di MICHELE BRUCCHERI – PIETRAPERZIA. Un doveroso omaggio anche ai suoi nonni morti. Tema del suo studio: “Emergenza sanitaria Covid-19: implicazioni costituzionalistiche e penalistiche”
Nell’introduzione alla sua tesi di laurea in Giurisprudenza (magistrale di cinque anni), Michela Panevino cita la grande giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: “In Italia si parla sempre di diritti e mai di doveri. In Italia si finge di ignorare o si ignora che ogni diritto comporta un dovere, che chi non compie il proprio dovere non merita alcun diritto”. Chiarisce, inoltre, che “sintetizza così, in maniera ineccepibile, uno dei punti dal quale prende avvio la presente trattazione, ossia la duplice accezione dei diritti, in questo caso prendendo in considerazione il diritto alla salute come diritto dell’individuo e al contempo ‘dovere’ nei confronti della comunità sociale”.
Titolo della sua tesi di laurea, conseguita nei giorni scorsi all’Università Kore di Enna, è: “Emergenza sanitaria Covid-19: implicazioni costituzionalistiche e penalistiche”. Michela Panevino, 25 anni, di Pietraperzia (Enna), fidanzata con Giuseppe, ha ottenuto 110 e lode. Relatore è stato il professor Salvatore Curreri (co-relatore il professor Andrea Di Landro). L’ha dedicata al padre, Antonio Giuseppe, e ai nonni.
Prima di dipanare i passaggi salienti della sua brillante tesi universitaria, un accenno doveroso alla dedica. Al padre che è stato ricoverato per Covid-19 in ospedale per ben 34 giorni. E ai nonni, come anticipato. Al nonno paterno, Giuseppe, ricoverato lo scorso anno, a febbraio, per alcune patologie all’ospedale Umberto I di Enna dove ha contratto il Coronavirus. Accudito dal figlio poi contagiato (padre della neo laureata), superata l’infezione e negativizzato, posto successivamente in isolamento, è morto il primo maggio dell’anno scorso. Mentre la nonna materna, Paola, ricoverata all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta per altre patologie, dopo tre giorni rimase in coma e lo scorso 27 maggio morì. Da qui nasce la sua sentita dedica.
Questa giovane e brillante ragazza, scrive: “Oggi più che mai si avverte l’esigenza di definire in maniera chiara e puntuale quali siano le limitazioni cui un diritto può andare incontro per tutelarne un altro e fino a che punto sia ragionevole spingersi. Ci si è chiesti se la configurazione del diritto alla salute come (anche) ‘interesse della collettività’ ai sensi dell’art. 32 della Costituzione giustifichi le limitazioni imposte a diritti costituzionalmente garantiti”.
“Per fare ciò, nel primo capitolo l’attenzione è stata posta sul diritto alla salute come concepito dal costituente nonché sulla salute intesa come ‘uno stato complessivo di benessere fisico, mentale e sociale e non la mera assenza di malattie o infermità’ secondo la definizione datane dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – sottolinea la dottoressa Michela Panevino -. Si è inoltre fatto riferimento ai trattamenti sanitari obbligatori, con particolare riferimento alla vaccinazione e all’isolamento (anche) al fine di contestualizzare la trattazione alla situazione attuale creando così un ‘ponte’ tra i vari capitoli che risultano collegati da un filo logico volto alla comprensione della situazione attuale alla luce degli strumenti fornitici dalla Costituzione e, in ultima parte, dal legislatore in sede penale”.
Michela Panevino, brillante e volitiva, di grande umiltà che denota nobiltà d’animo, nonché di singolare dolcezza – raggiunta telefonicamente da La Voce del Nisseno – prosegue: “Nel secondo capitolo si è proceduto dapprima a ripercorrere le tappe fondamentali che hanno portato alla creazione del Sistema sanitario nazionale (1978) anche ponendo l’attenzione sulle problematiche derivanti dalla dislocazione delle risorse economiche a livello territoriale, specialmente a livello regionale. Si è infatti evidenziato che spetta alle Regioni e non allo Stato il compito di distribuire le risorse direttamente alle ASL”.
“Sempre con riferimento al rapporto Stato-Regioni si è poi proceduti all’analisi degli articoli 117-120 della Costituzione – continua – anche alla luce di una recentissima pronuncia della Corte costituzionale che si è, per la prima volta per l’occasione, pronunciata con ordinanza sospensiva nel merito”. “Al contempo, il secondo capitolo ha passato in rassegna gli articoli 76-77-78 della Costituzione nonché il sistema delle fonti, cercando di comprendere quali fossero gli strumenti in grado di rispondere contemporaneamente a esigenze di celerità, straordinarietà ed efficienza nonché gli strumenti concessi dalla Costituzione al Governo per legiferare”.
E precisa che “nel fare ciò, si è fatto un cenno anche alla legge n. 400/1988 che disciplina l’attività di Governo e l’ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e nel quale trova espressa disciplina il Dpcm inteso come atto amministrativo e non legislativo”. Nel terzo capitolo si è poi proceduto ad analizzare il problema del (difficile) bilanciamento dei diritti anche alla luce della necessità di una “tutela sistemica e non frazionata” secondo le pronunce della Corte costituzionale.
“Nell’analisi della limitazione dei diritti, si è fatto riferimento soprattutto al momento di maggiore tensione e compressione di essi e si è cercato di comprendere se queste risultino giustificabili; il modus operandi seguito per tale valutazione è stato quello di rapportare di volta in volta il diritto limitato, al diritto di cui all’articolo 32 della Costituzione e valutare se, in nome di tale diritto, le limitazioni siano state apportate nel rispetto dei principi di proporzionalità, adeguatezza e ragionevolezza”.
E conclude: “Nel quarto capitolo ci si è infine soffermati sullo studio delle implicazioni penalistiche analizzando le condotte punibili e i conseguenti reati che tali condotte possono integrare”. Michela Panevino, sollecitata dal cronista sui suoi progetti futuri, risponde: “Domandona del secolo! Da piccola, sognavo di fare l’avvocato. Spero di capire quale sarà il mio percorso”.
A microfoni spenti, dichiara che intende prendere un master per insegnamento e che è stata selezionata per espletare il servizio civile a Pietraperzia (si occuperà di doposcuola). Ovviamente non mancheranno corsi specifici per conseguire certificazioni utili alla sua formazione, per acquisire un ulteriore bagaglio di conoscenza e competenza da mettere al servizio della collettività.
MICHELE BRUCCHERI