È uscito lo scorso venerdì 9 giugno in digitale “Etere” (per Carioca Records, distribuito da Altafonte Music), il nuovo progetto discografico del cantautore siciliano (di Mussomeli) Gero Riggio. Terzo disco che arriva a tre anni di distanza da “Un anno in più”. In contemporanea, in rotazione radiofonica, la titletrack.
All’interno del disco “Luci Rosse Luci Blu”, brano vincitore del contest Sicurezza Stradale in Musica 2022 indetto dall’Anas che ha permesso all’artista siciliano di calcare prestigiosi palcoscenici come il Primo Maggio Roma e Radio Italia Live.
Gero Riggio racconta, a La Voce del Nisseno (versione online), il nuovo disco: “Secondo gli antichi, la parte più alta, pura e luminosa dello spazio, oltre il limite dell’atmosfera terrestre è l’Etere. Ma per il principio del capovolgimento ho voluto pensare che l’Etere è anche la parte più alta, pura e luminosa dell’anima: ed è a questa introspezione che dedico questo nuovo progetto. Accarezzare l’anima, raggiungere quei punti che vanno oltre la cognizione sensoriale. L’Etere, il punto più intimo dove le canzoni diventano qualcosa di più”.
Il disco apre con “Risveglio”, una breve intro strumentale realizzata con un pad di organo e suoni bianchi di sottofondo, annuncia la prima canzone, “Etere”, un funky decisamente retrò che vede dialogare due amanti. I due, dopo una notte passata insieme, si ritrovano nudi sopra un letto a raccontarsi le proprie fragilità, debolezze e paure, quella mancanza di coraggio per lasciarsi alle spalle i giorni bui per tuffarsi definitivamente dentro sé stessi, per ritrovarsi e per riconciliarsi con il proprio essere.
Il disco procede con “Crescere”, singolo che ha anticipato il progetto, che sottolinea un tratto della vita in cui quello che c’è intorno può sembrare diverso, insapore, inodore. Ma nulla è cambiato se non sé stessi: è cambiato il modo in cui si guardano le cose che acquisiscono un peso diverso, nuovo. Si perde la magia dell’innocenza e si viene schiacciati dal peso delle responsabilità. Ci si ritrova spesso davanti allo specchio a interrogarsi. Ed è proprio quel momento in cui ci si rende conto che tutto è solo un’illusione, niente è cambiato davvero, ma si è solo cresciuti.
“Sempre gli stessi” racconta la potenza del legame che supera ogni tempo e ogni dimensione. “Pochi grammi di lucidità” è una canzone d’impatto, una di quelle che raccontano tante storie vere di violenza e di abbandono. È raccontata dalla voce di chi ancora non è nato, ma è già consapevole che la sua vita sarà segnata da questa cosa. “Trame”, uno dei singoli già pubblicati, è un viaggio dentro sé stessi al fine di capire l’importanza di avere a fianco qualcuno che si prenda cura di noi.
Il penultimo brano del disco è “Luci Rosse Luci Blu”, puzzle di alcuni flash che si sovrappongono nella mente di chi si trova disteso per terra dopo aver avuto un incidente stradale a causa di un bicchiere di troppo e che vede passare in un attimo la propria vita, le proprie emozioni davanti agli occhi. La traccia che chiude il disco è “Hiroshima”, un brano sperimentale con variazioni di tempi e di stili musicali in alcuni punti “sporcati” in altri che evocano tranquillità. Il testo parla della pazzia umana, momenti in cui la mente riesce a creare mostri invisibili, alimenta paure che minano la normalità e l’equilibrio di una persona. Così come successo ad Hiroshima, la mente continua ad essere bombardata e la speranza è sempre quella di ricostruire e cercare di rinascere anche dalle macerie.
La produzione artistica di “Etere” è di Leo Curiale e l’etichetta è Carioca Records. Hanno collaborato al disco Sebastiano Valenza e Francesco Foti (batterie e percussioni), Leo Curiale (tastiere, pianoforte, hammond e programmazione orchestrale ed elettronica), Peppe Milia (chitarre acustiche ed elettriche e basso), il piccolo Davide Carapezza (voce in una canzone).
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