A Caltanissetta in Piazza Falcone e Borsellino, ieri domenica 3 ottobre dalle ore 11.30 alle ore 12.30, si è tenuto un presidio di cittadine e cittadini per esprimere solidarietà a Mimmo Lucano.
Il presidio, voluto e promosso da Onde donne in movimento e al quale hanno aderito le Cooperative I Girasoli e Etnos, è stato indetto per il 3 ottobre, Giornata dell’Accoglienza e della Memoria, per ricordare le 368 vittime del naufragio al largo di Lampedusa; giorno scelto non a caso, come non a caso Riace è e resterà un simbolo di umanità, un simbolo della responsabilità che ogni persona ha quando è chiamato a compiere una scelta tra bene e male.
La sentenza di condanna di un uomo, che ha dedicato la sua vita alle persone deboli scuote profondamente le coscienze dei cittadini e delle cittadine democratiche.
Probabilmente Mimmo Lucano avrà commesso qualche errore amministrativo ma la condanna a 13 anni (per lo stupro la pena massima è 12 anni) è veramente abnorme.
Lucano è una persona buona che ha fatto tanto per gli altri e non si è arricchito sfruttando la sua posizione.
Fortunatamente abbiamo tre gradi di giudizio. Speriamo e crediamo che questa inaccettabile sentenza sarà ribaltata come è accaduto per un’altra pronuncia del giudice Fulvio Accurso, il presidente del Tribunale di Locri che ha condannato Mimmo Lucano.
A gennaio del 2016 Accursio fu giudice nel processo denominato Metropolis, in cui erano imputati molti esponenti mafiosi della Locride. Furono assolti quasi tutti gli imputati con l’eccezione di tre condannati a pene inferiori (dimezzate) a quelle richieste dal Pubblico Ministero.
Ma la clemenza del Tribunale di Locri presieduto da Fulvio Accurso è stata successivamente ribaltata nel 2018 dalla Corte di Appello di Reggio Calabria che ha condannato molti di quelli che erano stati assolti.
Mimmo Lucano ha ridato vita a un Paese, ha ospitato le persone, ha salvato delle persone. È ora di abolire il reato di immigrazione clandestina o perlomeno declassarlo ad un illecito amministrativo. Molti giuristi tra cui Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky hanno messo in risalto come la legge, criminalizzando “mere condizioni personali” non ha giustificazioni concrete al di fuori di esse.
Già nel 2010, la Corte costituzionale aveva stabilito che gli stranieri irregolari non possono essere considerati automaticamente socialmente pericolosi. È ora di respingere chi vuole introdurre il reato di solidarietà.
Ester Vitale
(Portavoce Onde donneinmovimento)
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