di MICHELE BRUCCHERI – L’EDITORIALE. “Abbiamo perso – in quei brutti giorni – testimoni preziosi e importanti della nostra storia: nonni, genitori, fratelli e sorelle, sacerdoti, medici, infermieri…”
Abbiamo vissuto un periodo difficile e pesante legato alla pandemia da Coronavirus. Il Covid-19 ha rovinato questa prima parte dell’anno. A tutti noi. Quest’esperienza, più unica che rara che ci è toccata in sorte, non verrà mai più dimenticata. Per la strage di morti, per aver messo in ginocchio l’economia, per avere bloccato socialmente quasi tutto il pianeta.
È stata una nuova sfida. Per tutti. Anche per noi dell’informazione. Una realtà inedita e incerta. Fatta di ansia, di contraddizioni, di errori, di paura… Abbiamo deciso, sin da subito, di raccontarla con equilibrio e serietà. Ovviamente dal sito web del giornale. Perché, purtroppo, l’edizione di marzo – pur essendo stampata – è stata bloccata dal lockdown e quella di fine maggio, invece, è inevitabilmente saltata. Ma poi ci torneremo.
Siamo orgogliosi, dunque, della nostra informazione. Lo scrivo con legittima fierezza e senza ipocrisie. Può sembrare un’opinione, ma è principalmente un fatto. Ringrazio chi ci ha scritto, elogiando il nostro ruolo professionale. Ci siamo stati con discrezione e autorevolezza. In quei giorni in cui anche la speranza sembrava essere soffocata dal dolore.
Abbiamo perso – in quei brutti giorni – testimoni preziosi e importanti della nostra storia, senza nemmeno una carezza o uno sguardo di consolazione. Nonni, genitori, fratelli e sorelle, sacerdoti, medici, infermieri… Queste persone, per la devastante realtà che si è creata nei mesi scorsi, “non hanno avuto la possibilità di sperimentare la solidarietà nell’afflizione, il conforto nell’umiliazione, la relazione nella fragilità” come ha scritto il cardinale Gualtiero Bassetti (presidente della Cei).
Opportunamente, nelle scorse settimane, è stata avanzata una proposta semplice e bella. Creare – il 18 marzo – il giorno della consapevolezza. Per non dimenticare. Un modo simbolico ma intenso di salutare, abbracciare, quei 35mila – tra uomini e donne – uccisi dal killer Coronavirus. Questo bastardo, vile e ingannevole, ha annientato tante vite. Morti veramente soli, senza una carezza e un ultimo, sacrosanto, sguardo; senza un funerale, vietato per evitare nuovi contagi.
Di questa immane tragedia, ricorderemo – tra le altre immagini – quella lunga colonna di camion dell’esercito italiano che trasportò, fuori Bergamo, decine e decine di bare nel cupo e assordante silenzio della città lombarda ferita a morte. Quelle bare, assieme a tante altre, non sono mai state numeri, ma storie. Vite spezzate. E quel Giorno della Memoria sanerà, in parte, le ferite che tutti noi ci portiamo nel cuore e nel ricordo. Ricordare sarà, allora, un po’ un far rivivere quelle persone sfortunate, violentemente strappate alla vita.
Anche la nostra informazione, soprattutto online in quel periodo complicato, è stata – ripeto – equilibrata, seria e rispettosa. Senza sensazionalismi o morbosità. Abbiamo raccontato quel segmento della nostra vita con moderazione e senso di responsabilità. Abbiamo dato “voce” a personalità autorevoli e qualificate. I fatti rigorosamente di cronaca sono stati riferiti con sobrietà e diligenza. Per onorare chi ha combattuto in prima linea per fronteggiare la pericolosa pandemia.
Anche se la capacità di manovra è stata ridotta, La Voce del Nisseno ha immediatamente attivato percorsi conoscitivi di notevole livello. Intervistando diversi protagonisti di elevata statura professionale, nonché umana. Ripercorrere, in parte, ciò che è stato fatto trasforma l’apparente opinione autoreferenziale in fatti oggettivi e incontestabili.
Chi avrà la bontà e la pazienza di approfondire, troverà questo scrigno nel nostro sito web. Noi, oggi e umilmente, tenteremo di ripercorrere le tappe principali, benché sia impresa difficile. Verranno, purtroppo, trascurati articoli e dettagli per evitare di essere prolissi. Già a fine febbraio avevamo riferito la presa di posizione dei sindacati sull’emergenza Covid-19. Nella fattispecie, la critica di assenza di prodotti disinfettanti negli uffici pubblici. Marzo, poi, è stato un mese particolare.
Abbiamo dato ampio spazio al clero che, tramite i collegamenti dai social, ha tenuto un filo diretto con la popolazione. Momenti di preghiera comunitaria ai tempi del Coronavirus. Dinanzi ai provvedimenti governativi restrittivi, che purtroppo bloccherà l’edizione del giornale e ci farà saltare l’evento per i 18 anni del nostro periodico d’informazione (era programmato per domenica 15 marzo), pianifico la nuova strategia comunicativa. Pur tra mille difficoltà operative e i timori di contagio, il sito del nostro organo di stampa diventa centrale e prezioso.
Intervisto Baldo Lombardo, un autista-soccorritore del 118 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nuova fase. Racconta la sua delicata esperienza operativa ed esorta a rispettare le regole: soltanto così il territorio non avrà conseguenze. Poi, intervisto una mia amica infermiera lombarda, Laura, che lavora in trincea al reparto di Malattie infettive di un ospedale in provincia di Milano. Una testimonianza importante. Sul sito, inoltre, la denuncia della farmacista Mariella Ippolito – ex assessore regionale e presidente di Federfarma Caltanissetta – che tuona: “Le terapie per gravi patologie rischiano di rimanere soffocate dall’emergenza Coronavirus”.
Ospitiamo anche un articolo interessante di un giovane studente, Raoul Giarratano, 14 anni, che narra la sua vibrante testimonianza ai tempi del Covid-19. Pubblica con noi il suo diario, come passa le sue giornate in quarantena per colpa del virus pericoloso: “Capisco – dirà – la situazione di chi ogni giorno vive in condizioni di povertà e malattia”. Ci dedichiamo alla via Crucis trasmessa dai social network, alle comunicazioni del sindaco Leonardo Burgio (Serradifalco), al ruolo della Croce rossa italiana. Filippo Giardina annuncerà che “siamo stati i primi in Sicilia ad aprire questo scenario di aiuti alla popolazione”. E Felicia Butera, nostra collaboratrice, scriverà delle riflessioni sul Covid-19.
Un’informazione di qualità anche ad aprile. Per noi, la qualità è la cifra del nostro mestiere. La quantità, sovente, fa perdere la qualità, anche ai tempi del Coronavirus. Su La Voce del Nisseno, modestamente, troverete notizie di qualità (cioè: di nostra produzione, scritte bene, con “voci” autorevoli, assenza di copia e incolla…). Peculiarità del periodo in esame è la Domenica delle Palme. Verrà trasmessa dai social. La gente mette un segno nei balconi e nelle finestre. La nostra Daniela Vellani, da Napoli, evidenzierà l’impegno di una scuola partenopea nel raccogliere una somma importante e da destinare all’azienda ospedaliera dei Colli. Scriveremo, inoltre, diversi articoli sull’Inail. Katya Maniglia, ad esempio, in un articolo, tuonerà: “Bisogna estendere anche alle casalinghe la presunzione semplice dell’origine professionale del contagio”. Tessera dopo tessera, si dà “voce” ai protagonisti del territorio per raccontare questo inedito periodo che ci ha travolto e stravolto.
Fiore all’occhiello sarà poi un’intervista importante alla dottoressa Cinzia Paladino. In esclusiva, ci racconterà l’emergenza Covid-19 da Marsiglia. Ci occuperemo della Settimana Santa trasmessa sul web, delle quattro linee-guida del vescovo Mario Russotto, della morte dell’impiegato serradifalchese Calogero Pera, di 54 anni appena… Era ricoverato da alcune settimane nel reparto di terapia intensiva all’ospedale di Caltanissetta. Una brutta notizia, annichilente e devastante. Chiederò all’arciprete Giovanni Galante uno scritto che pubblicheremo nel giorno della Santa Pasqua.
Pasquale Petix interverrà con alcuni articoli di peso: “La Resilienza e il Coronavirus”, su tutti (ma anche sul 25 Aprile e sul 2 Giugno). Forniremo poi, dopo un mese di spaventosa emergenza sanitaria, i dati ufficiali a quel momento, per “fotografare” l’esistente. Una radiografia fredda e asettica, sui casi positivi e le morti da Coronavirus nel Nisseno. Intervisterò inoltre una giovane ragazza, Monica Minicozzi, salva per miracolo grazie all’aiuto dei medici del Sant’Elia di Caltanissetta. Una testimonianza toccante parlare del suo intervento chirurgico al cervello.
Sul sito web del nostro giornale altre notizie importanti. La denuncia di Antonella Primavera di Tricarico: “Donne e bambini a rischio abusi a casa per l’emergenza Covid-19”. E ancora: interviste al cardiochirurgo Giuseppe Migliore, a Davide Chiarenza della Polizia di Stato… Ci occupiamo del libro scritto da due scienziati cinesi che descrivono il Coronavirus. La nostra finestra informativa avrà altre notizie rilevanti e qualificanti, scritte dalle colleghe Daniela Vellani e Silvana Lazzarino. Le nostre preziose collaboratrici arricchiscono il contenitore digitale de La Voce del Nisseno.
La nostra informazione di qualità ospiterà riflessioni su Coronavirus e Hiv, le prese di posizione della Uil sul Covid-19, le poesie di Rosa Di Martino, la lettera aperta di padre Alfonso Bartolotta, ma soprattutto – e siamo già agli inizi di maggio – dedicherò alcuni articoli al sacerdote Filippo Bonasera. Dapprima, il primo maggio, un pezzo che annuncia la sua morte, poi un mio ricordo che tratteggia il profilo umano e pastorale del prete e, infine, il reportage del funerale e del corteo nella “sua” Serradifalco. Un giorno memorabile, straziante, emozionante.
Riesco a intervistare l’oncologo campano Paolo Ascierto che dà le prime risposte farmacologiche all’epidemia in corso, Daniela Vellani pubblicherà un articolo sul mondo della scuola e il ruolo da protagonista che ha avuto nell’emergenza; raccontiamo la storia di autismo di una ragazza di Bergamo, di Adnan ucciso dal caporalato… Ci sarebbero poi le mie interviste alle scrittrici Franca Amico, Maddalena Caprara, Antonietta Micali, Ester Cecere, alla cantante Adriana Spuria, alla professoressa Simona Modeo… L’elenco sarebbe lungo. Ci fermiamo qui.
Questo excursus, rapido e sommario, testimonia concretamente il valore della nostra informazione nel periodo più critico della nostra esistenza. Il Coronavirus è una brutta bestia e noi abbiamo cercato di domarla con la forza delle parole, delle immagini, dell’informazione di qualità. Anche il sito web del giornale è un ricco patrimonio di conoscenza e di sapere. Cercheremo, nonostante le difficoltà legate alla spaventosa emergenza sanitaria, di fronteggiare pure con il cartaceo la difficile situazione. La Voce del Nisseno continuerà ad essere antenna e sentinella del territorio.
MICHELE BRUCCHERI