“Cento ripartenze – Quando la vita ricomincia”
L'autore del libro con gli altri oratori

“Cento ripartenze – Quando la vita ricomincia” è una gemma preziosa. Un libro di 114 pagine di Giorgio Paolucci (già alla terza ristampa). Un volume intenso e vibrante di sentimenti, scorrevole e coinvolgente. Dedicato “a tutti quelli che mi hanno testimoniato l’inesausto desiderio di ricominciare, sempre”.

Ieri ha presentato il libro a Serradifalco e invitato dalla professoressa Marilena Pelonero, mia amica, sono andato con immenso piacere e curiosità intellettuale. Giorgio Paolucci è un giornalista e scrittore, vive a Milano. È stato vice direttore del noto quotidiano Avvenire ed è, attualmente, editorialista del giornale nel quale lavora da circa trent’anni.

Nel frontespizio del libro, tra le mie mani da ieri e divorato voracemente, mi scrive (al termine della presentazione): “A Michele, collega e testimone di ripartenze”. Una bella dedica. Poche parole, intense e meravigliose: grazie. Questo splendido libro vanta la prefazione di Daniele Mencarelli.

“Cento ripartenze – Quando la vita ricomincia” è un emozionate ed edificante incontro di volti e di storie. Ci insegna, umilmente, che ciascuno di noi è importante. Tutti abbiamo un valore, piccolo o grande che sia. Ci fa capire un sacco di cose: l’importanza della ripartenza (“cadere sette volte, rialzarsi otto volte”, proverbio giapponese), che bisogna “ridare il giusto peso alla parola”, che ci sono incontri che cambiano la vita di ciascuno…

L’elenco sarebbe davvero lungo. Ma lui, con le sue 1.300 battute per ciascun racconto pubblicato sul quotidiano (oltre ad altri testi scritti in seguito), “educato alla virtù della sintesi”, ci regala queste perle. Con poche, sapienti parole. Ci fa capire, con semplicità disarmante, che “Lui ci parla e dobbiamo solo essere attenti ai segni della Sua presenza”.

“Cento ripartenze – Quando la vita ricomincia”
I giornalisti Michele Bruccheri e Giorgio Paolucci con il sociologo Pasquale Petix

Alla presentazione di ieri sera, presso la Sala della Comunità della Chiesa Madre, ha dato il saluto di benvenuto l’arciprete Biagio Biancheri e il loro contributo Pasquale Petix (rettore della Luse), Maria Cristina Alaimo (presidente provinciale dell’Ada di Caltanissetta), il vescovo emerito di Coxim (Brasile), Antonino Migliore, oltre alla docente Marilena Pelonero e al presidente provinciale dell’Auser, Salvatore Pelonero (Angelo, in rappresentanza di Fabio Ruvolo, ha raccontato l’esperienza di ripartenza locale con “N’Arancina Speciale”).

Ma torniamo al libro “Cento ripartenze – Quando la vita ricomincia” di Giorgio Paolucci. In “un mondo tanto indaffarato quanto smemorato e distratto”, scrive alla fine del volume, ci fa riflettere con storie semplici e importanti. Ci fa comprendere che è basilare l’amore di una madre che è come l’amore di Dio. Ci inchioda ad un concetto meraviglioso: “i figli spirituali non valgono meno di quelli carnali”.

Con le slide, ieri sera, ci ha raccontato la storia di Enea e Andrei, che ogni istante ha valore, che è meravigliosa l’energia rigeneratrice del perdono e che bisogna trovare la forza di ricominciare. Bella la storia delle “Ostie in carcere”, che l’uomo non è il suo errore (frase di don Benzi, evidenziata – nel suo intervento – da Pasquale Petix), che tutti dobbiamo vivere il nostro kairòs, ovvero l’occasione per iniziare una nuova vita (vivere il “momento opportuno, l’occasione favorevole”). Il racconto è “Scommessa di libertà”. Anche i titoli di queste storie sono poetici, profondi, da incorniciare.

Mi ha colpito favorevolmente il percorso della migrazione circolare, che “quando parliamo di migranti – tuona Giorgio Paolucci – dovremmo sempre ricordare che dentro questo termine generico stanno persone, volti, destini”. L’autore ci indica la strada maestra da seguire umilmente, narrando queste storie. “Abbiamo bisogno di punti di luce – scrive – a cui guardare per attingere speranza”. Un altro concetto ribadito dal vescovo Migliore che preferisce la speranza all’ottimismo.

Ci parla in “Pioniera a ottantatré anni” di Madre Augusta, che bisogna risvegliare il desiderio, che “preghiera e lavoro possono diventare i motori di un nuovo inizio”. Ci vogliono, veramente, “un cuore e occhi speciali per vedere ‘oltre’”. Tante storie, dunque, in questo libro avvolgente che vogliono farci ritrovare le ragioni per essere, oggi, costruttori.

Giorgio Paolucci scrive: “C’è Cristo nel volto di ogni uomo”. Ci presenta un “Pezzo di Paradiso”, evidenzia l’importanza della parola “grazie” (“in un’epoca in cui la gratitudine è sempre più merce rara”). Dice: la vita ci è donata e non bisogna dimenticare questa verità semplice. Nel raccontare queste storie, dolorose e di speranza, fa comprendere che “bisogna salvare la fede”, che oggi “servono testimoni”.

“Cento ripartenze – Quando la vita ricomincia”
Una parte della platea

Don Giovanni Bosco ha aiutato tanti esseri umani a ripartire. E lui in “Africani e ucraini” ci fa conoscere questi “protagonisti di percorsi di integrazione”. Toccante, poi, “Senza parole”. Scrive della nipote, Tecla, dieci anni, “non parla dalla nascita a causa di una malattia…”. Guarda gli occhi bellissimi della nipote e prega perché sia sempre felice. Racconta alcune storie personali (“Il papavero sull’asfalto” canta il padre, ad esempio). In “Anniversario” c’è la bellezza del suo matrimonio.

Questo libro dichiara: è necessario ritrovare il senso di ciò che facciamo. È un volume intenso, narra il dolore e la sofferenza, ma soprattutto la speranza e la ripartenza. Ogni storia, in questo volume, è cammino di ripartenza. Di rinascita. Emozionante il racconto “Atteso da quarant’anni”. Ci fa conoscere una parola, e non solo: l’ispiera. Ci fa conoscere la bellezza della vita e la potenza della luce. Ci parla dei giovani, che nulla accade per caso. Ci canta e suona “Riscatto in musica”. Ribadisce il valore della lingua, senza di essa non si vive: “È la vita che ogni giorno sale in cattedra – scrive Paolucci – e insegna il valore infinito dell’educare”.

In questo rapido e sommario excursus c’è da parlare (scrivere), ancora una volta, dei limiti che sono punti di partenza, che la Chiesa è madre e maestra di vita… questo libro è uno scrigno di pensieri e di emozioni, aneddoti e storie raccontate sobriamente ed efficacemente. Una grande abilità in Giorgio Paolucci. “Cento ripartenze – Quando la vita ricomincia” è un giacimento di testimonianze. Anche della sua, personale, in “Radioterapia”.

Se vogliamo vincere allora questo “mondo tanto indaffarato quanto smemorato e distratto” basta comprare e leggere il libro. Ne vale, veramente, la pena. Abbiamo raccontato qualcosa, ma questo volume è molto di più.

MICHELE BRUCCHERI   

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