Dopo un lungo periodo di ristrettezze comportamentali, si ricomincia ad avere più spazio per una vita più normale. Si esce, ci si ritrova con gli amici e con i parenti, si beve, si mangia e, a volte, si gozzoviglia per la gioia di essere di nuovo liberi.
Ma liberi da che cosa? Liberi forse di fare i propri comodi senza rispettare le regole? Liberi di non usare la mascherina nei luoghi chiusi? Liberi di non rispettare il distanziamento specialmente se non vaccinati? Liberi di fregarsene della pandemia ancora in corso e di credere che tutto sia passato o stia passando?
Mai, come in questo periodo, si è messo in atto il “Carpe diem” con cui il famoso poeta latino Orazio invitava a vivere pienamente il momento e a godere di ciò che la vita offriva. È vero che “…del diman non v’è certezza”, ma è altrettanto vero che circostanze particolari e difficili, come quelle che stiamo vivendo, richiedono misura e grande senso di responsabilità.
Purtroppo la pandemia sarà difficile da debellare per il semplice motivo che viviamo in un mondo globalizzato e che le persone si muovono e si spostano da un confine all’altro della terra. Necessita da parte di tutti noi fare dei sacrifici ed usare prudenza perché il domani non sia peggiore dell’oggi.
Per un attimo pensiamo ai grandi e veri problemi che l’umanità più povera, emarginata e in guerra soffre, ed i nostri piccoli sacrifici, al loro confronto, ci sembreranno una piccola ed irrilevante cosa.
GRAZIELLA MORREALE
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