In un comune come Serradifalco che conta migliaia di cittadini sparsi per il mondo, la giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, non può e non deve passare inosservata.
Quante famiglie di serradifalchesi hanno almeno un parente, un familiare morto e sepolto all’estero, vuoi per incidente sul lavoro, vuoi per una scelta di vita imposta dalla necessità di cercare una vita dignitosa, in cerca di quel lavoro che ancora oggi appare una chimera? La risposta è: molte, moltissime.
Basta visitare i cimiteri di Colfontaine (ex Wasmes, Petit Wasmes, Paturages, Warquignies) Quarignon, Tubise, Bruxelles, Toulon, Metz Saint Dizier e tanti altri nomi di città che potremmo aggiungere, ma sarebbe un elenco troppo lungo. Chi è morto di vecchiaia, i più fortunati, chi stroncato dalla silicosi, chi arrostito dalla caloria del forno a legna o dell’altoforno chi per infortunio o incidente vario. Basta entrare in questi luoghi di silenzio per vedere nomi e foto di nostri concittadini, che giacciono nei cimiteri di mezzo mondo.
A loro, questi eroi del lavoro, in occasione della giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (USEF) volge il proprio pensiero.
Anche se sappiamo che loro sono sempre presenti nella mente dei parenti e dei familiari, l’USEF in questo momento che vede la presenza di tanti emigrati in occasione delle ferie vuole ricordare alle giovani generazioni il sacrificio di questi nostri concittadini. L’emigrazione è stata e resta un grande dramma che da sempre coinvolge i popoli delle zone meno ricche e meno fortunate. Ignorarlo o sottovalutarlo è un errore che offende tutti coloro che si sono trasferiti all’estero per motivo di lavoro.
Questo purtroppo è un periodo che vede ancora tanti giovani partire seguendo strade già battute di colori che li hanno preceduti o addirittura sperimentando nuove strade. Un periodo che ci richiama alla memoria il grande esodo del popolo italiano assai simile a quello che sta succedendo oggi con i popoli africani che fuggono da regimi totalitari, guerre, miseria. Oggi si affidano a gente senza scrupoli e ad un mare ingrato divenuto un grande cimitero liquido dove trovano la morte centinaia di persone.
Purtroppo l’emigrazione è una storia che si ripete. Ieri è toccato ai popoli europei ed ai nostri che a milioni hanno lasciato il Sud Italia, superando montagne, o affidandosi all’ignoto per raggiungere dopo settimane di mare terre sconosciute all’altro capo del mondo.
Questo aspetto della nostra storia, che oggi viene largamente trascurata, non è certo male se viene tramandata ai giovani per evitare che cada nei meandri dell’indifferenza e della dimenticanza.
Ecco perché oggi, in occasione di questa ricorrenza che come popolo ci interessa molto da vicino, mi permetto di suggerire al Sindaco l’idea di un monumento, una statua, un qualche cosa che ricordi tanti concittadini morti di emigrazione, dove in ricordo del loro sacrificio poter portare un fiore nell’importante ricorrenza dell’8 agosto, dichiarata con legge dal Presidente della Repubblica Azelio Ciampi nel 2001 Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.
SALVATORE AUGELLO
(Segretario generale dell’USEF)
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