Ron è lo pseudonimo di Rosalino Cellamare, 49 anni ad agosto (il 13, ndr). Un artista solare e vulcanico, un compositore di pregio. L’ho incontrato tre volte e le interviste che mi ha rilasciato sono sempre state all’insegna dell’affabilità, della squisita cortesia e, soprattutto, delle profonde emozioni.
Ron è un grande cantautore. Racconta l’amore, i sentimenti del cuore e i ragionamenti della mente, con voce calda, soffice e suadente. Racconta anche le miserie della vita, come ad esempio nel brano “Lucciola”. Il vero giudice della musica è il tempo. E il verdetto emesso dal tempo è che Ron rappresenta un pezzo di storia, importante, della musica d’autore italiana.
Ron ama il Nisseno e i nisseni. Sovente è stato nella nostra provincia. La mia prima intervista all’autore di canzoni storiche e celebri come “Il gigante e la bambina”, “Piazza grande”, “I ragazzi italiani” e “Joe temerario”, solo per citare qualche mitico brano, la realizzai a Serradifalco. E dopo qualche anno l’incontrai a Caltanissetta, al palazzetto dello sport di Pian del Lago. Mi concesse un’intervista in esclusiva. Un ricordo vivido e memorabile. Ed ebbi modo di incontrarlo, l’anno seguente, a Pietraperzia, prima di un altro splendido e trascinante concerto.
Ron con le sue magiche canzoni ci rammenta che la felicità è dei semplici. Possiede una indescrivibile carica comunicativa e un eclettico temperamento di compositore. La sua poesia è cantata a pieni polmoni, ci regala il diritto di capire. La simpatia brilla, sempre, nel suo sguardo e nel suo sorriso. La musica è piena di pathos e profonda, le parole poetiche ed intense.
Insomma, canzoni piene di dolci e struggenti aromi. Suoni delicati e insinuanti. Un artista versatile e geniale, nel canto, e quando suona la chitarra e il pianoforte. Un poeta dell’anima, gli dissi a Pietraperzia. Un artista che ha cantato bellissime storie: “Un momento anche per te”, “Nel silenzio”, “My love”, “Una città per cantare”, “Io ti cercherò”, “Anima”, “Attenti al lupo”, “Il mare nel tramonto”, “Teresa e Michele”… Ed ancora: “Al centro della musica”, “Stella mia”, “Telefono elettronico”, “Gabbiano”, “Non abbiam bisogno di parole”, “Paura”, “Noi”, “Occhi di ragazza”… Sarebbe davvero lungo e, forse, snervante ricordare tutti i successi del grande poeta dell’anima.
Nell’ultima fatica discografica di Ron vi sono altre belle canzoni, scritte per lui da grandi artisti: Renato Zero (“Gli ex”), Francesco de Gregori (“Ti leggo nel pensiero”), “Jovanotti (“Sei volata via”)… Un cantautore, ormai, protagonista da poco più di trent’anni. Un poeta delicato, che canta l’amore, la vita, con vibrante passione.
Tra i più stretti collaboratori di Ron c’è un nisseno, Valerio Terenzio, che ha sicuramente trasmesso l’amore per la Sicilia e per la nostra provincia a Rosalino Cellamare. Oggi offriamo ai nostri affezionati lettori una sintesi delle interviste realizzate. E’ un’occasione per incontrare, tutti assieme, il grande cantautore e musicista italiano che ha inciso splendide canzoni e magnifiche poesie.
Un omaggio al grande poeta dell’anima, per conoscerlo da vicino, di più e meglio. E’ sempre stato il mio cantautore preferito. E’ bravo, profondo, semplice, dona un’oasi di pace e di serenità. La sua musica, le sue canzoni, mi danno benessere interiore. E sono sicuro che siete in tanti a provare queste emozioni, queste sensazioni, il caleidoscopio di colori e di sapori.
Nelle sue parole, dunque, c’è un pezzo d’anima del poeta dell’anima per antonomasia. Auguriamo a Ron di essere sempre il portavoce dei buoni sentimenti. Gli auguriamo altri successi, che le sue canzoni possano essere colonna sonora della nostra vita. Vanno ricordate, infine, canzoni come la vincitrice di Sanremo, in duetto con Tosca, “Vorrei incontrarti fra cent’anni” o “Il mondo avrà una grande anima”. Adesso, “voce” ai sentimenti e alle opinioni del grande poeta: Ron.
Gli anni ’70 sono stati difficili. C’è stata una dura gavetta. Poi c’è stato l’exploit, nel 1979, con Dalla e De Gregori. Ci racconti quel periodo?
In effetti ho cominciato nel 1970. Sono stati anni particolari e difficili. Non solo per me, ma per la musica italiana e internazionale. L’Italia passava un periodo politicamente intenso… La canzone d’autore è nata in quel periodo…
Mi parli di Dalla e De Gregori?
Abbiamo fatto insieme Banana repubblic… Ero lì come arrangiatore. Siamo stati un po’ di tempo insieme. Suonavo e cantavo la canzone “I ragazzi italiani”. Sono due grandi artisti.
Le tue canzoni sono pregne di un lirismo genuino e raffinato. Possiedi una dolce vena poetica. Come fai a scrivere bellissime canzoni?
Intanto, ti ringrazio. Penso di scrivere quello che sento. Non ho mai pensato dove potessero andare a finire le mie canzoni. Ho sempre scritto per me, non ho mai scritto per la gente.
C’è un messaggio, chiaro o recondito, che con le tue canzoni lanci alla collettività?
No. Non ho mai amato molto i messaggi. Mi sembrano pretenziosi, inutili e lasciano il tempo che trovano, i messaggi. Invece, preferisco dare delle sensazioni. O raccontare cose che forse anche altri condividono.
Che cos’è, per te, la libertà? Quando inizia e quando finisce?
La libertà è… Penso di essere abbastanza libero, ho deciso di esserlo. Con il mio lavoro e facendolo in un certo modo. C’è chi decide di farlo per l’economia, per le case discografiche. Tutti quanti possiamo essere liberi o incatenati a qualcosa.
Nelle tue canzoni, sovente, parli del cielo, delle stelle e del mare… Tu ami la natura? E per te, cos’è l’eternità?
Sì, credo nell’al di là. E credo in un’altra vita, sicuramente. Altrimenti non avrebbe senso quella che stiamo vivendo… Tengo particolarmente alla natura e agli animali. Dobbiamo fare i conti con la natura che è padrona di noi stessi. Cerchiamo di non distruggerla.
Qual è il tuo rapporto con il mondo femminile?
E’ molto bello. Quasi tutte le mie canzoni sono dedicate a qualche donna. O se non sono dedicate, hanno un riferimento femminile.
Come è nata la bella canzone “Teresa e Michele”?
Questa canzone è nata in Sicilia. Una ragazza mi aveva detto di non avere mai visto la neve. E da questa frase, ho inventato una storia d’amore.
Una domanda che riguarda i tuoi scrittori preferiti. Chi leggi?
Mi piacciono molto i russi: Dostoevskji, Thomas Mann… Mi piace abbastanza Moravia, i grandi poeti come Carducci e Leopardi. Non leggo molto. Mi piace, inoltre, Paulo Coelho e Stefano Benni, che trovo divertente.
Sei pigro?
Abbastanza, quel che basta!
Qual è il bilancio della tua lunga carriera artistica?
Sono passati molti anni. Sono contentissimo. Sono ancora qui, vivo. Devo ringraziare la mia grande passione per la musica e il mio coraggio. Ho affrontato anche momenti difficili.
Parlami del cd intitolato “Le foglie e il vento”. Vi sono canzoni che definire “capolavori” è, forse, riduttivo.
…Venne un disco molto elaborato. Greg Walsh entrò per la prima volta a far parte della nostra squadra. Un disco molto fortunato.
A quale animale ti paragoneresti e perché?
Ad un cane. Amo molto i cani. E’ l’animale che può essere più in sintonia con l’uomo.
Qual è il segreto del successo della bellissima e romantica canzone intitolata “Stella mia”?
E’ stato sicuramente un grande successo radiofonico, di ascolto. Non di vendita. Il disco è andato molto bene, ma ha venduto meno di “Vorrei incontrarti fra cent’anni”. Una canzone deve capitare nel momento giusto… Scrissi “Attenti al lupo”. Se fosse uscita, la canzone, due anni prima o due anni dopo, forse non avrebbe avuto l’immenso successo che ha avuto.
“Pepe bar” descrive un pub della tua città, Garlasco. E c’è lo zampino di Lucio Dalla. Me ne parli?
Il testo è proprio suo. Sì, sì. Lucio è stato a casa mia parecchie volte. Aveva conosciuto il bar del mio paese. Ne abbiamo parlato. Ha scritto questa storia molto provinciale. Questo bar, infatti, rappresenta un punto di riferimento, dove si va e si sa tutto di tutti…
Purtroppo, Ron, hai un grande difetto: sei tifoso dell’Inter…
Se ti posso dire la verità, non sono un gran tifoso in generale. Fabio Fazio mi aveva invitato diverse volte al suo programma televisivo. Ed ho assunto il ruolo di simpatizzante interista. Ma non mi sparo se la squadra perde. Vorrei avere più passione per il calcio.
Sono felice della tua risposta. Ma quali sono i peggiori difetti e quali i migliori pregi di Ron?
Come abbiamo già detto, sono pigro. Per i pregi…, forse la mia migliore qualità è la tenacia.
So che ami particolarmente la Sicilia ed è un amore ricambiato. E’ vero?
Amo moltissimo la Sicilia. Sono stato di recente a Palermo, che trovo cambiata, a Cefalù…
Un’ultima domanda. Quale messaggio consegni ai numerosi giovani che amano lo spettacolo e in particolare chi vuole diventare un cantante, un artista a livello canoro e musicale?
Il mio consiglio è semplice. Per tutti i lavori ci vuole una grande, vera passione. Senza la passione non si può fare questo mestiere. Da trent’anni faccio questo lavoro. E sono ancora qui. Vivo. Ringrazio, per questo, la mia grande passione e il mio coraggio. Ci sono stati anche momenti difficili, ma grazie al cielo sono stati superati. Importante è non arrendersi mai.
MICHELE BRUCCHERI
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