“Ho sangue siciliano nelle vene”. Debora Caprioglio, affascinante attrice veneta, nel corso dell’intervista a La Voce del Nisseno confida questo fatto: “Mia nonna era di Taormina, la mamma di mia mamma – mi spiega -. Quando arrivo in Sicilia sento un po’ un richiamo particolare. Mi piace molto. E’ una terra meravigliosa”. Spegnerà la sua cinquantesima candelina a maggio e la trovo procace, attraente e solare. Durante la nostra lunga conversazione, riderà con gusto e sorriderà radiosamente. Scattiamo un sacco di fotografie e le dono una mia monografia. Eccola al nostro microfono, prima dello spettacolo “Alla faccia vostra” che si terrà a Canicattì (è in coppia con l’attore Gianfranco Jannuzzo).
“La Voce del Nisseno” ha ospite Debora Caprioglio, attrice di origine veneta. Questa sera a Canicattì presenti lo spettacolo, insieme a Gianfranco Jannuzzo, dal titolo “Alla faccia vostra”. Di cosa si tratta?
“Alla faccia vostra” è una commedia brillante. Molto divertente, con un ritmo incalzante. C’è un ricco signore che viene a mancare, uno scrittore ricco di circa 78 anni. Almeno così pare, perché non è certo che venga a mancare definitivamente. Tutta la sua famiglia si ritrova al suo capezzale per spartirsi l’eredità. Io sono Angela, la sua moglie più giovane di diversi anni, molto procace e molto fisica che arriva, saputo del decesso del marito, dalla Francia dove è con l’amante.
E poi?
Poi ci sono Lucio Sesto che sarebbe il marito della figlia, sempre del defunto; poi il dottore, il vicino di casa, poi il banchiere… Insomma, tutta una serie di personaggi… la fedele governante, Luisa, tutti che ruotano attorno a questa storia.
Qual è il bello di questa storia?
Il bello di questa storia è che quando si pensa che le cose vadano in un determinato modo, ci sono dei colpi di scena continui che tengono il pubblico costantemente attento nel capire cosa sta succedendo e soprattutto come andrà a finire questa storia. Non è una commedia buonista. Tutti i personaggi sono molto cinici. Diciamo che il leitmotiv di questa storia è il “dio denaro”. Denaro che spesso ci rende persone peggiori. Volenti o nolenti, dal denaro dipendiamo!
So che questo spettacolo che portate in giro ovunque, registra un grande successo. Ieri sera siete stati a Piazza Armerina. Qual è il bilancio di questa vostra rappresentazione scenica?
E’ il secondo anno che lo portiamo in giro. La ricetta è quella tipica delle commedie francesi e italiane, il vostro Pirandello insegna. Cioè: ridere dei difetti umani. Portare i difetti dell’essere umano sul palcoscenico in maniera briosa e divertente, quasi catartica. Il pubblico poi si diverte a vedere e a ridere. Qui addirittura si parla anche della morte…
Continua, Debora.
C’è da dire che il nostro cast è composto da grandissimi e bravissimi attori. Noi siamo una vera e propria squadra. Ogni personaggio di questa commedia è protagonista. Un piacere nello stare insieme.
E Gianfranco Jannuzzo?
E’ uno straordinario collega di lavoro, con il quale lavoro da quattro anni. Spesso al termine dello spettacolo, presenta tutti gli attori. E’ una cosa molto bella.
Quando nasce la tua passione per il teatro? E per il cinema?
Allora, la passione per il cinema è nata prima di quella per il teatro. Ho iniziato con il cinema negli anni ’90. Anzi, sul finire degli anni Ottanta. Il teatro l’avevo fatto, una prima volta, negli anni Novanta. Una “Lulù” con la regia di Tinto Brass. Nel 1997 arrivò Mario Monicelli, perlopiù un regista cinematografico, che invece mi propose di fare una cosa in teatro. Da lì ho iniziato nuovamente e non ho più lasciato il teatro. Sono 21 anni che faccio due-tre spettacoli l’anno. Una passione che mi ha coinvolto sempre di più, ovviamente non tralasciando la televisione. Il teatro ci rende più bravi, artisti migliori.
La tv dà grande visibilità.
La televisione è indubbio che dà anche la popolarità. E’ un mezzo che entra in tutte le case. Serve anche quella. Anche se la mia anima e il mio cuore sono… il teatro.
Il tuo exploit, tuttavia, avviene con il film erotico “Prapika” di Tinto Brass. Come ricordi quella tua esperienza?
Beh, è stato un inizio di tantissimi anni fa e devo dire che sono stata molto onorata di aver lavorato con un regista che adesso è un cult. Allora era contestato, ma è da sempre un maestro del cinema. E’ uno dei registi italiani di cui si parlerà sempre. E’ un regista cult e sono onorata di aver fatto parte di un periodo… cult (ride, ndr).
Nel 2007, se non ricordo male, arrivi seconda a “L’isola dei famosi”. Come ricordi quest’altra esperienza?
Va in onda nuovamente e rivedo i posti dove sono stata con grande emozione. L’ho vissuta come esperienza umana. Un’esperienza molto faticosa. Può essere vissuta come una vacanza estrema.
Hai lavorato con tanti registi e numerosi attori. Chi ricordi con maggiore affetto?
Beh, diciamo che per il teatro ricordo il mio “papà” artistico che è stato Mario Scaccia. Uno straordinario attore romano. Gianfranco Jannuzzo che è il mio ultimo…, non ne parliamo proprio (sorride, ndr). Lo stesso Corrado Tedeschi. Per il cinema? Con Sergio Castellitto, Sergio Rubini… Ho un buon carattere, per cui stabilisco un clima molto giocoso.
Ci troviamo in Sicilia. Sono curioso di sapere cosa pensi di questa mia terra e dei siciliani?
Ah, io ho un’origine siciliana. Mia nonna era di Taormina, la mamma di mia mamma. Ho sangue siciliano nelle vene. Quando arrivo in Sicilia sento un po’ un richiamo particolare. Mi piace molto. E’ una terra meravigliosa. Poi con la tournée ho la fortuna di conoscerla tutta. L’ho girata in lungo e in largo (…).
Debora, chi sono i tuoi scrittori preferiti?
I miei scrittori preferiti? Sto rileggendo Dan Brown. Rileggo molto anche i classici. Mi piace rileggere il mio Goldoni.
Sul fronte musicale, abitualmente cosa ami ascoltare?
Un po’ tutto. Dalla classica, lo stesso Paganini, avendo interpretato un film, per cui mi sono documentata molto sulla sua vita. Amo i cantautori italiani: Zucchero, De Andrè, la mia Patty Pravo di Venezia (sorride, ndr), Mina. Forse seguo meno i giovani, ma perché sto invecchiando (ridiamo insieme, ndr).
Tra poco, come me, festeggerai cinquant’anni. Che bilancio faresti, ad oggi?
In genere non tendo mai a fare bilanci. Sono molto felice di ciò che ho fatto, ma nello stesso tempo penso di avere ancora tante cose da fare.
Qual è stato il giorno più bello o più commovente che ricordi, adesso, a caldo?
Beh, sicuramente il giorno del mio matrimonio (…).
A quali valori credi strenuamente e ciecamente?
Sono l’amicizia e la famiglia. Gli amici, se sono veri, possono essere più importanti, a volte della famiglia. Parenti serpenti (ride, ndr). Credo di più nell’amicizia, anche se la famiglia è importante.
MICHELE BRUCCHERI