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Daniele Territo, presidente del Consiglio comunale di Serradifalco

Nelle sue vene scorre la passione per la politica, da sempre. Daniele Territo, 19 anni, sin da bambino, ne è notevolmente attratto. In tenera età, escogita addirittura un geniale stratagemma per partecipare alle riunioni di partito. E ce lo racconta – senza peli sulla lingua – in questa lunga e articolata intervista rilasciata al nostro giornale.

È il presidente del Consiglio comunale più giovane d’Italia. Il terzo candidato più votato, con quasi 550 voti di preferenza, alle consultazioni amministrative di Serradifalco dello scorso 4 e 5 ottobre. Nel suo orizzonte c’è ora la Facoltà di Scienze politiche. Nel suo futuro c’è il perfezionamento di questa arte tramite lo studio.

Con il suo impegno concreto e quotidiano – numerose sono le battaglie che porta avanti con tenacia e grinta – vuole dare una mano al territorio e soprattutto ai giovani. Creare le premesse per una svolta. Ridare respiro politico e culturale a questo lembo di terra. Tant’è che – oltre ad essere il segretario del Pd di Serradifalco – ha, in seno al partito, un ruolo prestigioso e importante a livello provinciale. È il responsabile dell’area Nord del Nisseno, di quel cosiddetto Vallone (tra le aree geografiche più zoppicanti).

“La politica è l’unico mezzo a disposizione dei cittadini per provare a migliorare le condizioni proprie e degli altri”, osserva. E poi aggiunge: “Bisogna cambiare il volto della nostra terra e costruire un futuro migliore per la nostra gente”.

Quando nasce la tua passione per la politica?

Fin da bambino ho sempre avuto uno spiccato senso civico, un grande interesse per ciò che mi circondava. Seguivo mio padre nelle riunioni di partito dicendo di voler giocare al calcetto presente alla sezione (gioco che nella realtà non mi è mai piaciuto). Era ovviamente una scusa. Nella realtà mi piaceva sentire parlare di politica…

Geniale e ingegnoso.

Ma la vera passione nasce nel momento in cui mi sono reso conto che la politica è l’unico mezzo a disposizione dei cittadini per provare a migliorare le condizioni proprie e degli altri. Guardai con interesse la campagna elettorale di Claudio Fava alle regionali, divenni rappresentante d’istituto, poi l’esperienza con Leu per poi, in un Pd che aveva ritrovato l’umiltà perduta; ne divenni segretario cittadino a soli 17 anni.

So che sei un appassionato divoratore di libri inerenti la politica. Quali sono i tuoi testi di riferimento?

Sono un appassionato della lettura e in particolare di autori conterranei, uno su tutti Leonardo Sciascia. In questi giorni invece sto leggendo un recente libro di Concetto Vecchio che mi ha fatto molto riflettere sul valore della Politica. Ripercorre la vita di Emanuele Macaluso, mi ha molto toccato il coraggio di quel tempo, la politica intesa come missione sociale e non come mezzo per costruire carriere. Era impensabile la politica come sola ambizione personale.

Da oltre un semestre, sei Presidente del Consiglio comunale di Serradifalco. Possiamo tracciare un bilancio?

Credo sia ancora prematuro, ma sono convinto che quanto fatto finora sia risultato positivo per la nostra comunità. Penso a quanto svolto: l’opposizione nei confronti dell’impianto di TMB con annessa discarica, le pressioni riguardo la S.P. Serradifalco-Delia, l’impegno sul Lago Soprano, la richiesta di riclassificazione sismica del territorio condivisa poi da tanti altri comuni, tutti interventi che sommati agli adempimenti ordinari hanno beneficiato a Serradifalco. Provo a svolgere il mio ruolo con grande imparzialità, nel rispetto dei diritti di tutti i colleghi consiglieri che ringrazio per il contributo di idee e per la passione politica che esercitano quotidianamente.

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Alcuni momenti pubblici di Daniele Territo

Con i tuoi 19 anni, sei il presidente più giovane a livello nazionale di un massimo consesso civico. Interiormente, cosa si prova?

Certamente un onore che avverto con enorme responsabilità. La Politica impiega molto del mio tempo, ma è una parte importante della mia vita. Fare politica a vent’anni vuol dire giocare una sfida importante: cambiare il volto della tua terra e costruire un futuro per la tua gente; lealmente, dimostrando al mondo intero e a te stesso che la tua generazione non pretende dagli altri il cambiamento che vuole vedere nel mondo, ma vuole provare a diventarlo. Vuole esserlo.

Sei anche il segretario locale del Partito democratico. Poco fa l’accennavi. Qual è lo stato di salute dei dem serradifalchesi?

Il mio è un partito che vive di democrazia interna e in democrazia fortunatamente non tutti la pensiamo alla stessa maniera. Questo a volte è un elemento di forza, altre volte di debolezza. È l’approccio che fa la differenza. Adesso tante ragazze e ragazzi vogliono avvicinarsi, per questo credo a breve avremo una generale riorganizzazione dell’assetto interno.

Puoi farci qualche esempio?

Nonostante il periodo, diverse attività sono in corso; ad esempio, da qualche settimana la nostra sede è un luogo aperto a chiunque serva un luogo fisico ed una buona connessione per lo studio o semplicemente cerca un luogo per discutere di problemi legati al territorio.

Ti sei speso, sovente, in numerose battaglie politiche. Tra queste, c’è il lago Soprano. È una risorsa o un fardello?

Il lago Soprano è la più grande risorsa del nostro territorio. Serradifalco viene spesso invidiato e criticato: invidiato perché possiede un tesoro di inestimabile valore e criticato perché non ha mai saputo valorizzarlo. Finalmente oggi pare di assistere ad un’inversione di marcia nei confronti della riserva. Grazie ad un percorso di grande collaborazione intrapreso la scorsa estate tra il Comune di Serradifalco e le associazioni ambientaliste del territorio, la ex Provincia ha manifestato la piena disponibilità alla valorizzazione della riserva.

Continua, presidente.

Dopo un incontro con il dirigente del reparto ambiente della ex Provincia, Renato Mancuso, e la responsabile della riserva, dottoressa Ivana Dell’Utri, che ringrazio sempre per la loro disponibilità, è stato convocato un tavolo tecnico e coinvolgendo le quattro associazioni (Wwf, Legambiente, Lipu e Italia nostra) si è iniziata a stilare una bozza di convenzione tra Comune, Provincia e associazioni per valorizzare la riserva e per procedere con gli espropri che rappresenterebbero la pietra miliare per questa nostra comunità.

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Daniele Territo, presidente del Consiglio comunale di Serradifalco

Un’altra battaglia politica importante è quella legata al territorio: no scorie radioattive, sì per un ambiente sostenibile. Come procedono queste lotte?

Credo avremmo dovuto fare di più, alcuni risultati sono stati raggiunti ed altri no. L’emergenza Covid purtroppo ha certamente inibito alcune battaglie di civiltà per i nostri luoghi che – sono certo – ripartiranno con grande vivacità.

So che all’interno del partito – a livello provinciale – hai un ruolo prestigioso e oneroso che inerisce il Vallone. È così?

Sì, da qualche settimana sono stato nominato dal Segretario provinciale Peppe Di Cristina responsabile dell’area Nord della provincia. Un ulteriore impegno che sto organizzando con profondo entusiasmo. Credo nel potenziale che possiedono le aree interne. Bisognerebbe offrire loro gli strumenti per farlo emergere e renderlo una risorsa.

Quali sono i punti di forza del nostro territorio? E invece quali sono gli anelli deboli?

Ogni risorsa può rappresentare un problema e viceversa. Sta alla politica decidere le sorti delle cose. Esempio plastico ne sono le nostre miniere: da enorme risorsa che ha permesso a questa piccola ma straordinaria comunità di edificarsi, a grande remora per lo sviluppo del territorio. Quando c’è la volontà politica si può sempre far del bene. Lago, miniere, zona artigianale, zona industriale, sono grandi occasioni di crescita per il nostro paese. E da valorizzare, la stigliola: eccellenza tipica locale.

I giovani hanno una disaffezione per la politica. Quale consiglio dai per avvicinarsi ai partiti, “sale” della democrazia?

La Politica ha deluso e i partiti pure. Adesso ripristinare la credibilità non è semplice, ma nemmeno una missione impossibile. Io credo che quando le persone vedono i risultati delle idee, iniziano a ricredersi sulla Politica. C’è un’intera generazione con le valigie pronte, che dovrebbe e che vuole impegnarsi in politica per il futuro di sé stessa. Credo che i partiti dovrebbero proprio “tornare amici dei ragazzi di strada”, conoscere il sacrificio di quei ragazzi lì senza un minimo di garanzie per il proprio futuro e provare a coinvolgerli. Ai miei coetanei dico di interessarsi alla politica e partecipare alle scelte del proprio paese altrimenti a decidere sarà sempre qualcun altro per noi.

Dei politici del territorio: chi stimi e perché?

Il nostro territorio vanta tanti buoni amministratori; penso al Sindaco di Serradifalco, a quello di Montedoro, a quello di Santa Caterina, a quello di Sommatino, al sindaco di Delia e a diversi politici come Peppe Provenzano che stimo profondamente. I sindaci li stimo perché aldilà delle qualità umane, che provo a distinguere sempre da quelle politiche, affrontano sfide enormi con ormai pochissimi mezzi a disposizione: credo che amministrare oggi sia una delle cose più difficili. Peppe Provenzano lo ammiro per la sua storia che mi ricorda quella di tanti talenti che ci facciamo scappare. Poi ho molto apprezzato la sua azione da ministro.

C’è un uomo politico o una donna del passato che per te rappresenta un faro?

Ce ne sono diversi. Poco fa accennavo di Macaluso: è stato un faro perché ha sempre avuto il coraggio di dire la verità anche quando dire la verità era un atto ancor più rivoluzionario di oggi ed ha saputo sempre mantenere un buon rapporto con la base.

E il tuo rapporto con il sindaco Burgio?

Andiamo d’accordo principalmente per due ragioni: perché riusciamo a distinguere l’aspetto personale da quello politico e perché proviamo ad essere sempre molto sinceri reciprocamente. Pensa un po’, andiamo talmente d’accordo che a volte litighiamo senza motivo (scherza, ndr).

La pandemia è stata un dramma soprattutto per le nuove generazioni. Come hai vissuto questa emergenza sanitaria?

Appartengo ad una generazione cresciuta troppo velocemente in questo tempo così lento da farci sognare non grandi rivoluzioni nelle nostre vite, ma il semplice sapore della normalità che questa stagione ci ha rubato. Si dice spesso che vent’anni non capitano due volte nella vita e alla mia generazione nemmeno una. È la storia di amori interrotti, passioni mai nate, talenti assopiti. Ma nonostante tutto sono convinto di un generale senso di rivalsa che animerà i prossimi anni. Guardo al futuro con grande ottimismo.

Quali sono i tuoi valori irrinunciabili?

L’umiltà e la lealtà. La prima sta nella capacità di conoscere sé stessi e di aprirsi agli altri, mentre la seconda sta nell’avere rispetto di chi ha fiducia in te e non tradire le sue aspettative, non rinunciare alle idee per le quali sei stato scelto.

Qual è la tua miglior virtù? E il tuo peggior difetto?

Credo, la capacità di saper ascoltare e di assumermi le mie responsabilità. Difetto? Penso la cocciutaggine. Quando sono convinto di fare qualcosa non riesco a limitarmi.

Tra i tuoi tanti sogni da realizzare, qual è il prossimo?

Ho tanti obiettivi per la testa, dal diploma alla scelta universitaria. Chiaramente non può mancare la politica. Senza la politica avverto un vuoto enorme nelle mie giornate.

MICHELE BRUCCHERI

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