di MICHELE BRUCCHERI (foto di EMMA QUARTULLO) – L’INTERVISTA. Giornalista e organizzatrice di eventi, di origine toscana ma romana d’adozione, lo scorso 20 luglio ha festeggiato i suoi 50 anni di età
Anni di duro lavoro, di semina. E poi, il meritato raccolto. Dopo enormi sacrifici, raccoglie i frutti. Lisa Bernardini, 50 anni lo scorso 20 luglio, di origine toscana ma romana d’adozione, è grande amica de La Voce del Nisseno. E a cuore aperto, si racconta. Un bilancio umano e professionale. Giornalista ed organizzatrice di eventi, è presidente dell’associazione culturale “Occhio dell’Arte”. Vanta un bagaglio professionale ricco ed eterogeneo, una vorace passione per la fotografia. “La vita è cambiamento”, osserva al termine della nostra lunga e piacevole intervista.
Vulcanica e solare, dalla volontà di ferro e dall’eloquio fluente, è un’attiva protagonista della Cultura in Italia. Una brava professionista che sa muoversi abilmente e sapientemente nel mondo della comunicazione. Ha incontrato una miriade di personaggi famosi, elencarli sarebbe impresa titanica. Cinquantesima candelina, dunque, per questa brillante ed estrosa donna, professionista eclettica e dinamica. Cin cin e ad maiora!
La domanda iniziale è, apparentemente, la più scontata, ma anche – a mio avviso – la più difficile. Pochi giorni fa, hai spento la tua cinquantesima candelina. Qual è il tuo bilancio umano?
Mi piace raccontare che il 20 luglio ho festeggiato i miei 25×2 (sorride mentre lo dice, ndr). Mi sembra ieri di aver lasciato la mia famiglia di origine per trasferirmi a Roma. Avevo 18 anni. Sono nata a Follonica, ridente cittadina del Tirreno. Subito dopo la maturità scientifica ho salutato tutti. Hai presente “Vado a comperare le sigarette e torno?” Bhè, una cosa simile. Non mi hanno più visto tornare. Della Maremma ho il temperamento sanguigno ed istintivo, e crescendo la saggezza dell’età non è probabilmente aumentata. In compenso, ho visto aumentare la mia voglia di sperimentare e di vivere appieno.
Ci fai un esempio?
Il Buddismo a cui ho aderito da un bel po’ di anni mi aiuta a centrarmi, perché tendo a disperdere energie e pensieri. L’esperienza più bella ed importante della mia vita è stata la maternità: Davide, 22 anni, è il mio capolavoro. La traccia personale che lascerò nel mondo, il senso delle mie fatiche, l’aspetto assoluto e puro dell’Amore. Davide assomiglia fisicamente molto al padre ma trovo che abbia la mia stessa sensibilità ed il modo creativo che ho io di guardare al mondo; al contempo, ha migliorato tutto ciò che ha ereditato da noi genitori. Sta in cerca della sua strada; è molto intelligente e dotato di una spiccata curiosità. Come tutte le madri, mi auguro per lui il meglio. Sa che mi troverà sempre al suo fianco.
Come madre, come sei?
Sono stata una madre apprensiva, che ha anche sbagliato, ma ritengo di essere stata vera in tutti i miei errori. Ho mostrato con la mia vita che chi ama non è mai perfetto, e che la perfezione non è una qualità da inseguire ad ogni costo. Importante è che non manchi mai l’amore. Gli esseri umani possono sbagliare per poter avere l’occasione di imparare le lezioni del tempo. Lo sprono ad essere sé stesso, ad effettuare scelte consapevoli avendo in mente i valori etici con cui è cresciuto, a chiedere scusa ogni volta che si trova a commettere errori, e a vivere in linea con quello che sente. A cercare l’equilibrio nella via di mezzo. Come madre mi promuovo bene; come moglie molto meno. Come donna, in generale, penso di meritarmi nel complesso un 7 e mezzo (scoppia in una fragorosa risata, ndr).
La tua attività professionale è eterogenea e articolata. Una tua grande passione è stata ed è la Fotografia. Come ricordi quel periodo?
La Fotografia per me è stata uno spartiacque di vita. Incontrata per caso e continuata per scelta, ha significato creatività, sentimento, passione, catarsi; soprattutto conoscenza, introspezione e analisi spietate di me stessa e del mondo. Franco Fontana, poi, è stato il mio incontro magico con il destino. Con Franco ho conosciuto i colori, l’invisibile che diventa visibile; ho potuto osservare il microcosmo che mi porto dentro e che ho imparato a trovare fuori, nel macro. La Fotografia del resto è un pretesto: mi ha insegnato a capire chi sono, a scoprirmi nel profondo. “Prima di diventare, bisogna essere”, dice Fontana, che è maestro di vita più che di fotografia. A lui devo il coraggio di conoscermi. E di esprimermi non smettendo mai di giocare. Oggi dedico purtroppo alla Fotografia non il tempo che meriterebbe di avere nella mia vita, ma il tempo che posso dedicarle, che non è molto.
Hai anche pubblicato un importante libro, devolvendo i proventi per una causa filantropica. È così?
Sì, ed è un’avventura che in qualche modo abbiamo condiviso insieme, caro Michele. Mi hai scritto una bellissima prefazione, all’epoca, che ha contribuito a cementare la nostra profonda amicizia. “S-Guardi from Ethiopia Inside – Fotografare Attraverso”: questo è stato il mio lavoro fotografico sull’Etiopia di qualche anno fa, una raccolta fotografica degli sguardi e della realtà di quel Paese che sembra così lontano dalla nostra vita di tutti i giorni. È stato possibile acquistare il libro e finanziare l’opera per la costruzione di una scuola, un pozzo ed un serbatoio idrico a Jiiga, affidata alle Suore Cappuccine di Madre Rubatto. Un viaggio “Fuori” e “Dentro”; “Inside” e anche “Attraverso”: questo è stato il senso del mio percorso fotografico e umano. Grazie a te, sono venuta in Sicilia e abbiamo avuto occasione di parlare a lungo di questo popolo meraviglioso.
Nel corso della tua intensa attività lavorativa e professionale, hai promosso numerosi e prestigiosi eventi culturali. Elencarli tutti sarebbe impresa titanica. Ci presenti i tuoi progetti più importanti?
Sono Presidente di una Associazione culturale no profit, l’”Occhio dell’Arte”, che si occupa attivamente dal 2011 di Cultura a tutto tondo. Lo sai bene, facendo tu parte del Comitato Scientifico. Negli anni posso ben dire di aver fatto tanta gavetta; mi sono specializzata molto nel trattare tematiche interculturali e legate al mondo femminile. Argomentando di Arte, Musica, Spettacolo e non dimenticando mai la Solidarietà, ho provato a spiegare il mondo fluido della Contemporaneità, come lo definirebbe Zygmunt Bauman. Ho creato tanti format nazionali, come il Photofestival Attraverso le pieghe del tempo, e contenitori a favore della Donna come “Storie di Donne”; mostre d’Arte di pregio e anche cornici legate al mondo dell’Informazione e del Giornalismo. Penso come direttore artistico ed organizzatrice di eventi di aver fatto un buon lavoro negli anni. Sicuramente, mi sono attivata con coscienza e grande impegno.
Sei anche giornalista. Un ruolo significativo che eserciti con dedizione e impegno. Di cosa ti occupi, essenzialmente?
Di Cultura. Curo eventi e personaggi culturali, tratto tematiche contemporanee, faccio l’ufficio stampa delle cornici che creo. Insomma, faccio Cultura a tutto tondo. Mi auguro di farlo con buoni risultati.
In questi anni, hai incontrato e conosciuto parecchi personaggi famosi. Con taluni, inevitabilmente, grazie anche alla tua innata empatia, siete diventati pure amici. Ce ne ricordi qualcuno?
Anthony Peth, Michele Cucuzza, Francesca Alotta, Lino Patruno, Giovanni Brusatori, Roberta Beta, Stefano Mainetti, Marco Tullio Barboni, Barbara Enrichi, Claudio Simonetti… Sono amica di tante persone, con qualcuno di più di altri, è vero, ma come faccio a ricordarne qualcuno senza far torto agli altri?! Un abbraccio ai miei amici!
Senza ombra di dubbio, per tutti, il cammino professionale comporta difficoltà e ostacoli. Quali sono stati i tuoi momenti critici?
Quelli che sono coincisi con i miei cambi di pelle. Ho fatto tanti lavori diversi nella mia vita; come donna, ho cambiato molti abiti, ed ogni volta, ho ricominciato da capo.
So che hai in cantiere anche un libro. Cosa possiamo anticipare ai lettori de “La Voce del Nisseno”?
Sarà un libro di interviste, con un filo conduttore tematico comune che non svelo, e che mi sarà pubblicato da Pegasus Edition; è un lavoro che richiederà molto tempo per essere ultimato, al momento sono davvero agli inizi. Se riuscirò ad ultimarlo tra un anno e mezzo, sarò stata molto veloce.
Tu sei poliedrica e vulcanica. Di grande dinamismo e fortemente creativa. Quali sono i tuoi prossimi progetti, nonostante il periodo di incognite legato al Coronavirus?
Dedicarmi alla stesura del libro di cui accennavo qualcosa. Fotografare (approfittare del fatto che gli eventi sono fermi per dedicarmi a questa mia passione viscerale); continuare a fare regolare opera di ufficio stampa per le persone che curo abitudinariamente (molte di loro da anni) e per i tanti clienti occasionali che mi scelgono.
Concludiamo con un messaggio: quale riflessione ci regali?
A me piace citare spesso questa di Alessandro Baricco: “La vita si ascolta così come le onde del mare… Le onde montano… crescono… cambiano le cose… Poi, tutto torna come prima… ma non è più la stessa cosa…”. La vita è cambiamento, ed è il cambiamento che vale la pena sempre di affrontare. Nel bene o nel male. Oddio, non starò in realtà diventando troppo saggia?! (sorride con gli occhi, ndr).
MICHELE BRUCCHERI