di MICHELE BRUCCHERI – L’EDITORIALE. Tra lettore e libro si crea una magia. Una forte emozione. La lettura è veramente una immortalità all’indietro, come sosteneva il grande Umberto Eco
Non sempre possiamo leggere tutti i libri che vorremmo. Ma certamente leggere è non solo un piacere e una gioia per il cuore e per la mente, ma anche – o soprattutto – un’arte. Leggere fa bene, senza ombra di dubbio. Tra lettore e libro si crea una particolare magia, che è difficile spiegare. E’ un’emozione forte e bella, che va provata. Gli ultimi libri che ho letto mi hanno suggerito l’editoriale da scrivere. Nel leggerli, li ho scelti casualmente e disordinatamente. Ma tutti hanno un filo logico.
LA PRECISIONE DELLE PAROLE. C’è, ad esempio, “Con parole precise” di Gianrico Carofiglio. Mi è stato regalato dall’insegnante Maria Grazia Tona, vedova del dottor Alessandro Rizzo. Alla morte del famoso medico, ho scritto un articolo e – bontà loro – lei e la sua famiglia hanno voluto donarmi un libro che ho letto voracemente con grande curiosità e forte trasporto (riporto la bella dedica che mi è stata indirizzata: “La parola schietta e amica che fa memoria e ricompone le immagini del passato è, nei momenti del dolore e del compianto, sollievo e luce, imprime forza all’agire, dà vita sempre nuova al ricordo. Un sentito grazie”).
Il mio umile e nobile proposito è condividere, oggi, con i lettori del nostro periodico d’informazione La Voce del Nisseno questi titoli e alcuni contenuti. Vorrei trasmettere questa “sete” di sapere e questa voglia di lettura. Un libro è sempre un ottimo amico.
“Non è possibile pensare con chiarezza se non si è capaci di parlare e scrivere con chiarezza”. Sono le parole del filosofo John Searle che il magistrato-scrittore pugliese riporta nel prologo. Il libro poi ci ricorda che tutto sta nella parola e che abbiamo il dovere di giustezza. Ovviamente non è mia intenzione recensire i libri che vi presento con questo umile articolo. Voglio semplicemente segnalare questi volumi e mostrare un po’ il loro prezioso “miele”. Parafrasando Karl Popper, il “dovere morale” che attribuiva agli intellettuali (oggi l’impegno di “mirare alla semplicità e alla chiarezza” riguarda tutti) va esteso a tutti i cittadini.
RACCONTARE I PROTAGONISTI. Un altro libro interessante che ho divorato è “L’intervista – I 70 italiani che resteranno” di Aldo Cazzullo. Il giornalista piemontese e firma autorevole del “Corriere della Sera” racconta i principali personaggi della nostra amata Italia (“In realtà – scrive – il protagonista è il nostro Paese, è un po’ il romanzo collettivo dei grandi italiani”). Si tratta di una recente raccolta di conversazioni importanti: si va da Matteo Renzi a Rita Levi Montalcini e in mezzo ci sono numerose figure di primo piano (Enrico Letta, Jovanotti, Bocelli, Vasco Rossi, Di Pietro, Piercamillo Davigo, Riccardo Muti, Prodi, Celentano, Renzo Piano, Camillo Ruini, Morricone, Cossiga, Carlo Maria Martini, Napolitano, Camilleri, Alberto Sordi, Ciampi, Andreotti, solo per citare alcuni nomi, dal più giovane al più anziano, vivo o morto che sia). Come scrive Cazzullo, “ho un solo rimpianto: ci sono poche donne”.
Leggendo il suo libro, ho ripensato alle mie tre monografie intitolate “Ritratti serradifalchesi”. Risalgono ad oltre un decennio fa. Lo spirito è, comunque, lo stesso: narrare i principali protagonisti della vita sociale e culturale. Analogamente al famoso collega, però, entro fine anno pure io pubblicherò – non un libro – una monografia con mie celebri interviste (Violante, Cuffaro, Fini, Baudo, Ron e Frassica, su tutti).
SCRIVERE RITRATTI. Un altro libro di notevole valore è “Mr Gwyn” di Alessandro Baricco. Mi è stato regalato, ad aprile, per il mio compleanno. Un romanzo avvolgente. Si tratta di uno scrittore (il protagonista) che ama la vita e che, inopinatamente, vuole smettere di scrivere. Ma non per una crisi di ispirazione. Vuole cambiare prospettiva. “Gli mancava il gesto dello scrivere, e la quotidiana cura con cui mettere in ordine pensieri nella forma rettilinea di una frase”, scrive lo scrittore torinese. E poi: “Gli ritornava quel bisogno di scrivere”; “Prese a scrivere mentalmente”; “Non siamo personaggi, siamo storie”. Infine: “Tutti siamo qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invano cerchiamo negli scaffali della nostra mente”. Un libro alquanto originale, dove Baricco entra nelle simmetrie segrete di un mistero particolare. “Muove due formidabili personaggi – si legge nella quarta di copertina – che a metà romanzo si passano il testimone, e se a Mr Gwyn tocca mischiare le carte del mistero, una ragazza ha il compito di ricomporre la sequenza per arrivare a una ardita e luminosa evidenza”. Uno scrittore che scrive ritratti.
PARLARE DEI LIBRI CHE PIACCIONO. Anche “La donna dai capelli rossi” del Premio Nobel per la Letteratura, Orhan Pamuk, “parla” di scrittura. Non vi racconto la storia, ovviamente. Il libro va letto. Inizia così: “Volevo fare lo scrittore”. E mi piace citare questo passaggio: “Non c’era felicità più grande, secondo mio padre, che sposare una ragazza dopo aver letto dei libri insieme a lei, in nome di un comune ideale”. E nella seconda parte c’è questa frase: “Mi piaceva parlarle dei libri che leggevo”. E poco prima della chiusura del libro, lo scrittore turco fa dire ad un personaggio: “La forza della nostra personalità non c’è data solo dalla libertà, ma anche dalla storia e dai ricordi”.
LA POESIA E’ UNA GIOIA. Dei cinque libri di cui vi sto parlando (scrivendo), “L’invenzione della poesia” dello scrittore argentino Jorge Luis Borges è l’ultimo volume che ho letto e del quale, brevemente, vorrei riferire ai nostri lettori. Comprato otto anni fa, questo libro mi è venuto incontro nelle scorse settimane e l’ho letto con gusto e piacere. Sono le lezioni americane del grande autore. Condivido alcuni brani che ho sottolineato con la mia fedele matita: “La poesia è una passione e una gioia”; “I libri sono solo occasioni di poesia”; “L’arte accade ogni volta che leggiamo una poesia”; “Ho avuto molti maestri nella mia vita. Sono fiero di essere un allievo, un buon allievo, spero”.
Ed ancora: “Sono convinto che ogni libro meriti di essere letto”; “Ritengo il libro un’occasione di bellezza”; “Ognuno di noi sa dove trovare la poesia”; “Non credo che gli uomini si stancheranno mai di raccontare o di ascoltare storie”; “Noi sentiamo la bellezza di una poesia prima ancora di pensare al suo significato”. E lui che scrive dell’enigma della poesia, della metafora, della narrazione di un racconto, della musica della parola e della traduzione, alla fine ci consegna ulteriori parole belle: “Mi è accaduto di avventurarmi a scrivere, ma ritengo che quello che ho letto sia molto più importante di quello che ho scritto”.
“LA LETTURA E’ UNA IMMORTALITA’ ALL’INDIETRO”. Borges, ancora, dichiara: “Il lettore non ha problemi, non ha preoccupazioni: è lì, pronto per la felicità. E la felicità, quando si è lettori, è frequente”.
Ha perfettamente e pienamente ragione. Esistono un sacco di aforismi sui libri o sulla lettura, sulla scrittura. Concludo con una splendida frase di Umberto Eco. Dà senso a ciò che ho voluto rappresentare con il mio inchiostro: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro”.
MICHELE BRUCCHERI