Come si è originata la crisi Russo-Ucraina? In primo luogo si deve ricordare che Ucraina e Russia sono unite da legami storici. L’Ucraina è infatti considerata la “culla” della cultura russo moderna, essendo stata dal IX sec. d. C. il nucleo della Rus’ di Kiev. Stato che si estendeva fino alla Bielorussia e alla Russia. Dopo l’indipendenza la relazione tra Mosca e Kiev è stata molto travagliata e per niente lineare, a causa di un’alternanza tra governi più filo russi ed altri collaterali all’Occidente, anche per i generosi aiuti del Fondo Monetario Internazionale.
L’Ucraina negli ultimi anni ha riacceso non molte preoccupazioni russe difronte ad un suo avvicinamento alla Nato. Uno sviluppo che il Cremlino considera una minaccia a livello sia di sicurezza militare che simbolico.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia d’Europa. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa. Le immagini che arrivano da Kiev, Kharkiv, Mariupol e dalle altre città dell’Ucraina segnano la fine di quest’illusione, essa non è scoppiata all’improvviso, ma è il risultato di un conflitto che dura apertamente già da otto anni e, dal 2014, dopo la rivoluzione di Euromaidan culminata con la cacciata dell’allora Presidente Yanukovich, Mosca invase la penisola di Crimea e sostenuto i movimenti separatisti nella regione del Donbass, in Ucraina orientale.
L’Italia è in stato di pre-allarme per quanto riguarda le forniture di gas in seguito alla guerra tra Russia ed Ucraina. Punto di passaggio strategico per la fornitura del gas proprio dalla Russia. Il Ministero ha ritenuto opportuno predisporre eccezionali misure preventive volte ad incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato, rispetto alle procedure adottate in condizioni normali, come discusso anche in sede europea durante la riunione del Gas Coordination Group del 23 Febbraio scorso “sensibilizzare gli utenti sulla situazione legata al conflitto dell’Est Europa”.
Già siamo in piena crisi energetica, ma se si dovesse arrivare ad una interruzione della fornitura di gas con l’intensificarsi della crisi tra Russia ed Ucraina e le conseguenti sanzioni internazionali, assisteremmo ad una ulteriore frenata dell’economia europea, Italia inclusa. Molto simile a ciò che è accaduto negli anni ’70. È una situazione da non sottovalutare, noi abbiamo un deficit energetico che quest’anno raggiungerà con questi prezzi gli 80 miliardi.
Draghi qualche giorno fa diceva – ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati, le misure d’emergenza prevedono maggiore flessibilità dei consumi dei gas, sospensione nel settore industriale e nuove regole sui consumi di gas nel settore termoelettrico. Il primo obiettivo è aumentare le forniture alternative rispetto a Mosca. Per questo l’esecutivo si concentrerà sul gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti.
L’esecutivo vuole lavorare per aumentare i flussi dai gasdotti non a pieno carico, come il tap dall’Azerbaijan, il Trans Med dall’Algeria e dalla Tunisia e il Green Stream dalla Libia, oltre alla riapertura delle centrali a carbone sparse sul territorio nazionale – per colmare eventuali mancanze nell’immediato.
Il presidente della Regione Musumeci: Il sistema di difesa è un diritto ed un dovere. Siamo una regione italiana, apparteniamo alla Nato di Sigonella e Trapani – Birgi e il sistema di difesa presente in Sicilia assume una posizione strategica ed un ruolo strategico, in quanto siamo la punta più avanzata sul Mediterraneo, anche il Muos (Mobile User Objective System) di Niscemi rappresenta una posizione particolarmente importante. Si tratta di un sistema di comunicazione satellitari ad altissima frequenza (UHF) composto da cinque satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione all’interno della Sughereta di Niscemi (Caltanissetta). Attivo dal 1991. Gli impianti della Marina americana servono a controllare aerei e droni che da Sigonella si levano in volo verso le zone belliche.
Il sistema di difesa è un diritto e un dovere anche per la Russia. E così mentre la pandemia sembra scemare. L’umanità è alle prese con vecchie conoscenze: i terribili venti di guerra.
FELICIA ISABELLA BUTERA
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