A Serradifalco andrà in scena il musical “Il Cenciaiolo di Dio”. È in programma per domenica sera (ore 21) presso il sagrato della Chiesa Madre. Un’iniziativa culturale di notevole pregio promossa dall’Unità Pastorale, con la collaborazione e il patrocinio dell’Ars, del Comune e della Pro Loco, della diocesi nissena e del gruppo teatrale “Madre Teresa” di Campofranco.
È stato ideato e scritto da don Vincenzo Giovino che ne è l’autore e realizzato, appunto, dal gruppo teatrale “Madre Teresa” di Campofranco. “È uno spettacolo entusiasmante e commovente che racconta, in uno stile originale innovativo, la vita di una delle più belle e importanti figure di santità della Sicilia dell’Ottocento: Padre Giacomo Cusmano, fondatore dell’Opera del Boccone del Povero e delle Congregazioni religiose dei Servi e delle Serve dei Poveri, di cui la sorella Vincenzina, attiva collaboratrice, Superiora Generale e Madre di quest’ultime”, spiega al nostro microfono l’arciprete Biagio Biancheri.
Fondamentalmente, il musical fa emergere la personalità dinamica “ricca di fisionomia umana e spirituale del Padre e della Madre dei Poveri, con effetti coreografici e scenografici, luci, canti e balli di grande impatto che ripercorrono le tappe salienti della loro vita: l’infanzia, il sogno missionario e del martirio, l’università, la professione di medico dei poveri, l’incontro con Mons. Domenico Turano, lo sbarco dei Mille, l’ordinazione sacerdotale, la fondazione del ‘Boccone del Povero’, la chiamata e la vestizione di Vincenzina, la visione, il colera e la morte di padre Giacomo”, sottolinea don Biagio.
Le musiche e i testi originali di don Vincenzo Giovino, i ritmi dei balli e le coreografie, la bellezza dei costumi, le performances, la regia teatrale, rendono il musical profondamente suggestivo e coinvolgente.
Ci fornisce preziose informazioni, don Biagio Biancheri: “Giacomo Cusmano nasce a Palermo il 15 marzo 1834 nel quartiere popoloso dell’Albergheria e vive ed opera negli anni difficili dell’unificazione d’Italia e di contrasto tra Chiesa e Stato. Giacomo, medico e sacerdote, si lascia interpellare dalla storia, dai bisogni degli uomini e delle esigenze dei tempi. La sua vicenda personale, nella quale coinvolge la sorella Vincenzina, donna esemplare, che gli fa da madre, è la storia degli ultimi e dei poveri, degli orfani e degli esclusi, dei mendicanti e dei derelitti bisognosi di assistenza e affetto; della miseria e dei tuguri, dei disordini materiali e morali, ai quali aggiungono le calamità naturali e le epidemie con le inevitabili conseguenze della fame e della disperazione, dei furti e della prostituzione”.
Ed aggiunge: “Ma è soprattutto la storia di una chiamata interiore ad un cammino di santità, ad una conversione personale, ad una obbedienza alla volontà di Dio, capace di dare il senso e la direzione alla storia attraverso la condivisione del boccone spirituale e materiale e la via della carità senza limiti, per liberare il volto del povero dalla violenza subita e dalla benda sugli occhi che la società gli ha messo, fino a fare emergere la figura di Cristo di cui il povero è sacramento, posponendosi con empatia ad esso e alle sue necessità”.
Don Biagio Biancheri conclude: “Il Beato padre Giacomo e la Venerabile Vincenzina Cusmano, sono due figure che si comprendono all’interno del cammino di santità, fatto di lotte, resistenze e di accettazione della volontà di Dio, indicata con tenacia, amore e costanza dal loro direttore spirituale Mons. Domenico Turano. Fratello e sorella nel loro differente, intrecciato e poi sincronizzato cammino di vita, raccontano con la loro avventura, a volte intensa e faticosa, il volto dell’amore di Dio che li porta a spendersi senza riserve a servizio dei poveri e a contribuire al cambiamento interno della Chiesa e della società del loro tempo e a noi oggi alla ricomprensione e realizzazione del carisma cusmaniano”.
MICHELE BRUCCHERI
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