di GRAZIELLA MORREALE (riceviamo e pubblichiamo) – L’ANALISI. Una settimana fa è terminato il Festival di Sanremo. Riflessione personale e collettiva dell’insegnante di Montedoro tramite il nostro sito
Al Festival di Sanremo, anche quest’anno, sono andate in vetrina le canzoni italiane e i loro interpreti. Tutti: cantanti, musicisti e discografici, dopo intenso lavoro, hanno lanciato i loro brani sperando di farli conoscere ai numerosi fan sparsi per l’Italia e nel mondo.
Io non amo vedere il Festival, ma nelle sere scorse, dopo la pubblicità esagerata che ne hanno fatto, spinta dalla curiosità, ho visto una serata e confesso di esserne rimasta veramente colpita; più che le canzoni che non corrispondono ai miei gusti musicali, mi hanno sbalordito la fantasia, l’estrosità, la stravaganza dei cantanti.
Costumi carnascialeschi, collane, orecchini, anelli, braccialetti, piercing, borchie, trucco e capelli scomposti, il tutto in un’atmosfera musicale elettrica. La mia prima impressione, data la mia età, è stata ovviamente di dissenso, quasi di critica, ma dopo qualche istante ho inserito rewind nella mia memoria e mi sono ricordata che anch’io alla loro età ero un po’ “pazzerella”.
Anch’io ho portato il terzo orecchino, anch’io ho indossato pantaloni da pagliaccio con cravatta e basco, anch’io mi sono agghindata con collane e braccialetti, non dovevo dimenticarlo. Per alcuni minuti è stato come ripercorrere a ritroso la mia vita e rivivere gli anni della mia giovinezza, anni di progettualità, di sogni, di spensieratezza. Le immagini che si susseguivano sullo schermo del mio televisore mi avevano portato indietro nel tempo e fatto rivalutare le mie iniziali impressioni.
Quei giovani così stravaganti, così poco omologati, si proiettavano verso il futuro con la voglia di staccarsi da ciò che rappresenta il vecchio, il “normale”, il consueto; è stato sempre così per i giovani di ieri e lo è anche per quelli di oggi. Dissacrare i consueti costumi è proiettarsi verso il futuro, liberi dalle sovrastrutture e dai lacci della cultura vigente. È voglia di libertà, di spontaneità, di leggerezza. Beata gioventù!
GRAZIELLA MORREALE