“I giovani, specie nel Nisseno (ma non soltanto), chiedono di essere messi alla prova”. A dichiarare queste parole è l’onorevole Gianfranco Fini, presidente di Alleanza nazionale. Lo intervisto il 18 maggio 1998. Un incontro all’insegna della cordialità e della disponibilità. Il parlamentare bolognese diventerà, nel tempo, ministro degli Esteri e presidente della Camera dei Deputati.
Lei si trova in Sicilia per questa campagna elettorale. Il Nisseno coinvolge 11 dei 22 comuni. Qual è il termometro per quanto riguarda i candidati del centrodestra e nella fattispecie per Alleanza nazionale?
Con molta sincerità mi sembra che questa campagna elettorale stenti a decollare, il che è un po’ paradossale visto che, ormai, mancano pochi giorni al voto. Io esprimo subito l’auspicio che tutti coloro che hanno diritto di voto non rinuncino ad esercitare questo diritto. E’ importante andare alle urne e votare. Lo stato di salute del Polo mi sembra buono. Alleanza nazionale mi auguro abbia un successo che considero meritato, alla luce di ciò che abbiamo fatto sia a livello nazionale sia a livello regionale. Voglio subito ringraziare, nell’ambito del nostro governo regionale, l’assessore Briguglio, che è stato capace di far approvare una legge che consentirà a coloro che vorranno iniziare un’attività in Sicilia di pagare, per sei anni, il 60 per cento dei contributi previdenziali in meno rispetto a ciò che accade in altre parti del territorio nazionale. Questo è un modo serio e concreto per incentivare le possibilità di occupazione.
A torto o a ragione, si dice che i giovani, in Italia, abbiano una certa simpatia nei riguardi della destra, di Alleanza nazionale. Qual è il magnetismo che promana questa nuova compagine politica che è nata a Fiuggi?
Mi auguro che, effettivamente come lei diceva, i giovani anche in Sicilia guardino con simpatia alla destra. Ci sono molti elementi che inducono a dire che ciò sia vero. Non mi riferisco solo ai sondaggi. Mi riferisco anche alla presenza giovanile massiccia durante le manifestazioni della destra.
Quali sono le ragioni?
Innanzitutto ritengo che i giovani, oggi, credano più dei loro coetanei con maggiore età a certi valori: patria, famiglia, il senso del dovere, il rispetto per la parola data… Sono valori fondamentali in una società. Sono valori tradizionali. Sono i valori che la destra ha sempre difeso, di cui oggi i giovani avvertono necessità. Va da sé – ed è l’altro elemento fondamentale – che i giovani, specie nel Nisseno (ma non soltanto), chiedono di essere messi alla prova.
Cosa chiedono?
Chiedono di avere delle opportunità per far vedere le loro capacità. Chiedono, in molti casi, di poter lavorare. Questa è la vera, grande sfida che la politica deve lanciare a se stessa. Non esiste Europa se non c’è la piena occupazione.
Infatti, c’è una sperequazione sociale ed economica tra Sud e Nord. Dalle nostre parti c’è un alto tasso di disoccupazione. Cosa si può dire ad un giovane disperato o ai genitori che si trovano, purtroppo, senza lavoro?
Ai ragazzi dico di avere fiducia in se stessi. Anche se, a volte, questo è difficile. Bisogna continuare a lottare con tutte le forze e soprattutto va cambiata in modo radicale la politica. In troppe circostanze, in passato, i giovani sono stati tenuti in uno stato di disoccupazione perché questo aiutava i padroni delle clientele, coloro che in alcune occasioni facevano leva sul disagio giovanile, facendo la raccomandazione per i concorsi. In qualche modo umiliando i più capaci. In una società clientelare chi ci rimette è innanzitutto chi è più bravo.
In merito alla candidatura alla carica di sindaco dell’onorevole Michele Ricotta, cosa mi può dire?
Si tratta, ovviamente, di una candidatura di grande prestigio. Dimostra l’amore che ha per la sua città natale. E’ una candidatura che può, davvero, essere vincente. E se come io mi auguro diviene il primo cittadino, è in grado anche per la sua veste di deputato regionale di contribuire al miglioramento della condizione di vita di coloro che abitano a Serradifalco (vinse Cettina Blando, ndr).
In riferimento alla sua attività politica, nella sua vita vi sono più rimorsi o rimpianti?
No, rimorsi no. Rimpianti… uhm, come tutti, credo, alcune cose che si volevano fare e non si sono fatte. Ma insomma, mi dichiaro soddisfatto della mia vita.
Sempre in riferimento alla politica, qual è il difetto che più la irrita e, viceversa, qual è la virtù che più apprezza?
Il difetto che più mi irrita è l’ignoranza. A volte ci sono colleghi, ovviamente non di Alleanza nazionale, che mostrano un’ignoranza abissale. Il più delle volte unita alla presunzione. Quindi, il mix tra ignoranza e presunzione è, ai miei occhi, insopportabile.
La qualità che apprezza, invece?
La qualità che maggiormente apprezzo è il senso del dovere. La politica è innanzitutto una passione civica e bisogna porsi al servizio della comunità, delle istituzioni, non servirsene.
Un messaggio conclusivo, presidente Fini?
Dico soltanto, avendo imparato a conoscere e ad amare la Sicilia – e questa è davvero una terra che ha enormi potenzialità, enormi possibilità, ha un tasso di civiltà superiore a tante altre parti del mondo -, che tutti i siciliani dovrebbero sentirsi impegnati per dimostrare quanto sia falsa una certa immagine che, purtroppo, esiste della Sicilia… Tutti i siciliani dovrebbero impegnarsi per garantire a se stessi un avvenire di libertà.
MICHELE BRUCCHERI
LEGGI ANCHE: CALTANISSETTA, DACIA MARAINI: «LA LETTURA È FORMATIVA E CREA INTELLIGENZA»