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I firmatari della nota stampa

Ci sono questioni che, pur avendo una grande influenza sulla vita concreta di tante persone, non trovano spazio nel dibattito pubblico della città e le politiche per l’infanzia rientrano senza dubbio in questa categoria.

Nel silenzio generale pochi giorni fa è stato comunicato che i posti nido disponibili presso le strutture comunali della nostra città saranno 136 anche per il prossimo anno scolastico, 36 per lattanti (bambini di età compresa tra 0 e 13 mesi) e 100 per divezzi (bimbi con età compresa tra 13 e 36 mesi).

A nessuno è parso necessario confrontare questo dato con il numero complessivo di bambini da 0 a tre anni residenti in città, che al primo gennaio 2023 raggiunge le 1.585 unità. Stando a questi dati, quindi, solo un bambino ogni 12 potrà trovare spazio in uno degli asili nido del comune di Caltanissetta, con una copertura del fabbisogno pari all’8,5%.

Vale la pena ricordare che il 29 novembre 2022 il Consiglio dell’UE ha adottato una raccomandazione con la quale fissa per il 2030 l’obiettivo di servizi per la prima infanzia garantiti al 45% dei bambini, un traguardo dal quale siamo lontanissimi.

Restiamo distanti, del resto, anche dalla media nazionale, che nel 2020 è stata di 27,2 posti nido ogni cento bambini e persino il dato regionale, seppur drammaticamente basso (12,5%) è superiore al nostro.

Questi numeri sono alla base della collocazione di Caltanissetta al penultimo posto nella graduatoria nazionale sulle politiche per l’infanzia (classifica del Sole 24 ore, anno 2022), ma incidono anche sul tasso di occupazione femminile, fermo nella nostra provincia al 22%, e sulla costante riduzione della natalità.

La presenza di adeguati servizi di assistenza e formazione per la prima infanzia è infatti indispensabile per dare opportunità alle famiglie ed in particolare alle donne di poter scegliere tra lavoro e figli, ma è anche una condizione essenziale per offrire maggiori opportunità di successo formativo ai bambini e alle bambine.

La letteratura scientifica più autorevole, del resto, sostiene da tempo che l’istruzione pre – primaria è uno strumento di fondamentale importanza per agevolare l’apprendimento e l’adattamento sociale di bambine e bambini, evidenziando anche la sua efficacia nella prevenzione della dispersione scolastica (vedi le linee guida del OMS).

Continuando a non occuparci di prima infanzia stiamo segando l’albero su cui siamo seduti, generando un ulteriore impoverimento economico, sociale, culturale e demografico del nostro territorio. Il pericolo che abbiamo di fronte è dunque quello di ritrovarci a vivere in una città sempre più povera, sempre più anziana e sempre più ignorante. Anzi, a ben vedere, questo rischio sta drammaticamente diventando una concreta realtà.

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I firmatari della nota stampa

Occorre invertire la rotta, noi del Partito Democratico lo sosteniamo da tempo e per questo abbiamo organizzato una serie di iniziative dedicate proprio alla prima infanzia. Dal nostro lavoro sono emerse alcune proposte che ci sembrano realizzabili e che crediamo potrebbero migliorare realmente la qualità della vita di tanti bambini.

  • L’adozione di un Piano strategico comunale per l’infanzia con valenza pluriennale, che sia redatto coinvolgendo le famiglie, il mondo associativo, le istituzioni scolastiche e quelle della salute. Tale strumento di programmazione dovrebbe individuare gli obiettivi da perseguire per la prima infanzia, le risorse da stanziare, nonché le forme e le occasioni per il partenariato pubblico-privato;
  • Il progressivo incremento della quota di bilancio comunale destinata all’infanzia, con la fissazione di un obiettivo di ragionevole, progressivo e costante avvicinamento alla media nazionale;
  • L’ampliamento della copertura di posti negli asili nido da realizzare accedendo a tutti i canali di finanziamento disponibili;
  • Il rafforzamento del servizio sociale locale attraverso l’assunzione di figure professionali che possano promuovere un servizio socio-educativo di prossimità, includendo appieno le famiglie vulnerabili ed in particolare quelle con retroterra migratorio e con bambini portatori di disabilità;
  • I patti educativi territoriali che aprano gli istituti scolastici al territorio per affrontare le situazioni di marginalità e disagio, oltre che per promuovere innovazione didattica nelle scuole coinvolgendo il mondo associativo e le realtà produttive;
  • Un regolamento sui beni comuni che preveda una gestione partecipata delle aree verdi della città, sulla base di programmi di attività dedicati all’infanzia;
  • La richiesta alla direzione dell’Asp di Caltanissetta e alla Regione Siciliana dell’attivazione dei reparti di terapia intensiva neo-natale e di neuropsichiatria infantile presso l’Ospedale Sant’Elia.

Crediamo che sia urgente approfondire queste proposte nelle sedi istituzionali della città. Per questo chiederemo un incontro con il dirigente del Comune incaricato della Direzione Politiche sociali e Istruzione di Caltanissetta.

Pensiamo che la nostra città debba tornare ad immaginare il suo futuro e per farlo non possa che mettere al centro le esigenze e i bisogni delle bambine e dei bambini. Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale che non può essere rinviata e per la quale intendiamo impegnarci con tutte le nostre energie.

Carlo Vagginelli

Giancarlo La Rocca

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