Conduce un programma televisivo di grande successo. Maria Podigora, presentatrice calabrese, con la sua trasmissione esorta alla riflessione. Aiuta ad aprire gli occhi sulla realtà e soprattutto dà una mano a spalancare le porte del cuore. “Nel salotto di Maria – Generazioni a confronto” ha l’ambizioso obiettivo “di colmare il gap tra generazioni su tematiche sociali ed attuali”, racconta alla versione online de La Voce del Nisseno la bella, brava ed elegante conduttrice (è anche autrice e produttrice).
Di recente ha anche ritirato il prestigioso premio “Calabria che lavora Eccellenza Calabrese” come miglior trasmissione televisiva. Un riconoscimento importante che dà valore alla sua pregevole attività.
Considera questo suo importante programma, di straordinario successo, come suo “quarto figlio”. Parla alla società, racconta i chiaroscuri della vita. Affronta tematiche delicate e scottanti, con acuta intelligenza ed encomiabile sensibilità.
“Nella nuova edizione abbiamo trasformato le esterne in veri e propri reportage, vivendo esperienze toccanti ed entusiasmanti, riportando minuziosamente storie ‘vere’ all’interno dello studio. Anziani, disabili, padri separati e violenza sulle donne sono alcuni dei temi trattati, avrei bisogno di un libro solo per descrivere le emozioni provate”, dichiara al nostro microfono.
“Registrare una puntata all’interno di un penitenziario indubbiamente mi ha lasciato tanta tristezza nel cuore, ascoltare questi uomini raccontare i propri errori, il proprio pentimento, la perdita della libertà, le mancanze degli affetti, c’è bisogno di serie riflessioni da parte delle autorità e della società civile, da protagonisti o antagonisti tutti possiamo ritrovarci a vivere situazioni simili”, prosegue Maria Podigora.
Generosa ma abbottonata, ci confida: “Qualcuna delle tematiche che affronteremo nella prossima edizione? Non dovrei ma te ne anticipo solo due: penitenziario minorile, comunità di recupero per tossicodipendenti, ma non mancheranno momenti di leggerezza e spensieratezza. Basta Michele, ti ho detto anche troppo”.
Crede in Dio e ascolta con gioia Renato Zero. In questa nostra lunga conversazione, si racconta con dovizia di particolari e con amabile dolcezza. In onda sul canale 18 di Esperia TV, a Catanzaro, il programma la assorbe notevolmente. Con singolare pignoleria e tenace laboriosità lavora alle sue trasmissioni che ormai sono essenziali punti di riferimento.
Recentemente abbiamo avuto la gioia di trovarci insieme al tavolo della presidenza in occasione della presentazione del nuovo romanzo della scrittrice Mariella Buono. Io a moderare il meeting culturale, lei tra i relatori. E poi, ci ha ulteriormente uniti una gustosa e indimenticabile cena assieme ad amici. Una serata semplice e memorabile, di fecondo confronto dialettico e anche di spensierata allegria. Abbiamo deciso di realizzare un’intervista ed oggi, con somma letizia, la condividiamo con i nostri lettori digitali.
Sei la conduttrice di un format di successo: “Nel salotto di Maria – Generazioni a confronto”. Che tipo di programma televisivo è?
“Nel Salotto di Maria” nasce come intrattenimento giovanile, ben presto mi rendo conto del disagio e soprattutto della confusione generazionale che persiste tra loro. Il mio pensiero è subito andato alle vecchie generazioni che hanno lottato per renderci liberi, per darci un futuro migliore. Da questa base ho partorito quello che ho sempre definito il mio quarto figlio, “Generazioni a confronto”, che ha come obbiettivo principale quello di colmare appunto il gap tra generazioni su tematiche sociali ed attuali.
So che vi siete occupati di tematiche importanti e delicate. Ce ne ricordi qualcuna?
Sì, abbiamo trattato diverse tematiche ed ho voluto proprio iniziare dalla base, quindi “La Famiglia” che sta all’apice della costruzione di qualunque essere umano, quindi attraverso le diverse generazioni abbiamo riflettuto su come siano cambiati i valori ed il modo di affrontare la vita quotidiana. Abbiamo parlato dei “Social” che hanno contribuito alla rivoluzione delle relazioni sociali, sia in positivo che in negativo, ponendoci la domanda su quanto realmente ragioniamo sulla nostra vita virtuale…
Continua Maria.
È innegabile quanto sia cambiato il modo di amare oggi, vedere le differenze tra ieri ed oggi è stato incredibile, come è stato altrettanto incredibile vedere la dedizione dei volontari in varie associazioni operanti sul territorio, per arrivare poi a tematiche più delicate quali “Il femminicidio”, “Il bullismo” e ancora l’esperienza nel penitenziario.
Nella nuova edizione…
Nella nuova edizione abbiamo trasformato le esterne in veri e propri reportage, vivendo esperienze toccanti ed entusiasmanti, riportando minuziosamente storie “vere” all’interno dello studio. Anziani, disabili, padri separati e violenza sulle donne sono alcuni dei temi trattati, avrei bisogno di un libro solo per descrivere le emozioni provate.
Tu sei anche l’autrice e la conduttrice. Che tipo di impegno richiede questo ambizioso progetto?
Autrice, conduttrice e produttrice, puoi immaginare quanto impegno, ma più è l’impegno che dedico ad ogni singola puntata, più grande è l’arricchimento personale. Dal momento in cui prendo la penna per scrivere ogni singola puntata, cercando di perfezionarla, a volte mi capita di alzarmi nel cuore della notte, perché come si sa la notte porta consiglio e ripensando alla stesura apporto modifiche fino a che non mi ritengo soddisfatta. Anche nella conduzione, cerco di usare tutta la delicatezza e la sensibilità di cui ogni tematica ha bisogno, ovviamente con l’aiuto degli opinionisti con i quali ci confrontiamo, il regista e tutta la squadra tecnica impegnata nella realizzazione, affinché si confezioni una puntata piacevole al nostro pubblico. Quindi produrre ogni singola puntata comporta ovviamente notevoli sforzi ma tutti ripagati dalle soddisfazioni.
Le varie puntate sono strutturate?
Ogni puntata è singolarmente studiata in base alla tematica, dopo aver realizzato il reportage, questo viene portato in studio dove è esposto agli opinionisti di differenti età (dai 10 ai 75 anni) che si confronteranno facendo emergere le differenze di pensiero, in diversi casi abbiamo portato in studio anche testimonianze dirette che hanno suscitato molta emozione, alla fine del confronto traiamo il succo e invitiamo i numerosi telespettatori alla riflessione.
Quali sono stati gli ospiti che ti hanno colpito maggiormente, emotivamente parlando?
Gli ospiti che mi hanno colpito emotivamente? Beh parti dal presupposto che di natura pur essendo apparentemente una persona forte e per certi versi lo sono, la sensibilità e l’emotività mi appartengono, fanno parte del mio essere, quindi mi hanno colpito i papà separati, che dopo il fallimento di un matrimonio si trovano talvolta costretti a perdere la propria dignità di uomo e di padre. Ho pianto con le donne che raccontavano le violenze subite dai propri compagni e mi sono immersa negli occhi di un ospite non vedente che con tanta dignità ci ha raccontato come si può vivere immaginando il mondo senza averlo mai potuto vedere.
C’è stata qualche puntata che ha richiesto più sforzi, nel senso che ha incontrato più difficoltà per la realizzazione?
Come dicevo prima, tutte le puntate sono un mondo a sé. Tutto da esplorare. Richiedono impegno, attenzione, talvolta bisogna seguire un iter burocratico con tempistiche tutt’altro che televisive, attese, incontri con le istituzioni, permessi. Tirando le somme credo che la puntata più difficoltosa sia stata quella sulla violenza alle donne, ci siamo ritrovati di fronte a testimonianze scioccanti, con donne tutt’ora in pericolo, siamo stati costretti ad oscurare volti e modificare voci per l’estrema delicatezza delle situazioni affrontate.
Quale traccia ha lasciato, nel tuo cuore, la puntata realizzata all’interno del penitenziario?
Registrare una puntata all’interno di un penitenziario indubbiamente mi ha lasciato tanta tristezza nel cuore, ascoltare questi uomini raccontare i propri errori, il proprio pentimento, la perdita della libertà, le mancanze degli affetti, c’è bisogno di serie riflessioni da parte delle autorità e della società civile, da protagonisti o antagonisti tutti possiamo ritrovarci a vivere situazioni simili. Mi è rimasto impresso il racconto di un uomo che dopo tanti anni di carcere, in procinto di fine pena ha avuto un permesso, lo hanno portato in un centro commerciale per mostrargli come fosse cambiata intanto la società, la sua reazione è stata quella di voler rientrare subito in carcere, ha avuto paura, non dimenticherò mai i suoi occhi!
Nella nuova edizione, che novità ci sono?
Abbiamo appena concluso di registrare l’ultima puntata di questa stagione, ma sto già lavorando sulla prossima edizione con carta, penna, cuore ed anima pronta a regalarmi e a regalare emozioni ma soprattutto riflessioni che in questo periodo storico non sono mai abbastanza.
Quali temi affronterete ancora?
Qualcuna delle tematiche che affronteremo nella prossima edizione? Non dovrei ma te ne anticipo solo due: penitenziario minorile, comunità di recupero per tossicodipendenti, ma non mancheranno momenti di leggerezza e spensieratezza. Basta Michele, ti ho detto anche troppo!
Ormai siete alla quarta edizione del programma che registra un crescente consenso. In Calabria andate in onda sul canale 18 di Esperia TV. Ma so che siete anche su altre piattaforme. È così?
Abbiamo concluso questa edizione con share di ascolto che hanno ripagato ampiamente i sacrifici fatti, abbiamo esultato, gioito, ma l’attimo dopo ero già con i piedi piantati a terra pronta a dare ancora di più al nostro pubblico. Stiamo lavorando per dare una diffusione nazionale al prodotto, siamo già presenti sulla piattaforma Roku per i nostri emigrati negli Stati Uniti e in alcune reti associate.
I vostri telespettatori come commentano il vostro successo?
I nostri telespettatori sono il cuore del salotto, viviamo in simbiosi, ogni puntata riceviamo attestazioni di affetto, stima, ma soprattutto ci lega la voglia di vedere un mondo migliore dove far crescere i nostri figli.
Poche settimane addietro hai ricevuto un prestigioso premio. Ce ne parli?
Sì, durante una delle ultime registrazioni, ricevo una telefonata da un produttore, Franco Buccinà, che mi informa di dover ritirare il premio “Calabria che lavora Eccellenza Calabrese” come miglior trasmissione televisiva. Dopo il primo momento di felicità, realizzo che la mia creatura, nata e cresciuta con me ha iniziato a dare i suoi frutti, ogni cosa fatta con il cuore e la passione deve regalare soddisfazioni, così come nella vita di tutti i giorni, qualunque cosa facciamo se fatta con impegno i risultati arrivano… Deformazione professionale come in tutte le puntate, anche qui ho lanciato la mia riflessione! Battuta a parte, il premio oltre l’orgoglio per la piccola conquista è stato un monito, uno spunto per dare sempre di più e migliorarci.
C’è un modello di conduzione femminile a cui fai riferimento?
Un modello femminile a cui faccio riferimento? Non me ne viene in mente uno, mi piace e credo che ognuno dovrebbe avere la propria personalità senza scopiazzare quella degli altri, sebbene apprezzi tante donne dello spettacolo, penso che l’unicità renda liberi.
Chi, ad esempio, apprezzi di più nel panorama televisivo nazionale?
Beh, se parliamo di panorama nazionale, sono tanti gli artisti che apprezzo, da quelli di vecchia generazione Pippo Baudo, Mike Buongiorno o Enzo Tortora che facevano vera tv, elegante, curata a quelli di oggi più versatili e attuali Milly Carlucci, Maria De Filippi, Carlo Conti, ognuno con delle qualità diverse. Ecco se si potesse prenderei di ognuno la virtù che li caratterizza, ma quelle sono doti naturali, non si possono acquisire solo con la volontà!
Conosciamo un po’ di te. Che libri ami leggere?
Leggere è importante per la propria cultura, sebbene oggi diventa sempre più difficile ritagliarsi del tempo, leggere vuol dire entrare in altri mondi, spaziare con la fantasia! Amo leggere dopo una giornata ricca di impegni tra famiglia e lavoro, amo i romanzi d’amore e i libri di psicologia! L’ultimo libro che ho letto del quale sono stata anche Madrina ed ho scritto la presentazione si intitola “Oltre l’infinito di Sarah“ di Mariella Buono, la storia di una donna che soffre per amore tanto da rifugiarsi in un mondo tutto suo, appunto oltre l’infinito!
Qual è l’ultimo film che hai visto?
L’ultimo film “interessante“ che ho visto “Perfetti sconosciuti”. Quante coppie si sfascerebbero se uno dei due guardasse nel cellulare dell’altro? È la storia di un gruppo di amici di lunga data che si incontrano per una cena destinata a trasformarsi in un gioco al massacro. E la parola gioco è forse la più importante di tutte, perché è proprio l’utilizzo “ludico” dei nuovi “facilitatori di comunicazione” – chat, whatsapp, mail, sms, selfie, app, t9, skype, social – a svelarne la natura più pericolosa: la superficialità con cui (quasi) tutti affidano i propri segreti a quella scatola nera che è il proprio smartphone (o tablet, o pc) credendosi moderni e pensando di non andare incontro a conseguenze. Un film che dovrebbe far riflettere tutti noi.
Che tipo di musica ascolti?
Ascolto musica prettamente italiana. Amo i poeti e i cantautori, soprattutto della vecchia generazione. Il mio preferito è Renato Zero, credo che sia nei suoi testi che nella musica sia racchiusa la realtà più vera!
Quali sono i tuoi valori irrinunciabili?
Tendiamo a scegliere i nostri valori in base ad esperienze di piacere che desideriamo sperimentare (successo, relazioni sane, serenità). Avere dei valori ben definiti ci porta ad avere una vita equilibrata e a muoverci nella direzione della persona che vogliamo diventare. Il valore che non dovrebbe mancare ad ognuno di noi è Amare ed essere Amati. Il resto viene da sé… è quello che sento mio.
Qual è il tuo miglior pregio, come donna?
Il mio pregio? Sono una donna passionale in tutto quello che faccio.
E il tuo peggior difetto?
Il mio difetto? Sono testarda all’inverosimile anche a costo di sbagliare e di pagarne le conseguenze devo portare avanti le mie idee, potrei dirtene altri due o tre, ma me ne hai chiesto uno.
Credi in Dio?
Sì, credo in Dio!
Cosa pensi dei nostri giovani di oggi?
Della nuova generazione, penso che hanno tutti i mezzi per portare avanti il loro futuro, ma molti preferiscono i videogiochi ad un’uscita al pub, sono poco interessati al loto futuro e persino le prime cotte sono ritardate di qualche anno. Insomma tutto per loro, sembra poter aspettare ancora un po’. Non fremono dalla voglia di crescere e di diventare adulti. Quella stessa voglia che negli anni ’90 si sarebbe tradotta in una quasi ingestibile seppur passeggera ribellione. Non sembrano preoccuparsi molto del tempo che passa e, smartphone in mano, configurano tendenze e abitudini del tutto diverse dalle aspettative, e dico molti perché ci sono anche i giovani intraprendenti e vogliosi di farsi strada nella vita, in definitiva hanno un gran bisogno di Maestri di vita, e consiglio a tutti i giovani di passare un po’ di tempo con i nonni.
Tu hai un grande successo anche nei social network. Quale consiglio daresti per farne buon uso?
I social sono ormai il mezzo di comunicazione per eccellenza, ma non sempre se ne fa un uso costruttivo, sempre più spesso ci si nasconde dietro una tastiera ed uno schermo offuscando la vera vita reale, che è fatta di sguardi, di parole, di gesti che solo il contatto personale può dare. Sempre più spesso si delega un pc a sostituire il calore umano, e ancora una volta induco alla riflessione.
Hai la possibilità di scrivere un messaggio e di inserirlo in una bottiglia, da lanciare in mare aperto. Cosa scriveresti?
Michele ce ne vorrebbero milioni di bottiglie dove scriverei lo stesso messaggio: “La vita è breve, siamo solo di passaggio in questo mondo, cerchiamo di vivere con questa consapevolezza e la voglia di lasciare una traccia indelebile affinché ognuno di noi possa non essere dimenticato”. Ad maiora semper! Buona vita a tutti.
MICHELE BRUCCHERI
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