L’INTERVISTA. Michele Bruccheri incontra la famosa scrittrice dopo il meeting che ha avuto con gli studenti e i docenti del liceo scientifico «Alessandro Volta». Risponde: “È un esercizio molto speciale”
Arriva con un leggero ritardo a Caltanissetta. Ospite del liceo scientifico “Alessandro Volta”, la grande scrittrice Dacia Maraini viene ricevuta dal dirigente scolastico Vito Parisi. E dalle docenti del Progetto Lettura, in primis Adriana Valenza e Monica Alaimo. Nell’aula magna, gremita e attenta, risponde alla pioggia di domande degli studenti. È interpellata su tutto. Nonostante la stanchezza, concede a La Voce del Nisseno questa intervista. Le consegno alcune riviste del nostro giornale. “La lettura è formativa. Crea l’intelligenza, sviluppa l’immaginazione. È molto importante leggere”, dichiara al nostro microfono.
Lei è sicuramente una delle voci più autorevoli della letteratura italiana del Novecento. Una domanda di prammatica: quando nasce la sua passione per la scrittura?
Nasce prestissimo, a tredici anni, quando scrivevo per il giornale della scuola Garibaldi di Palermo.
Ha vinto tanti premi. Certamente tra i più importanti ci sono quelli del 1990 Premio Campiello e nel 1999 il Premio Strega. A parte questi due, prestigiosi, ce ne sono altri che hanno un grande valore affettivo per lei?
Sì, tanti. Alcuni premi molto affettuosi. C’è il Premio Boccaccio, ad esempio, un premio molto bello. Poi c’è il Premio Napoli, poi il Premio Salerno… E dopo ci sono varie cittadinanze che mi sono state date. Sono simpatiche, insomma, perché riguardano un affetto nei riguardi di una persona.
Sovente, lei asserisce che la scrittura è memoria. Che va consegnata alle nuove generazioni. In Italia, ad esempio, si scrive tanto, ma si legge poco. Quale consiglio dà ai giovani per avere sete di lettura?
Di capire che la lettura è un esercizio molto speciale, che non riguarda soltanto macinare delle pagine, ma entrare dentro una storia e riscriverla. E quindi formarsi una mentalità più aperta. Sapersi identificare con dei personaggi è un grande esercizio di libertà.
È un’autrice molto sensibile e spesso affronta tematiche di rilevanza sociale. Che tipo di impegno possono assumere i giovani nella società per diventarne attivi protagonisti?
Per esempio, fare gruppo. Fare rete. È molto importante. Fare rete, fidarsi l’uno dell’altro. Fare rete su delle idee. Le idee vanno discusse collettivamente.
Per quasi vent’anni è stata la compagna del grande Alberto Moravia, che è uno dei miei scrittori preferiti. Come lo ricorda, a distanza di anni?
Era un uomo di grande libertà intellettuale. Un uomo che non aveva mai ceduto a dei compromessi. Fu sempre critico nei riguardi della realtà. Ha insegnato, credo, tante cose ai giovani scrittori.
Oggi ha presentato al liceo scientifico “Alessandro Volta” di Caltanissetta il suo ultimo romanzo-saggio “Corpo felice”. Che esperienza si porta da questa giornata a scuola?
Credo che ci sia stata una dialettica che ha funzionato. Loro hanno saputo darmi qualcosa, oltre a ciò che ho saputo dare io.
Quale messaggio consegna, dulcis in fundo, ai nostri lettori?
Il messaggio è di leggere molto. La lettura è formativa. Crea l’intelligenza, sviluppa l’immaginazione. È molto importante leggere. Bisogna leggere. Se un libro non soddisfa, lo possiamo anche abbandonare. Come dice Daniel Pennac, però, un altro lo trovi. Se cerchi, lo trovi.
Grazie.
Prego, prego.
MICHELE BRUCCHERI