissima anche oggi.
ILARIA SOLAZZO
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