Nasce Sicilbanca dal progetto aggregativo tra Banca Sicana e Credito Etneo. E il presidente Giuseppe Di Forti illustra l’ambiziosa operazione a La Voce del Nisseno. Ci fornisce numeri, dati, prospettive con chiarezza cristallina. E con quella proverbiale passione che lo contraddistingue. Da venti anni è al timone dell’importante istituto di credito che ha avuto una crescita notevole, esponenziale.
Vanta ben 21 sportelli (il ventiduesimo sarà a Palermo). Per presidiare più efficacemente i processi operativi e servire sempre meglio il mercato di riferimento. La recente operazione aggregativa è davvero di notevole rilievo strategico. Sicilbanca, dal prossimo primo gennaio, avrà un bacino d’utenza di due milioni di abitanti.
Si parte con settanta milioni di euro di patrimonio, 630 milioni di euro di raccolta complessiva, 280 milioni di euro di crediti verso la clientela… Numeri importanti. E poi vi sono 102 dipendenti (direttore generale Michele Augello), ben 82 comuni siciliani serviti e una base sociale di 3.600 soci. Sicilbanca rimane la Banca del territorio, un territorio sempre più ampio. Resta “una Banca con l’anima, come a me piace ricordare. Una delle più belle definizioni che sono state date”, sottolinea il presidente Di Forti al termine della nostra intervista.
Recentemente c’è stata la fusione tra Banca Sicana e Credito Etneo. Da questa operazione nasce, dunque, Sicilbanca. Dal primo gennaio sarete operativi. Perché parte questo progetto?
Dal primo gennaio, infatti, sarà efficace questa aggregazione. Ricordo che è l’ottava aggregazione, l’ottava banca di credito cooperativo che confluisce in questo grande progetto al centro della Sicilia. Questa volta è una banca anche importante, con sei sportelli nell’hinterland catanese con sede a Catania. Ci consentirà di espanderci nella Sicilia orientale. Il progetto prevede pure l’apertura di una sede distaccata a Palermo. Quindi con un presidio importante nella Sicilia occidentale.
L’epicentro rimane Caltanissetta?
Si mantiene, sì, il baricentro della Banca a Caltanissetta. Potremo servire un bacino potenziale di utenti di circa due milioni di abitanti, di residenti siciliani. Con 21 sportelli. Palermo sarà il ventiduesimo. La nostra missione è quella del credito, nella formula della “banca corta”. Ma anche di sostenere le comunità che serviamo dal punto di vista morale, culturale ed economico. Noi lo facciamo da tanti anni. Negli ultimi due anni con la Fondazione Sicana abbiamo portato avanti tanti progetti. Ora abbracceremo un’ampia porzione di territorio siciliano.
Perché questa aggregazione?
Questa aggregazione risponde, intanto, alle linee strategiche del gruppo di appartenenza – Gruppo Cassa Centrale –, ma soprattutto all’esigenza dei mercati che chiedono strutture sempre più solide ed efficienti. Questa è la fusione tra due banche di credito cooperativo, solide e sane soprattutto. Una Banca con un CET1 del 31%. Per intenderci è quattro volte il minimo di legge, una volta e mezza della media delle Bcc appartenenti al Gruppo Cassa Centrale Banca. È un’operazione di grande rilievo strategico. Conserveremo le radici, fortemente, nel territorio nisseno. Potremo operare su una più ampia scala territoriale. Con tutti i benefici in termini organizzativi, di efficientamento economico e di solidità patrimoniale.
Presidente, parlava della sede distaccata di Palermo. Quando avverrà questa operazione?
La sede distaccata di Palermo fa parte del piano industriale triennale che abbiamo presentato alla Capogruppo. E alla Bce. Un’operazione che posterghiamo di almeno un anno. Il 2023 dovrà essere dedicato all’integrazione delle due realtà, Banca Sicana e Credito Etneo. Sicilbanca, coerentemente con la maggiore estensione territoriale, avrà un respiro regionale. La sede distaccata di Palermo la collochiamo non prima del 2024.
La recente operazione della fusione tra le due banche ha superato un rigoroso esame. Tutto è stato autorizzato dalla Bce. Ci può illustrare meglio questo passaggio tecnico, giuridico e burocratico? In fondo, ci sono dei parametri che vanno rispettati.
Sì, essendo operazioni straordinarie, siamo sottoposti ad un processo molto attento. Di analisi e anche autorizzativo. Bisogna stare in una strategia. Bisogna stare in una logica aziendale. La strategia va condivisa dalla Capogruppo di appartenenza. Poiché tutto questo passa per delle modifiche statutarie, il tutto deve essere autorizzato dalla Banca Centrale Europea dalla quale dipendiamo come vigilanza. Entra nel merito. Ha fatto un attento esame.
Quando è avvenuto tutto ciò?
È stato fatto il 3 e il 4 dicembre scorsi. Credito Etneo ha deliberato l’operazione a larga maggioranza, i soci di Banca Sicana invece all’unanimità con efficacia primo gennaio 2023. Giorno 27 dicembre saremo i due rappresentanti legali delle due banche a sottoscrivere, davanti al notaio, l’atto di fusione. Così si sancisce l’atto aggregativo.
Con la prossima sede distaccata di Palermo, dunque ci saranno complessivamente ventidue filiali e un centinaio di dipendenti. Quali sono i numeri?
Banca Sicana parte con un’ottima dotazione patrimoniale, con 70 milioni di euro di patrimonio. Parte anche con un conto economico particolarmente efficiente. Potremo contare su una redditività caratteristica importante… In tutto, 102 dipendenti. Ventidue agenzie, con quella di Palermo.
Il Consiglio d’Amministrazione e le varie componenti della Banca sono, naturalmente, il “motore” di tutto. Quale messaggio consegna a tutte queste persone, partendo dal personale?
La risorsa più importante è, appunto, il personale. Un ringraziamento a tutti loro, che hanno creduto in questo grande progetto. Un impegno costante per la realizzazione. Un progetto che ha impegnato la struttura per quasi due anni. Anche il nostro personale potrà esprimere al meglio la propria professionalità con questa operazione. Ci saranno maggiori opportunità di carriera e specializzazione di servizi.
Rimane la Banca del territorio che si allarga. Da sempre, la vostra stella polare è la promozione culturale. All’inizio abbiamo accennato alla Fondazione Sicana e la denominazione resta invariata. Nei giorni scorsi avete inaugurato a Caltanissetta un’opera scultorea legata all’artista palermitano Gino Morici che rappresenta una sorta di carta d’identità della Banca: “Hidalgo con asta e candela” nell’ambito del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Ce ne parla, presidente?
La nostra strategia, anche espansiva, è fondata su due pilastri: rispetto delle dignità delle comunità che serviamo mantenendo integra la radice sul territorio e l’attenzione al marketing culturale. Uno sguardo particolare e speciale che rivolgiamo al mondo della cultura. E la valorizzazione dell’artista eclettico Gino Morici. È stato il pittore che ha affrescato le sale della nostra sede di Caltanissetta, ex palazzo delle Poste centrali. Nell’ambito della sua produzione artistica, esiste un personaggio. Abbiamo scoperto che si tratta di un personaggio autobiografico, ha rappresentato sé stesso sostanzialmente. È il famoso Hidalgo. Morici aveva abbracciato una cultura spagnoleggiante, portoghese. Aveva letto…
Il Don Chisciotte di Cervantes.
Sì, esatto. Era entrato in questo personaggio che oggi potremmo definire sognatore e squattrinato. Hidalgos vuol dire figlio di qualcuno, non della nobiltà e nemmeno di nessuno. Anche lui è stato un sognatore, nella sua vita… Come omaggio, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di Gino Morici, abbiamo fatto realizzare un’opera scultorea. È stata realizzata dall’artista sambucese Alex Alessandro Becchina. Ha realizzato il primo Hidalgo, a dimensione umana. L’abbiamo collocata nella nostra sede centrale di Caltanissetta. E domenica 18 dicembre ne andiamo ad inaugurare un’altra, a Sambuca di Sicilia. La realizzazione si chiama “Hidalgo flautista”. Sono a disposizione del territorio…
Presidente, questo 2022 è importante per lei. Da venti anni è al timone della Banca. Qual è il bilancio, globale, dal punto di vista tecnico e umano? Cosa rappresentano per lei?
Sono stati venti anni di grande e intenso lavoro, ma anche di soddisfazioni. Non poteva esserci risultato migliore per celebrare il mio ventennio da presidente della Banca. Diventiamo la prima banca di credito cooperativo in Sicilia del gruppo di appartenenza e la seconda per dimensioni, ma anche per sportelli, di tutte le dodici Bcc. Un bilancio importante anche sul piano umano. Ho vissuto, umanamente, tante relazioni. Non solo con i dipendenti, ma soprattutto con la nostra base sociale e con il territorio, i rappresentanti delle istituzioni.
E dal punto di vista tecnico?
Mi ha consentito di cogliere questa crescita della Banca. Ho assunto la presidenza nell’ottobre 2002, quando la Banca poteva contare appena su quattro sportelli e aveva un patrimonio di circa trenta miliardi delle vecchie lire. Sarebbero i quindici milioni di euro di oggi. Oggi la Banca può contare su un patrimonio di 70 milioni di euro. Con 21 sportelli, 22 con quello di Palermo. Abbiamo 102 dipendenti. Su equilibri tecnici consolidati…
Avete ottenuto anche un prestigioso premio, quest’anno. Di cosa si tratta, presidente Di Forti?
Infatti, c’è stato riconosciuto da Milano Finanza. Siamo un istituto solido e molto efficiente. Un prestigioso riconoscimento di eccellenza regionale, per la Sicilia. Tra tutte le banche, non solo le Bcc, tra le 17 presenti in Sicilia, siamo stati individuati, con parametri tecnici, e premiati su base oggettiva, in base ai bilanci del 2021. Un grande risultato, il cui merito non è ascrivibile soltanto al presidente ma ad un lavoro di squadra…
So che la Banca ha ottime prospettive di crescita. Siamo alle porte del Santo Natale e a conclusione dell’anno. Quale messaggio consegna ai nostri lettori, a partire dai 3.600 soci di Sicilbanca e alla vostra vasta clientela? E in generale, all’opinione pubblica cosa intende dire?
Ai soci dico: rimanete sempre vicini alla nostra/vostra Banca. La nostra forza, in questo ventennio, è stata sempre la base sociale. Il sostegno dei soci ci ha dato la forza anche psicologica di andare avanti. Di attraversare i momenti difficili. Bisogna mantenere la coesione e la condivisione di intenti. Siamo tra le Bcc con una base sociale tra le più numerose con i 3.600 soci. Ai nostri numerosi clienti che ci preferiscono, dico di sostenerci in quanto siamo banca locale. Siamo una banca del territorio. La nostra è una Banca di persone e si rivolge alla persona, mettendola sempre al centro. Diventiamo motore dell’economia locale. Esprimo i miei auguri di Buon Natale a tutti e un augurio di sereno anno nuovo. Con la viva speranza che tutti i nostri desideri possano realizzarsi.
Rimanete sempre, presidente Di Forti, anche come Sicilbanca, una Banca con l’anima…
Una Banca con l’anima, sì, come a me piace ricordare. Una delle più belle definizioni che sono state date. Non è una mia frase, ma mi ci riconosco assai, notevolmente. Siamo veramente una Banca con una grande anima.
MICHELE BRUCCHERI
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