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Laura Novello

Scrive per i bambini che adora. Che coccola con le sue parole e con le sue favole. Laura Novello, quarantenne veneta, laureata in Economia Aziendale, ama scrivere, leggere, disegnare ed inventare racconti per i bambini. Una scrittrice delicata e sensibile, sposata, madre di quattro figli, due dei quali gemelli.

Un quinquennio addietro ha ricevuto una prestigiosa medaglia d’argento dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Un prezioso riconoscimento che ricorda con immensa gioia ed infinito orgoglio. Venne premiato il suo racconto intitolato “Il volo di Giorgia”, una fiaba tenera ed intensa. Ecco l’intervista rilasciata a “La Voce del Nisseno”.

Una domanda di prammatica: ricordi quando nasci come scrittrice?

“Mi è sempre piaciuto inventare storie e scriverle, ho iniziato quand’ero bambina e non ho più smesso, ma potrei individuare il momento in cui sono diventata scrittrice quando ho iniziato a pubblicare i miei racconti sulla collana Cantastorie della Città della Speranza. Se prima scrivevo sostanzialmente per i miei figli, da quel momento ho iniziato a scrivere per tutti i bambini”.

Il tuo primo libro s’intitola “Le avventure di Alessia e Marco”. Di cosa tratta?

“E’ una raccolta di tre racconti, illustrata dai ragazzi della scuola superiore Boscardin di Vicenza a seguito di un concorso scolastico ed edita da Input Edizioni. Alessia e Marco, i protagonisti, sono due fratellini coinvolti in avventure fantastiche. Nel primo racconto scendono nella città di Mareblù per salvare le principesse sirene, nel secondo, si trovano improvvisamente scaraventati nel Mondo di Paura popolato da streghe, fantasmi e mostri di ogni tipo, nel terzo devono raccogliere la pericolosa eredità della ziastra stregastra Ernastra…”.

L’anno seguente pubblichi un altro libro dal titolo “Gemelli” che ha riscosso un notevole consenso e dal sottotitolo assai originale. Me ne parli?

“Il titolo completo è : ‘Gemelli! Come cavarsela dall’attesa al primo anno di vita ed essere felici’ ed è edito dalla Casa Editrice Mammeonline. E’ una guida rivolta alle mamme in attesa di gemelli o con gemelli appena nati, in essa riporto la mia esperienza di mamma di gemelli, accompagnando la lettrice dalla gravidanza al primo anno di vita dei bimbi con i miei consigli, come farebbe un’amica o una sorella. Ci sono numerosi suggerimenti di ordine pratico e psicologico”.

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Laura Novello

L’ultima tua fatica letteraria è “Il volo di Giorgia” , con illustrazioni di Matteo Gaule. Cosa racconta?

“E’ la fiaba, dolce e avventurosa di una bimba, Giorgia, che per un giorno vola nel cielo su di una nuvoletta, incontra animali e piante e da loro riceve importanti messaggi per gli uomini. Questo libro è stato pubblicato dalla Casa Editrice Mammeonline con il sostegno di Mitocon Onlus, un’associazione che lotta contro le malattie mitocondriali che colpiscono per la maggior parte i bambini. Questa fiaba, infatti, piaceva molto a una piccola ammalata, che si chiamava Giorgia, come la protagonista. Giorgia Festa non è più fra noi, ma questa fiaba che lei leggeva da semplici fogli dattiloscritti, ora è diventata un libro illustrato con l’intento di far conoscere le malattie mitocondriali e l’operato dell’Associazione Mitocon Onlus”.

Che cosa sono le malattie mitocondriali? E di cosa si occupa l’associazione Mitocon Onlus?
Le malattie mitocondriali sono un gruppo molto numeroso di malattie ereditarie causate da mutazioni genetiche che determinano il cattivo funzionamento dei mitocondri. Queste malattie si presentano soprattutto nella prima infanzia e nella preadolescenza. La caratteristica comune è una degenerazione più o meno rapida dei diversi organi colpiti dal difetto genetico (cervello, sistema nervoso, cuore, fegato, occhi, muscoli ecc.). Ogni malato mitocondriale ha una storia a sé, necessita di analisi e di terapie personalizzate e l’assistenza di medici e operatori sanitari di diverse specializzazioni. Mitocon Onlus è l’associazione di volontariato che si occupa di queste patologie, dando supporto ai pazienti ed alle loro famiglie e promuovendo la ricerca di terapie che, a tutt’oggi, non sono ancora efficaci”.

Ami inventare favole e scrivi essenzialmente per i bambini. Come nascono le tue storie letterarie?

“Ho molta fantasia e a volte mi capita di vedere il mondo a ‘cartoni animati’. E’ come se io guardassi al di là delle cose… In cielo c’è un gabbiano, ma è così grande e affascinante che a me pare un’aquila, passa un camion cisterna, magari con rimorchio e davanti ai miei occhi incantati appare un enorme bruco metallico… E’ il mio lato di bambina che riaffiora e mi permette di immedesimarmi con i miei giovani protagonisti. A volte una storia nasce da una discussione con uno dei miei figli, altre, invece, da  un’esigenza didattica di un insegnante con cui mi confronto oppure, talvolta, solamente da una vaga idea nella mia testa”.

So che hai pubblicato nell’ambito della collana “Cantastorie” della Fondazione Città della Speranza molti racconti, con cadenza annuale. Sono sei segmenti interessanti. Qual è il “succo” di questo progetto editoriale?

“Non si tratta di un progetto editoriale predeterminato, quanto piuttosto del frutto di un’esperienza che si è sviluppata con semplicità, anno dopo anno. La Fondazione Città della Speranza si prefigge di favorire l’assistenza, lo studio, la ricerca scientifica prioritariamente nel campo delle patologie oncoematologiche pediatriche e di sostenere progetti di aiuto all’infanzia. Nel 2002 la Città della Speranza raccolse alcuni racconti offerti da scrittori veneti in un libro dal titolo ‘Cantastorie’, venduto poi per finanziare i progetti di ricerca. L’iniziativa, che riscosse un grande consenso, fu ripetuta negli anni successivi, io entrai nella squadra nel 2003”.

Nella tua intensa attività letteraria, vi è inoltre una copiosa produzione di racconti brevi editi da un mensile. Come mai?

“Via Vai Edizioni, ora Via Vai Magazine, è un mensile conosciuto e amato nella mia zona per i suoi articoli di vario genere, mancava la rubrica per i bambini; nel 2006 la redazione ha accolto la mia offerta di collaborazione e da allora ogni mese escono i miei raccontini o le filastrocche. Scrivere su Via Vai Magazine, per me è un modo per essere vicina ai bambini della mia zona, molti dei quali ritagliano la mia pagina per collezionare i racconti”.

Qual è l’identikit dei tuoi lettori? Chi sono?

“Per ora, bambini dai 3 ai 10 anni. Presto, spero, anche i piccolissimi dagli 0 ai 3 anni, con un progetto che coinvolge anche l’illustratore Matteo Gaule e in futuro, magari, i ragazzi dagli 11 anni in su a cui si rivolgerebbe un romanzo che ho nel cassetto…”.

Potresti anticipare qualcosa in merito a questo romanzo, prossimo ad emettere i primi vagiti?
“Giusto tre cosine: un amore adolescenziale tra due giovani molto diversi, una tragedia del passato che ritorna, una profezia…Ti ho incuriosito?”.

Attenderemo pazientemente. So che hai partecipato, attivamente, a diversi laboratori presso istituti scolastici. Che tipo di progetti sono stati?

“Progetti diversi in base alle esigenze degli insegnanti e naturalmente all’età dei bambini. Nelle scuole dell’infanzia: lettura ad alta voce dei miei racconti, seguita da laboratori in cui i bambini costruivano i personaggi utilizzando vari materiali o si improvvisavano attori e drammatizzavano le semplici vicende proposte nelle storie. Nelle scuole primarie, ancora incontri di lettura ad alta voce dei miei racconti, seguiti da discussione di gruppo, oppure, laboratori di scrittura creativa”.

Nel giugno di un lustro addietro hai ricevuto un prestigioso riconoscimento, addirittura da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Come ricordi quel premio?

“Certo! Una medaglia d’argento che fa bella mostra su di una mensola nel mio salotto! Si tratta di una segnalazione al Premio Nazionale Santa Chiara di Udine, XX edizione. Il racconto premiato è: ‘Il volo di Giorgia’, pubblicato quest’anno dalla Casa Editrice Mammeonline”.

Quest’anno hai inanellato un altro successo, una segnalazione importante. E’ vero?

“Sì, una mia raccolta di sei poesie è stata segnalata al XXII premio Nazionale Arpalice Cuman Pertile di Marostica (Vicenza) nella sezione Poesia Infanzia e pubblicata negli atti del premio”.

Che libri leggi nel tempo libero?

“Mi piace l’avventura e il fantasy, ma anche le storie vere o verosimili. Adoro Stephenie Meyer e ho letto tutti d’un fiato i libri della sua saga. Da poco ho scoperto Anne-Laure Bondox, con ‘Le lacrime dell’assassino’ e ‘La vita come viene’. ‘La custode di mia sorella’ di Jodi Picoult mi è piaciuto molto e mi ha fatto riflettere. ‘Madre di diecimila figli’ di Christel Martin è un altro libro che mi ha colpito moltissimo. Se un libro mi appassiona non riesco a smettere di leggerlo e lo finisco troppo in fretta, poi, talvolta lo rileggo per gustarmelo ancora”.

Se tu fossi una scrittrice del passato, chi ti piacerebbe essere e perché?

“Louisa May Alcott perché con ‘Le piccole donne’ e gli altri suoi romanzi ha fatto sognare generazioni di bambine e ragazze”.

Che musica ami ascoltare? E perché?

“Ci sono delle canzoni a cui sono particolarmente affezionata perché mi ricordano momenti speciali della mia vita. Fra queste: ‘Con il nastro rosa’ di Battisti perché l’ascoltavo insieme a mio marito quand’eravamo fidanzati nei pomeriggi d’inverno ed era un invito a sognare il nostro futuro. ‘El bandolero stanco’ di Vecchioni perché lo ascoltavo quand’ero in attesa di Anna, la mia prima figlia e ricordo la gioia, le speranze e le aspettative di quei momenti”.

So che ami disegnare. Cosa?

“Quando sono in vacanza spesso faccio ritratti ai miei familiari con la matita grigia o colorata e… puntualmente li perdo! Quando invento una storia, traccio sempre su di un foglio lo schizzo del personaggio, mi aiuta a pensare. Spesso disegno per i miei bambini più piccoli che poi colorano. Penso che il disegno sia un modo per esprimersi un po’ come la scrittura, io ho scelto di specializzarmi in quest’ultima, perciò lascio illustrare a chi è più bravo di me”.

Quali sono i tuoi pregi e, diametralmente opposto, quali sono – se ci sono – i tuoi difetti?

“Dunque, i pregi… sono dolce, serena, positiva, piena di entusiasmo e sempre sorridente… I difetti, tantissimi! Non sono una brava cuoca, non so cucire, ho un pessimo senso dell’orientamento e mi perdo dovunque; quando vado in macchina, ahi! Ahi! Ahi! Meglio se guida qualcun altro! Talvolta ho la testa per aria… E’ sufficiente?”.

Quali sono i valori ai quali credi strenuamente?

“Nella famiglia e in Dio”.

Cosa pensi dei giovani di oggi?

“Che hanno grandi potenzialità, ma, forse, poco spirito di sacrificio. Sono bombardati dai media che propongono loro modelli di vita splendidi, ma ingannevoli che certo non conducono alla felicità. Se questa esiste, infatti, è da ricercare in una dimensione interiore che va conquistata un po’ alla volta. Forse, se capissero questo crescerebbero e vivrebbero meglio…”.

Dulcis in fundo, quali sono i tuoi prossimi progetti editoriali?

“Bella domanda, sono tanti, ma non so quali potranno concretizzarsi prima. Come ho detto, c’è un libro rivolto ai piccolissimi, 0-3 anni. Poi, c’è il Porcellino Giovannino, una serie di racconti pronta a diventare altrettanti libri grazie ai magnifici disegni di Matteo Gaule. Il personaggio del Porcellino Giovannino è già su MySpace e anche su Facebook ed è conosciuto in alcune scuole dell’infanzia della nostra zona dove ho svolto laboratori con i bambini”.

MICHELE BRUCCHERI

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