Nato a Bologna, nel 1965. Ingegnere informatico e scrittore di fantascienza per passione. Il suo sito web ufficiale è https://www.mircogoldoniautore.it Questo suo primo libro è un viaggio nel viaggio, che porta a molti spunti di riflessione. Esiste una memoria condivisa, che va oltre lo spazio e il tempo e, che racchiude tutta la storia dell’umanità? È possibile accedervi?
Mirco Goldoni dà vita ad un libro molto coinvolgente che cattura l’attenzione dei lettori fin dalle prime pagine. La scrittura di Mirco è fluida e scorrevole, ogni pagina è curata nei dettagli. Se scoprissero un posto dove vengono raccolti tutti i pensieri e i ricordi umani, se esistesse un luogo al di fuori del tempo e dello spazio che immagazzinasse ricordi ed esperienze, noi, come reagiremmo? Perdersi in una memoria collettiva e cercare di trovare un senso ai tanti perché è uno degli obiettivi del libro di Goldoni.
I capitoli sono molto brevi, leggendoli ci si sente catturati dalla storia. È un libro adatto a tutte le età. Una seconda rilettura più distesa, ad ogni modo, a mio avviso, permette al lettore un trasporto maggiore, poiché ogni rimando, ogni sfumatura, è a metà tra humor ed ironia, in questa trama decisamente originale basata su personaggi che sono personificazioni di concetti ancestrali complessi, ma ugualmente, molto contemporanei. Originale è il punto di vista da cui viene osservato il tema intorno a cui viene sviluppato il racconto.
La scrittura è precisa e meticolosa, sottolineandone lo studio dietro ogni dettaglio. Un viaggio nei meandri del cervello e nei rifugi della memoria. Non mi sono mai posta domande su tale argomento: se è personale, globale, quali sono i limiti, ecc… Ho trovato affascinante il processo di “scoperta” descritto nel libro di Mirco Goldoni. La trama è interessante, mi ha molto colpito… porta a riflettere e ragionare su argomenti che diamo troppe volte per scontati.
La copertina è molto bella. Mi è piaciuta perché semplice e particolare al tempo stesso. Scritto eccellentemente dal talentuoso Goldoni in terza persona è ambientato tra Boston, Las Vegas, Mogadiscio e la Somalia. Racconta di un giovane italo-americano Frank Torricelli, un orfano cresciuto dal professore Brown. Quest’ultimo notando l’elevato intelletto di Frank, lo raccomanda al M.I.T., dove, il professore Mike Denver, lo prenderà sotto alla propria ala spingendolo verso il massimo e… sarà proprio quando il ragazzo raggiungerà l’apice che verrà coinvolto in un esperimento segretissimo.
Un bellissimo racconto sullo spionaggio, con diversi elementi fantascientifici. I personaggi non sono molti, ma sono tutti ben caratterizzati e ognuno possiede un certo carisma. Un testo che rapisce il lettore per via della sua profondità con discorsi riguardanti la natura e la mente umana. Il libro porta in sé un interrogativo: “E se nel mondo esistesse un unico contenitore per tutti i ricordi umani, l’individuo sarebbe capace di gestirli? Oppure si farebbe travolgere da essi?”.
Il libro trascende la sua apparenza di semplice storia di fantascienza con un animo molto più filosofico di quello che può apparire. Diversi colpi di scena conducono ad un finale davvero emozionante. Consigliato a tutti coloro che amano le spy stories.
Ciao Mirco è un vero onore averti oggi nostro ospite. Quando hai capito che volevi far prendere vita alla tua storia ed ai tuoi personaggi?
Ciao Ilaria e grazie a voi tutti per l’invito. Quando lessi una citazione del Premio Nobel per la letteratura Toni Morrison. “Se ancora non hai letto il libro che avresti sempre voluto leggere, allora scrivilo!”. E così fu. Avevo tante idee fantasiose per la mente che mi divertivo a far rigirare nella mia fantasia e così che è nato “Progetto Mnemosyne” dando forma alle mie idee.
Come hai scelto il titolo di “Progetto Mnemosyne”?
Mnemosyne era la Dea greca della memoria ed a lei ho voluto dedicare il mio libro d’esordio visto che sono proprio i ricordi i protagonisti.
Quanto tempo hai dedicato alla stesura di questo tuo testo?
Nove mesi circa, compresa la parte di raccolta di informazioni sul cervello e sui suoi meccanismi. In seguito vi è stata la messa a punto del testo che è la parte più noiosa, ma decisamente indispensabile.
L’ispirazione per questo libro da dove ti è arrivata?
Dai tanti dubbi e dalla mia innata ed inappagabile curiosità. Così come mi affascina l’Universo mi intriga anche l’Uomo ed i suoi meccanismi naturali di sopravvivenza ed evoluzione. La scienza ha permesso di dare risposte ai tanti interrogativi in questi campi, ma in altri si è limitata e descriverli ed a catalogarli. Io avevo bisogno di qualcosa in più. Ho quindi cercato di capire cosa c’è dietro alla memoria ed ai tanti meccanismi collegati al cervello: i deja-vu, l’empatia, il senso di essere… e non solo! Mi sono chiesto dove si trovano queste banche dati e che cosa succederebbe se ne avessimo accesso illimitato e quale importanza rivestono i nostri ricordi. Un mondo, a mio avviso, affascinante e sotto molti aspetti inesplorato, al quale ho tentato di dare una risposta fantascientifica, certamente, ma cercando di mantenermi su un livello realistico.
Vedere il tuo primo libro pubblicato ed acquistabile in tutte le librerie italiane è stato l’avverarsi di un sogno, giusto?
Assolutamente sì! Vedere una copertina, toccarlo, sentire il profumo della carta stampata, (sono una di quelle persone a cui piace quell’odore e quello presente nelle librerie), sono sensazioni inebrianti. Sapere che finalmente le tue idee hanno preso forma e sono pronte per essere lette, discusse, valutate è appagante. Il coronamento di un sogno, il traguardo di una passione.
In quale genere letterario vorresti cimentarti prossimamente?
Penso che mi farò ancora un po’ le ossa con questo genere pieno di sottogeneri. Se dovessi, in futuro, cambiare genere penso che proverò con un giallo: adoro gli intrecci ed i colpi di scena.
Dei vari personaggi presenti in “Progetto Mnemosyne” a chi ti senti più legato e perché?
Probabilmente al giovane Frank Torricelli, l’allievo al quale il professor Denver si appoggia per approfondire gli studi sulla memoria. È un ragazzo anticonformista che si pone molte domande, curioso di apprendere e di mettersi in discussione. Penso che uno scrittore metta un po’ di sé in ogni personaggio che crea, ma Frank mi è più vicino con il suo non voler colorare il mondo rimanendo obbligatoriamente all’interno delle righe.
“Progetto Mnemosyne” che messaggio vuole offrire all’umanità?
L’importanza dei ricordi. Noi siamo i nostri ricordi. Sia quelli belli, sia quelli brutti ci hanno forgiato e ci hanno fatto diventare quello che siamo: dobbiamo rispettarli entrambi. Riportare alla luce alcuni che abbiamo voluto o dovuto eliminare può essere altrettanto doloroso. Infine, navigare in quelli altrui può essere interessante, ma può diventare anche pericoloso. Prendo in prestito una considerazione fatta da Frank dopo uno dei suoi viaggi: “Ho tanti ricordi Octo, alcuni tristi e altri felici, ma sono sicuramente i miei. Tu non li sostituirai, fanno parte di me. I primi mi hanno dato forza, i secondi speranza”.
Preferisci i libri cartacei o gli ebook?
Assolutamente quelli cartacei. Gli ebook li uso per motivi professionali, (manuali, corsi), ma la sensazione che mi dà un libro cartaceo tra le mani è imparagonabile. Sforziamoci nel renderli ecosostenibili limitandone lo spreco e ripopolando di alberi il pianeta: ne gioverebbe anche l’aria!
Una curiosità: i tre libri preferiti della tua infanzia quali sono?
Mi vengono in mente tre libri molto diversi tra loro. “Tre uomini a zonzo” (Jerom K. Jerome), ad essere sincero non ricordo nemmeno bene la trama, ma ricordo che risi a crepapelle. “Il grande ritratto” (Dino Buzzati) nel quale compare un grande fratello informatico, presagio forse della mia futura passione per questa materia e “Flatlandia” (Edwin A. Abbot) un romanzo per ragazzi che dietro ad un mondo fiabesco a due dimensioni nascondeva una domanda che sarebbe diventata un leitmotiv nelle mie pubblicazioni: “E se…?”
Cosa bolle in pentola?
Il seguito di “Progetto Mnemosyne”. Continuerò la scrittura di racconti e drabble, che potete trovare sul mio blog, infine la pubblicazione, in autunno, di un mio romanzo molto più “fantascientifico” dei due precedenti. Insomma, mi aspetta un 2022 di impegni e, spero, soddisfazioni!
ILARIA SOLAZZO
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