Lorenza Auguadra, di Como, si occupa di salute e sicurezza del lavoro anche come formatrice. Serena Vestene, di Verona, è poetessa e pittrice, autrice di testi di canzone. È anche organizzatrice di eventi e rassegne poetiche. Studia la cetra. Due donne che, improvvisamente, decidono di realizzare un progetto: “Come le bricole – Prove di sopravvivenza per sorellanza”. E in questa intervista alla versione online de La Voce del Nisseno raccontano come nasce questo proposito.
A cuore aperto, si raccontano. E ci anticipano: “Abbiamo un calendario di presentazioni che andranno dalla Lombardia all’Emilia Romagna, dal Veneto alla Toscana”, dichiara Lorenza Auguadra. E Serena Vestene, che conosco da parecchi anni: “Oltre a tutti gli appuntamenti per questa pubblicazione già descritti, in imminente uscita la mia sesta raccolta che vedrà come protagonista il binomio Afrodite e Dioniso”.
Sapere che Le ali della libertà è il film prediletto di Lorenza e che il grande Pino Mango sia l’artista preferito di Serena (lo sapevo già, in verità), è una carezza all’anima (la mia). Quella pellicola cinematografica è una delle mie predilette e il cantautore lucano è uno dei miei beniamini. Ma eccole al nostro microfono.
“Come le bricole – Prove di sopravvivenza per sorellanza” è stato scritto a quattro mani. Di cosa si tratta, Serena?
Si tratta di un’esperienza vissuta a distanza tra due donne che non si sono mai incontrate, di un contatto e di una conoscenza puramente animici sfociati in una raccolta epistolare in forma di poesia, incipit prosaici e immagini, che hanno visto poi la luce in una pubblicazione. Una raccolta di riflessioni, moti emotivi e carezze all’anima dell’altra, in piena libertà espressiva, proprio durante il periodo più privo di possibilità, come quello degli ultimi due anni.
E c’è anche il tuo “zampino”, Lorenza. Ce ne parli?
Certo, con piacere! Uno “zampino” che ha compiuto la prima mossa. Io e Serena sapevamo delle nostre attività poetiche ma non ci conoscevamo di persona. Dopo qualche indugio ho osato il primo passo. L’ho contattata con l’intento di fare qualcosa insieme nel periodo che l’umanità stava vivendo: di pandemia e distanziamento. La risposta di Serena è stata sì. Siamo partite, da ferme, per un viaggio epistolare, sulle ali della libertà, senza sapere dove saremmo arrivate. Tutto è andato oltre ogni ragionevole aspettativa: il progetto si è concretizzato con la pubblicazione di un libro, ma il viaggio non si è interrotto. Forse ci siamo dimenticate di acquistare il biglietto di ritorno…
Serena, tu scrivi: “L’unico contatto è stata questa forma epistolare…”. Ecco, poteva essere un limite, questa conoscenza lacunosa, invece è diventata forza: è così?
Esattamente. Credo all’incontro delle anime prima dei corpi e ho colto il sorriso dietro palpebre aperte alle parole, perché l’estraneo è a volte più vicino al senso vero del dire, più di colei che, inquinata dai frutti e dalle scorie della frequentazione, sa già immaginare un dietro le righe, che forse non esiste.
Lorenza, tu sei l’altra metà di questo importante progetto. Cosa ha registrato la tua anima?
Grazie per considerare questo progetto importante. Bella domanda, perché mi chiedi dell’anima, che sembra essere stata rimossa in questo contesto storico secolarizzato, di forma ed esteriorità. Credo che l’incontro epistolare con Serena sia stato un bel movimento di anime, non comune. Io ho fatto di tutto perché non ci vedessimo fino alla presentazione del libro, perché non volevo che l’incontro delle nostre esteriorità alterasse quanto in profondità stavamo vivendo. La mia anima, in continuità con il suo percorso evolutivo, si è trovata catapultata in una dimensione eterea mai sperimentata. Sto respirando e gustando le fragranze di pace interiore che si sono liberate e che continuano a diffondersi. È un’esperienza profonda, davvero difficile da raccontare.
Possiamo affermare che la pandemia ha favorito questo vostro interessante lavoro editoriale?
Serena: In un momento di tanti “no”, di privazioni, di rinunce, di auto-contenimento è stato fondamentale capire se mi era ancora possibile sentire senza mani, guardare senza occhi, percepire senza orecchi. Eppure, tutti i sensi sono stati coinvolti in questo carteggio, tutti quanti hanno preso parte a questa esperienza, che ci ha viste incontrare solo alla prima presentazione del libro.
Lorenza: Affermerei senza ombra di dubbio che due donne adulte, intelligenti e sensibili sono state capaci di trasformare un momento mortifero dell’umanità in una grande occasione d’incontro e di rinascita. Mentre lo stavamo realizzando non ne avevamo consapevolezza. Con il trascorrere del tempo lo abbiamo capito: è stato bello scoprirlo insieme!
Questo libro dà “slancio e significato – per usare le parole di Lorenza – alle nostre unicità che si dispiegano in questo secolo. L’incontro di due anime, prima dei corpi…”. Quale “lezione” insegna questo incontro di cuori, Serena?
Insegna che ci sono forze sottili alle quali ci si può affidare, se ascoltate con l’energia dell’anima; che non c’è niente di “normale” e di scontato nel vivere quotidiano, nemmeno quando portato ai minimi termini dei gesti di sopravvivenza, ma quando ci si lascia guidare da ciò che ci viene a bussare al cuore, facendo saltare tappi di potenzialità creativa bloccati nel buio dell’impossibilità concreta ma solo apparente, tutto è possibile.
E per te, Lorenza?
Insegna che il cuore è depositario di tutte le istanze di amore, e l’amore è capace di farci aprire ad orizzonti non ancora esplorati. Quanto in noi ci è ancora sconosciuto? Ecco, l’amore è l’arco che ci tende: noi dobbiamo avere il coraggio di lasciarci andare, come freccia, a perforare l’aria, verso l’orizzonte.
Silvia Allegri, nella prefazione, ad un certo punto scrive: “Con la delicatezza della parola, la sfumatura del disegno, la profondità di un obiettivo allenato a cogliere i riflessi e i dettagli del creato, la sapienza della scultura, due donne distanti non sono mai state così vicine”. Ha colto l’essenza di questo lavoro editoriale: confermate?
Serena: Assolutamente. La bellezza di ciò che afferma Silvia è che nonostante ci si conoscesse poco o per nulla anche con lei, ha saputo cogliere, forse proprio per questo, la vera natura di questo accadimento in forma poetica, anche lei altra voce femminile perfettamente in linea con le nostre.
Lorenza: Certamente! Sembra che Silvia sia entrata a completare il processo simbiotico delle bricole, in profonda sintonia.
Parliamo un po’ di voi. Lorenza, so che hai pubblicato diversi libri. Brevemente ce ne parli?
Il mio esordio editoriale risale al 1997 con un libro di fiabe, Gelato a colazione. Il seguito è stato di poesie e libri storici. Rispetto a questi ultimi posso citare: I Francescani Secolari a Cermenate, una ricostruzione dalla fine del XV secolo ai nostri giorni della presenza francescana, frati e laici con i loro due conventi, in questo paese della bassa comasca e il mio diario sull’assedio della Capitale bosniaca Ho visto sorgere il sole a Sarajevo, in cui ho raccontato, in presa diretta, di uno dei più atroci conflitti della fine del secolo scorso. Per quanto riguarda la poesia: Salmo a sera che contiene anche brevi poemetti teatrali e Sbagliare è umano, il mio viaggio nella realtà carceraria tra la Casa Circondariale Bassone di Como e la Casa di Reclusione di Bollate (Milano).
Le tue poesie sono inserite in riviste e antologie. Cosa si prova a leggere i propri versi in pubblicazioni che raggiungono tanti lettori?
Una grande emozione sapere che quanto scrivi entra nella mente e nel cuore di persone di cui ignori l’esistenza. Considera anche che alcune antologie sono andate oltre i confini nazionali, infatti sono state tradotte in polacco e inglese perché destinate a lettori di Polonia e di aree geografiche anglofone.
Serena, ci tratteggi anche tu il tuo profilo biografico?
Chi già mi conosce e mi segue sa che la poesia fa parte della mia vita dall’età di 12 anni e che nel corso del tempo alla lettura di grandi poeti di riferimento (come lo sono stati e lo sono tuttora Alda Merini, Mariangela Gualtieri, Wislawa Szymborska, Ferdinando Pessoa, Eugenio Montale e lo stesso Pino Mango), si è affiancata la scrittura e le pubblicazioni di 5 raccolte dal 2013; ma nell’ultimo periodo anche la pittura, con l’opera “L’urlo della Terra”, finalista all’Artwork Arti Visive nel 2021 e ad un concorso a Venezia presso la Galleria “Visioni Altre” di Venezia nel 2022, mi ha aperto la strada a nuove possibilità anche in questo campo. Così unendo poesia e immagine sto iniziando un percorso di Web Content Editor che mi sta dando molte soddisfazioni. Altri inviti e riconoscimenti sono arrivati in questi ultimi due anni dal 26° Festival Internazionale della Poesia di Genova con direttore artistico Claudio Pozzani, e dall’Accademia Mondiale della Poesia, che, come sai, ha sede proprio a Verona.
Qual è il tuo personale bilancio, Serena, in merito ai tuoi numerosi progetti realizzati?
Non mi piace parlare di bilanci ma di emozioni, e sul piatto della mia tavola quotidiana esse occupano un posto privilegiato al mio banchetto. Alle tre rassegne di poesie ideate e organizzate negli ultimi 5 anni prima della pandemia, nelle quali ho ospitato poeti da tutta Italia, si sono accompagnate collaborazioni con musicisti, attrici, artisti visivi, serate in teatro o in caffè storici, reading/spettacolo che mi hanno arricchita sia umanamente che a livello creativo, fonte continua di nuovi stimoli. Non ultima, anzi in vetta, la magia creatasi proprio durante la prima presentazione di “Come le bricole – prove di sopravvivenza per sorellanza” presso il negozio di strumenti musicali “Ferrarin Pianoforti” ad Arbizzano (Verona) l’ottobre scorso, che ha sancito anche il primo assoluto incontro dal vivo con Lorenza, e che ha commosso anche le persone presenti tra il pubblico.
Qualche domanda in merito ai vostri gusti. Che musica ascoltate?
Serena: Ascolto ogni genere musicale purché mi sappia trasmettere emozioni intense toccandomi corde profonde. Posso passare dalla sinfonica alla minimalista, dal jazz alla musica pop. Il mio amore però ha sempre un solo nome: Pino Mango.
Lorenza: Leggera, classica e jazz. Mi piacciono diverse colonne sonore di film. Amo Chopin.
Che libri leggete?
Serena: Ovviamente, neanche a dirlo, volumetti e libri di poesia sul mio comodino non mancano mai, anche per l’ultima lettura prima del sonno. Poi leggo romanzi e saggistica, psicologia e esoterismo. L’ultimo è un tomo di oltre 700 pagine firmato Hanya Yanagyhara “Verso il paradiso”. Di lei ho amato molto “Una vita come tante”, 1100 pagine di grande scrittura. Ma anche qui il mio amore ha sempre un solo nome: Christian Bobin.
Lorenza: Poesia: non potrei farne a meno. Romanzi, ultimamente pochi e solo storici. Diari, in modo particolare quelli del periodo della Seconda Guerra Mondiale, con la persecuzione ebraica e la deportazione, cito due nomi per tutti: Anna Frank e Etty Hillesum. Infine, i saggi. Mi piace la narrazione di esperienze realmente vissute e fuori dalla dimensione comune: sto pensando a qualche libro della teologa Adriana Zarri. Mi affascina la dimensione mistica.
Qual è l’ultimo film che avete visto?
Serena: “Close”, un film di Lukas Dhont. Un film che affronta il tema dell’identità sessuale e dei condizionamenti sociali. Un film che mi ha portato forti domande, forti palpitazioni, forte commozione. Non a caso ha vinto numerosi premi e gode di ottima critica.
Lorenza: Un film visto più volte e rivisto di recente: Le ali della libertà. È la storia di un’amicizia fra due uomini molto diversi, nata in prigione, un luogo impossibile. Un’amicizia tanto profonda da far superare ogni ostacolo ai due protagonisti che, quando tutto sembra in odore di morte, guadagnano la libertà. Uno aspetta l’altro, lo invita a raggiungerlo, perché la vita non è un assolo ma un canto a più voci e, anche l’amicizia, quella vera, è un giro armonico di amore, sostegno e fedeltà.
Infine, quali sono i vostri prossimi progetti?
Lorenza: Questo libro scritto con Serena ci porterà in diverse località del Nord e del Centro Italia. Abbiamo un calendario di presentazioni che andranno dalla Lombardia all’Emilia Romagna, dal Veneto alla Toscana: Festival di poesia, reading poetici, fiere del libro, passeggiate poetiche, librerie e biblioteche. Inoltre, da poco è uscita la mia silloge poetica Beatitudine dell’assenza – sempre per CTL ed. Libeccio – una narrazione del mondo delle residenze per anziani e dell’incontro con l’icona della demenza senile. Considerata la particolarità dell’argomento ho realizzato alcune presentazioni nei salotti di residenze private, adesso sto preparando qualche evento aperto al pubblico. Direi quanto basta per arrivare a sera e dirsi: “Anche oggi ho vissuto, vissuto con la testa e con il cuore”.
Serena: Oltre a tutti gli appuntamenti per questa pubblicazione già descritti da Lorenza, in imminente uscita la mia sesta raccolta che vedrà come protagonista il binomio Afrodite e Dioniso, sempre in forma poesia, con qualche contenuto in immagini tratte dal mondo della pittura e della scultura di artisti bravissimi che hanno accettato di dare il loro contributo; e immancabile anche una poesia di Lorenza. Verrà presentato nella sua prima data ufficiale il 6 maggio 2023 allo spazio espositivo Arte.Bo a Bologna in occasione della mostra EroticArt 2023. Ovviamente siete tutti invitati. Poi ci sono altri progetti che riguardano l’ambiente e i cambiamenti climatici, e quello molto attuale delle discriminazioni delle minoranze. Vi invito a rimanere sintonizzati sui miei canali social e soprattutto visitare il mio sito www.serenavestene.it se vorrete saperne di più e rimanere aggiornati. Sarà un periodo, fortunatamente, molto intenso.
MICHELE BRUCCHERI
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