“Per me l’arte è un’espressione del mio essere interiore”. Ivana Urso, talentuosa artista di San Cataldo – nel Nisseno – dichiara questo concetto al nostro microfono. Ha appena 43 anni, ma vanta una lunga e prestigiosa attività artistica.
In questa piacevole e interessante intervista, ci parla della sua sensibilità artistica e dei suoi numerosi progetti. Ci racconta il suo percorso, anche umano. Con generosità e determinazione. Da giovanissima, in pratica, incomincia lo studio delle arti applicate che la portano poi a frequentare l’Istituto regionale di Arte di San Cataldo e l’Accademia di Belle Arti di Catania. Dimostra il suo eccezionale talento, soprattutto ama il corso di Decorazione Pittorica. E venti anni addietro, nel lontano 2002, ormai, consegue la laurea con il massimo dei voti.
Ivana Urso, successivamente, si trasferisce a Roma e inizia una ricerca personale “per la vetrofusione sperimentale e l’incisione oltre che la pittura”, racconta al cronista a margine di questa lunga chiacchierata con La Voce del Nisseno (versione online).
Prima di dare “voce” al suo cuore, alle sue riflessioni e di sentire aneddoti ed esperienze vissute, ricordiamo succintamente che ha aderito al movimento del Pentrastrattismo e ci spiega tutto. Si tratta di un movimento artistico “di artisti italiani di arte contemporanea – conclude -, che esalta la bellezza e la gestualità dell’arte astratta in un modo tutto suo”.
Qual è la tua formazione, Ivana?
Quando si ha una passione la si nota fin da bambina, nella mia vita infatti non sono mai mancati i colori, i pennelli, i disegni, tutto è venuto in maniera naturale, “come un fiume scorre senza sapere che la sua destinazione finale sia il mare, io ho lasciato scorrere questa passione… senza sapere che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita”.
Interessante!
La pietra più importante sono sicura di averla posata quando ho frequentato la scuola d’arte di San Cataldo, paese in cui sono nata nel 1978 in provincia di Caltanissetta, un paese sempre dedito all’arte, infatti all’epoca c’erano ben due istituti d’arte, uno regionale e l’altro statale…
Prosegui…
Voglio ricordare coloro che più di tutti hanno contribuito alla formazione artistica, il professor Lillo Rizzo, che insegnava disegno professionale e che purtroppo da qualche tempo è venuto a mancare e la professoressa Maria Angela Ristagno che insegnava laboratorio di decorazione pittorica. Ricordo che durante la settimana non vedevo l’ora di seguire le loro lezioni. Poi l’Accademia di Belle Arti di Catania è stata una conseguenza naturale, un coronamento di un sogno, raggiunto anche e soprattutto, grazie ai sacrifici dei miei genitori, (che non ringrazierò mai abbastanza). Qui ho avuto la fortuna di conoscere professori che mi hanno stimolata e hanno saputo indirizzarmi nel mondo dell’arte con straordinario entusiasmo, e quell’entusiasmo ad oggi, non si è ancora spento.
Sei poco più che quarantenne e venti anni addietro, giovanissima, consegui la laurea. Ci parli anche di questa importante tappa formativa?
Quando fai qualcosa di veramente bello e che soprattutto ami, il tempo passa molto velocemente, è la passione a guidare il tempo stesso. Gli anni dell’Accademia delle Belle Arti che ho avuto la possibilità di frequentare a Catania sono stati a dir poco straordinari, intensi, ricchi di sperimentazione artistica. A Catania ho conosciuto gente di grande spessore artistico, culturale e umano…
Continua Ivana…
Voglio ricordare al di sopra di tutti gli altri, la professoressa Anna Guillot docente di Decorazione pittorica che ha dato un impulso deciso e definitivo alla mia crescita Artistica. Ricordo la sua capacità di riuscire a convogliare le mie espressioni artistiche ed incanalarle nei lavori che quotidianamente ero portata a realizzare. Alla fine dopo aver completato l’intero percorso artistico/didattico, nel 2002, ho deciso di realizzare la tesi di laurea proprio sulla decorazione pittorica, realizzando e discutendo una tesi sperimentale incentrata sulla figura di Antonio Presti, imprenditore, mecenate e artista siciliano, che ha saputo realizzare a Catania “la casa museo stesicorea”, un appartamento nel centro storico di Catania dove il mondo dell’arte contemporanea, attraverso i vari artisti che hanno partecipato a questa iniziativa, hanno fatto in modo che ciascun ambiente con il quale hanno interagito ha preso forma realizzando un’opera d’arte unica, capace di regalare emozioni originali.
So che poi vai a Roma: è così?
Sì, fortunatamente dopo la laurea ho avuto la possibilità di trasferirmi a Roma, poter proseguire gli studi e conoscere gente nuova, nuovi ambiti, nuovi spazi, che mi hanno permesso di crescere sotto tutti i punti di vista. Infatti Roma essendo una grande città o meglio una città cosmopolita, abitata e frequentata da gente proveniente da ogni parte del mondo, si può trovare di tutto, eventi artistici, culturali, musicali, sociali… Veramente una bella realtà per chi come me era alla ricerca di nuove esperienze.
Qualche esempio?
Ho avuto modo di vedere e apprezzare per esempio il museo di arte contemporanea “Maxxi”, dove ricordo di aver avuto la fortuna di partecipare ad una mostra nel 2015 intitolata “Macroego Volto e Corpo Contemporaneo dell’Arte Roma”, oppure partecipare a molte iniziative artistiche organizzate a via Margutta, la via degli artisti, veramente un bel periodo.
Come definiresti la tua arte?
Difficile rispondere a questa domanda, molti artisti, pittori, scultori, non riescono a definire la propria arte nel corso di una vita, come si potrebbe mai definire l’arte a 360 gradi? Difficile, veramente difficile, rispondere senza cadere nel banale. Nel mio caso, provo a rispondere con molta sincerità, dicendo che per me l’arte è un’espressione del mio essere interiore, quasi un linguaggio, uno stato d’animo impresso su una tela, su un cartone, su un foglio di carta, ovunque insomma, aldilà del supporto utilizzato, possa contenere i colori attraverso i quali cerco di esprimere i miei stati d’animo.
Vai avanti…
Dipingere per me è fondamentalmente relax, un momento in cui riesco a scaricare le tensioni della giornata, un viaggio introspettivo dentro me stessa. La mia arte essendo prevalentemente astratta, la associo a una sorta di scrittura che invento al momento, e che nel campo artistico, viene chiamata “arte asemica” ovvero, parole dipinte, che alludono a una forma artistica di scrittura, disinvolta e spontanea, una “scrittura non scrittura”, che per me ha il suo fascino e la sua forza espressiva.
Quante sono le tue opere? A quali sei maggiormente legata e perché?
Non saprei quanti lavori ho realizzato nel corso della mia vita, troppi, veramente tanti e comunque sempre pochi rispetto a quanti ne vorrei realizzare. Il problema principale, rimane il fattore TEMPO, perché dipingo solo per passione e come si può facilmente intuire, accanto alla passione ci sono gli impegni di tutti i giorni, la famiglia, i bambini, tutti impegni a cui amo dedicare una buona parte della giornata, quindi per dipingere e portare avanti questa passione di tempo ne rimane sempre molto poco.
So che nel 2015, in Sardegna, hai realizzato delle vetrate artistiche… Ce ne parli?
Durante la mia permanenza a Roma, sono riuscita ad aprire un laboratorio di vetrofusione, dove sono riuscita ad accostare la mia passione per l’arte, i colori, ad un mondo veramente affascinante che conoscevo poco o niente. Il vetro mi ha permesso di sfruttare l’ennesimo supporto sul quale esprimermi, e ammetto che ne sono rimasta veramente affascinata da quello che si riesce ad ottenere mischiando i vari colori di vetro su una superficie trasparente.
E poi, Ivana?
In questo contesto, ho conosciuto tanti artisti che lavoravano il vetro. Inoltre tra i tanti lavori che ho realizzato mi è capitato anche l’occasione di creare delle vetrate artistiche in vetrofusione per la chiesa “Nostra signora delle Grazie Sestu” a Cagliari nel 2015, un progetto dell’artista Bruno Tavani, che conoscevo già da un decennio, perché era stato un mio docente all’accademia delle belle arti a Catania.
Ed infine?
Inoltre sempre negli stessi anni, ho realizzato una scultura di vetrofusione per l’artista “Oliviero Rainaldi” a Roma, esperienza a dir poco entusiasmante. Ricordo con molto interesse tutte le prove, a volte fino a tarda notte, che ho effettuato nel laboratorio prima di realizzare questa scultura che è stata intitolata “Perseo e Medusa” ed esposta nella bellissima cornice di “Villa Pisani” a Venezia.
Il 2017 è un anno centrale. Aderisci al Pentastrattismo. Di cosa si tratta?
L’idea di far parte di un movimento artistico, mi ha sempre affascinato per diversi motivi, primo fra tutti quello di potermi interagire con persone che possano condividere la mia stessa passione e che hanno i miei stessi interessi. Quando ho conosciuto il movimento del Pentastrattismo fondato dal curatore d’arte Massimo Picchiami, non ho avuto dubbi e subito mi sono affiancata e oggi ammetto che lo rifarei senza nessun dubbio.
Quando nasce questo movimento?
Il movimento nasce a Roma nel 2015 e prende spunto dalla parola Penta (cinque) perché cinque sono considerate le sottofamiglie dell’arte astratta in generale, ovvero l’arte informale, la materica, la pittura segnica, quella analitica e quella concettuale.
Nel tempo, hai ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Quali ricordi con maggiore affetto e soddisfazione?
È sempre bello ricevere riconoscimenti o premi, tra tutti, quello che ricordo con tanta emozione è il premio Arte e Critica nel 2017 sempre a Roma, con il lavoro presentato dal titolo Pieghe, linee e parole, oppure sempre nel 2017 quando sono rientrata tra i primi 100 artisti dell’ART CONTEST Biancoscuro.
Due anni fa, inoltre, un premio alla carriera artistica. Dove?
Ho ricevuto un premio alla carriera artistica da parte della Galleria d’Arte Paveri Fontana che si trova a Piacenza, la quale mi ha menzionato assieme ad una foto di un mio quadro, sulla loro rivista d’arte contemporanea internazionale “La τέχνη” (Aprile/Giugno 2020).
Qual è l’ultimo quadro che hai realizzato?
In realtà non c’è mai un vero “ultimo quadro”, perché la mia produzione artistica la vedo come un percorso, un continuo sperimentare, come se “da cosa nascesse cosa”. Comunque, aldilà di quello che per me rappresentano i miei lavori, l’ultimo quadro che ho realizzato in relazione al tempo, l’ho intitolato “Armonia nell’universo”, e racchiude sempre la stessa emozione, la stessa intensità emotiva che si può trovare in tutti gli altri miei lavori. Per questo motivo insisto sul fatto che tutti i miei quadri sono stati e sono dei piccoli mattoncini, dei mosaici che singolarmente possono piacere o meno, ma che insieme formano il percorso della mia vita.
Chi ha influito sulla tua arte pittorica, Ivana? Chi sono cioè i tuoi punti di riferimento?
Sicuramente sulla mia arte pittorica ha influito l’arte informale, una corrente artistico-pittorica della fine degli anni ’40, nata in linea con l’espressionismo astratto americano, ne ero attratta in particolar modo perché, l’informale era inteso come una concezione ribelle dell’arte, “rifiutando la forma” per intervenire direttamente nella materia con un segno espressivo e un gesto spontaneo.
Continua, Ivana…
In questo movimento vedevo la vera libertà d’espressione e me ne sono innamorata subito; è stato il momento più entusiasmante che ho vissuto, dovuto in parte all’età che stavo vivendo e in parte, agli ideali che mi hanno sempre contraddistinta. Inoltre il cambiamento portato avanti da questi artisti, secondo me, è stato importantissimo e rivoluzionario. Infatti, oltre a smontare la forma e renderla un qualcosa di informe, applicavano alla loro pittura molti materiali, come prima di loro non si era mai fatto, soprattutto materiali poveri come sabbia, sassi, carta di giornale, cocci di vetro e molti altri materiali innovativi con i quali ogni artista nel suo singolo ha potuto sperimentare.
Prosegui…
Negli ultimi anni, sono stata molto incuriosita dalla bellezza delle opere di Paola Romano, un’artista romana che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente in una sua mostra personale a Roma e che come me piaceva lavorare sui cerchi ispirandosi alla luna. Purtroppo recentemente è venuta a mancare, mi piacerebbe ricordarla con le parole che ho letto in un recente articolo giornalistico: “Le sue opere sono immagini di cielo e di terra, di sentieri e di stelle, di lune e di paesaggi”.
Cerchiamo di conoscerti meglio, Ivana. Che libri ami leggere?
Mi piacciono particolarmente i romanzi, un libro è sempre un ottimo compagno, la sera prima di dormire o nei pomeriggi quando riesco a trovare un attimo di tempo libero. Ultimamente ho letto diversi libri, tra i quali, “Il Profumo”, di Patrick Suskind, “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, “Il nome della rosa” di Umberto Eco, ma quello che mi ha entusiasmato particolarmente è stato quello di Hayden Herrera, “Frida. Una biografia di Frida Kahlo”, un libro straordinario su una delle donne più famose del mondo, una donna veramente particolare. Infatti, Frida al giorno d’oggi secondo me, non è soltanto un esempio di forza di volontà e talento espressivo, ma una vera e propria icona pop. La vita di Frida è un viaggio che affonda nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, in Bosch e Bruegel, ma che subisce prepotentemente il fascino degli uomini più potenti del suo secolo da Diego Rivera a Trockij a Pablo Picasso.
Abitualmente che musica preferisci ascoltare?
Non ho un genere musicale preferito, in realtà, ascolto un po’ tutta la musica senza troppo impegno. Preferisco comunque in assoluto la musica degli anni 80/90, un periodo storico secondo me molto particolare, forse perché hanno segnato la fase della mia adolescenza.
Parliamo, dopo i tuoi gusti letterari e musicali, di te. Qual è il tuo miglior pregio?
Il mio miglior pregio in assoluto è la pazienza, senza questo pregio non riuscirei ad affrontare la quotidianità. Ho una vita frenetica, tra la famiglia, che occupa uno spazio davvero importante della mia giornata e la passione per l’arte. Tutto questo però mi gratifica come donna perché mi consente di vivere ogni momento della mia giornata, di assaporarlo e di godermelo in ogni sua sfumatura, anche se alla sera arrivo veramente stanca ma altrettanto gratificata.
E il tuo peggior difetto?
Il mio peggior difetto? In realtà non ci ho mai pensato, ne ho diversi, ma indicare qual è il peggiore mi viene difficile. Sicuramente potrei indicare l’ordine delle cose, mi rendo conto a volte che non riesco a guardare il tavolo da lavoro con i pennelli sparsi in modo disordinato, devo sistemarli velocemente, anche a costo di perdere il filo di quello che stavo facendo.
A quali valori credi ciecamente e strenuamente?
Sicuramente credo nei valori che mi hanno insegnato e trasmesso i miei genitori, gente semplice, onesta e profondamente rispettosa di loro stessi, della famiglia, delle regole della nostra società. Questi sono i valori in cui credo “senza se e senza ma”, il rispetto innanzitutto, valore che dovremmo tenere a mente tutti quanti, per rendere il mondo e la nostra società, un posto migliore, accogliente e meno ipocrita.
Cosa ti commuove di più?
Il tramonto mi commuove… spesso quando ho tempo e la possibilità mi soffermo molto a guardarlo ed a immergermi in questo spettacolo che la natura riesce sempre a proporci. In quel momento guardo l’orizzonte e vedo le bellissime sfumature di colori ed intensità e riesce sempre a stupirmi ed emozionarmi.
Qual è stato il giorno più bello della tua vita?
Ci sono stati diversi giorni molto belli durante la mia vita, uno di questi è sicuramente quando ho visto per la prima volta mio figlio… era lì, accanto a me, piccolo e indifeso, veramente un momento straordinario, un’immagine talmente forte ed emozionante che ancora oggi mi emoziona.
Infine, cara Ivana, quali sono i tuoi prossimi progetti artistici e culturali?
Ho diversi progetti artistici a cui penso e che mi piacerebbe realizzare. Sono una sognatrice, i sogni per me sono importanti, perché mi danno il giusto entusiasmo per mettermi in gioco, propormi, impegnarmi e superare dei limiti che potrebbero minare un determinato percorso. Mi sto muovendo sul web, attraverso vari canali, siti e gallerie d’arte on-line, per cercare un pubblico che possa interessarsi alla mia arte, cercando di propormi come giovane artista emergente in un contesto globale. Ovviamente per pensare a progetti di questo tipo, ci vuole impegno e molta dedizione, ma sono sicura che oggi più che mai, abbiamo a disposizione “Internet” un grande strumento capace di far incontrare le persone, i popoli, le culture e l’arte, uno strumento magnifico che nessun altro popolo nella storia dell’uomo ha avuto la possibilità di conoscere ed utilizzare.
MICHELE BRUCCHERI
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