Antonio Arnesano ha le idee chiare: “Scrivo solo ciò che ho nel cuore, tutto quello che sento mio”. Con lucidità e dolcezza, apre il suo cuore a La Voce del Nisseno (versione online). Racconta il suo interesse per i versi, ci dona i suoi pensieri e condivide, con noi, le sue emozioni. L’ho conosciuto nella sua Puglia poco più di tre anni addietro.
Nato a Bari, Antonio Arnesano vive nel Salento (è residente infatti a Campi Salentina. Frequenta il primo anno del liceo scientifico “Virgilio Redi” di Squinzano, in provincia di Lecce. Ha vinto diversi premi e i riconoscimenti sono il suo carburante. È figlio d’arte, la madre – Antonella Tamiano, mia cara amica che ho sovente intervistato – è una nota e brava scrittrice, poetessa e pittrice.
“Metto in evidenza i valori che mi sono stati insegnati come: la famiglia, l’amicizia, la solidarietà, il rispetto verso il prossimo”, sottolinea il giovane poeta pugliese. È anche cintura nera di Taekwondo. Ama particolarmente le scienze e suona il pianoforte. È un grande tifoso della Juventus. Un giovanissimo pieno di talento ed energie.
Antonio, so che poco tempo fa sei stato premiato a San Giorgio a Cremano (in provincia di Napoli). Me ne parli?
Lo scorso novembre si sono svolte le due serate di premiazione, il 26 e 27 nella biblioteca “Villa Bruno” a San Giorgio a Cremano in provincia di Napoli; si tratta della quinta edizione del premio letterario internazionale “Uniti per la legalità” ideato da Francesco Gemito, presidente dell’Accademia Raffaele Viviani. Io ci sarei dovuto andare insieme alla mia famiglia. Anche mia madre è stata premiata allo stesso concorso ma ad una sezione diversa, quella di narrativa libro edito…
Continua Antonio…
Io invece sono stato premiato nella sezione poesia a tema libero. Non capita spesso di essere premiati insieme, soprattutto ad un concorso molto importante. L’ultima volta che ho stretto un riconoscimento insieme a mia madre è stato l’estate scorsa a Martina Franca, era un concorso poetico, entrambi premiati nella poesia a tema sulla madre.
Qual è stata la motivazione alla tua menzione di merito della poesia “La famiglia”?
Vorrei riportare le prime righe di quanto segue sulla pergamena: una dolce lirica scritta col cuore, in cui rispecchia il calore della famiglia. L’amore di un abbraccio, sentirsi protetti… Io avverto ogni volta questi sentimenti e ho voluto descriverli nei miei versi. Mi sento molto fortunato ad avere una famiglia unita come la mia, dove ci si aiuta e ci si sostiene reciprocamente. Credo che dovrebbe essere così per tutti, la famiglia è il luogo dove ci si sente al sicuro, a casa in ogni luogo.
Riavvolgiamo il nastro. Quando hai scoperto l’interesse per la poesia?
In realtà c’è più di un motivo, frequentavo l’ultimo anno delle scuole elementari, studiavo la poesia e tutte le sue regole: struttura ritmica, figure retoriche e le diverse rime, incrociata, alternata… L’insegnante propose a me e ai compagni di classe di partecipare ad un concorso poetico. Io accettai senza troppo entusiasmo, scrissi una poesia col minimo impegno, giusto per partecipare al premio, visto che era rivolto a tutti. Ovviamente non mi classificai e non vinsi nulla. Portai a casa un attestato di partecipazione che nascosi tra i libri.
Vai avanti…
Mia madre, riuscì a notarlo, lo prese tra le mani e si complimentò con me. Rimasi stupito perché non avevo vinto nulla, anzi mi aspettavo una critica da parte sua, visto che lei è scrittrice, poetessa e vince molti premi. Quel gesto in qualche modo ha contribuito ad avvicinarmi alla poesia. Ma non è stato l’unico.
C’è un altro motivo?
Il motivo scatenante che mi ha fatto amare la poesia è stato il lungo isolamento scaturito dalla pandemia. La nostra libertà imprigionata da un virus piccolo che non si vede a occhio nudo. L’umanità in ginocchio e la vita di tutti che cambia… Tutto questo mi ha fatto riflettere, mi ha fatto vedere la vita da un altro punto di vista.
Complessivamente, quante ne hai scritte?
Ne ho scritte un bel po’, in futuro mi piacerebbe raccoglierle tutte e farne un libretto. Però al momento preferisco continuare a scrivere, non voglio darmi delle scadenze.
Quali sono i temi ricorrenti della tua poetica?
Scrivo solo ciò che ho nel cuore, tutto quello che sento mio. Metto in evidenza i valori che mi sono stati insegnati come: la famiglia, l’amicizia, la solidarietà, il rispetto verso il prossimo.
C’è un poeta che ti ha ispirato?
Non c’è nessuno in particolare, a scuola oltre a studiare com’è strutturata metricamente la poesia, ho studiato e apprezzato anche molti poeti. Ma nessuno di essi mi ha ispirato. Credo che la poesia sia una cosa intima e personale, ognuno ha un modo di scrivere, di esprimersi e raccontarsi, in fondo è questo il bello.
Qual è la poesia più bella, di altri, che hai letto?
Ce ne sono tante, sia di autori di grande spessore come Leopardi, Foscolo, Pascoli… Sia di autori meno conosciuti. La poesia come la musica deve trasmettere emozioni a prescindere dal poeta che la scrive.
Tua mamma, scrittrice e poetessa, che consigli ti dà?
Io e mamma abbiamo modi completamente diversi di scrivere, lei lo fa spaziando moltissimo, dalla poesia, alla narrativa e anche lì riesce a scrivere dal romanzo giallo alla favola. Oltre la scrittura dipinge, modella la creta, insomma è un’artista. Ciò che apprezzo di lei è che non mi ha mai imposto nulla di tutto questo. Semmai mi dice sempre di essere me stesso, di provare emozioni quando scrivo altrimenti non posso trasmetterle a chi mi legge.
So che sei un giovane liceale. Coltivi diverse passioni: sei cintura nera. Quanto è importante lo sport per te?
Da bambino mi sono avvicinato alle arti marziali, uno sport molto importante in quanto come disciplina aiuta a formare il carattere. Ho frequentato la palestra fino alle scuole medie, ho preso la cintura nera. Adesso momentaneamente ho smesso, mi sono preso un periodo di pausa nel quale dedicarmi completamente allo studio.
So anche che suoni: è così, Antonio?
Mi piace molto la musica; suono il pianoforte, ma solo a livello amatoriale, il vero pianista di casa è mio fratello minore Alessio, è davvero molto in gamba. Ha una predisposizione innata allo strumento.
Nonostante la tua giovane età, hai già ottenuto altri riconoscimenti letterari. Ce li ricordi?
Mi sono classificato al 1° posto al concorso poetico Versi nel borgo 2020 a Monte San Biagio (LT). Ho conseguito una menzione di merito al concorso poetico ‘Una poesia per Ginevra 2021’ (Martina Franca. Una menzione di merito al concorso poetico “Poesia, segreto dell’anima”, organizzato dall’Associazione RinnovaMenti 2021 di Rogliano (CS).
Hai anche delle poesie in antologie…
Diverse delle mie poesie sono presenti, infatti, in antologie poetiche a carattere nazionale.
Da due anni, viviamo il brutto periodo legato alla pandemia. Come ha influito nella tua vita?
Sicuramente ha cambiato tutti, personalmente mi ha reso molto più sensibile e mi ha fatto apprezzare di più le piccole cose, come l’importanza di un abbraccio. Io amo gli abbracci soprattutto quelli di famiglia; è così bello stringersi tutti insieme.
Qual è il tuo miglior pregio, Antonio?
La tenacia. Quando frequentavo le arti marziali ci fu un periodo che volevo sospendere. Erano diventate troppo impegnative per me e non riuscivo con lo studio. Mia madre mi disse che dovevo necessariamente portare a termine ciò che avevo iniziato. Mi disse che non dovevo arrendermi e mi parlò della goccia che con la sua tenacia scava la roccia. Mi sentii così incoraggiato e motivato che con un duro allenamento riuscii a conseguire la cintura nera. Da allora ho voluto essere e sentirmi come quella goccia, nulla è realmente impossibile con l’impegno.
Qual è invece il tuo peggior difetto?
Sono molto disordinato. Questo è motivo di lite soprattutto con mia madre, maniaca dell’ordine. Anche se dal mio punto di vista non è proprio un difetto.
Per quale squadra di calcio tifi?
Io sono un grande tifoso della Juve e in famiglia lo siamo tutti.
Da grande cosa vorresti fare e perché?
Ho un grande sogno e spero tanto di realizzarlo, sicuramente devo impegnarmi tantissimo. Spero di riuscire a fare il medico, vorrei tanto salvare la vita delle persone. So che è una strada lunga e in salita, ma mi piacerebbe moltissimo riuscirci.
Un’ultima domanda, Antonio: ad un giovane, che consiglio daresti tu per avvinarsi alla poesia?
Sicuramente quello di sapersi ascoltare, leggere è importante, ma non bisogna farsi contaminare. Per me la poesia è pura, nasce dal cuore, quindi per questo non ho un modello da seguire, solo sé stessi.
MICHELE BRUCCHERI
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