Da 14 anni a 8 anni di carcere – in secondo grado – per Antonello Montante. Ieri sera, dopo nove ore di camera di consiglio, è stato emesso il verdetto dalla Corte d’Appello di Caltanissetta. È stata, in parte, ribaltata la sentenza di primo grado del maggio 2019.
Il collegio – presieduto da Andreina Occhipinti (a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta) – si è pronunciato pure in merito alla posizione di altri quattro imputati. Due di loro, l’ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta, il colonnello Gianfranco Ardizzone, e Andrea Grassi (dirigente della prima divisione dello Sco) sono stati assolti. L’alto ufficiale, in primo grado, aveva avuto una condanna a tre anni, mentre l’altro imputato aveva avuto una condanna a un anno e quattro mesi.
Antonello Montante, di Serradifalco, già leader di Confindustria Sicilia e presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta, è stato giudicato nell’ambito dello stralcio in abbreviato del processo nato dall’inchiesta denominata Double Face. Secondo la procura nissena, il Sistema Montante era un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, tramite dossieraggio dei “nemici” o avversari. E sempre per gli inquirenti, si garantivano privilegi al cosiddetto “cerchio magico” che sarebbe stato creato dall’eccellente imputato, “reclutando appartenenti ai vertici delle istituzioni”.
Condanna confermata – con qualche sconto – anche per Diego Di Simone, ex capo della security di Confindustria. Gli sono stati inflitti cinque anni (in primo grado ebbe sei anni e quattro mesi). Analogamente, condanna per il sostituto commissario Marco De Angelis: tre anni e tre mesi però (il Gup, in primo grado, gli aveva dato quattro anni).
In un’ordinanza di quattromila pagine, nomi e cognomi, rapporti e interessi. Montante venne accusato di aver “partorito” una spirale di connivenze per spiare anche l’attività della magistratura, di politici e giornalisti. Una rete di spionaggio che avrebbe coinvolto pure prefetti, ministri, alti esponenti delle forze dell’ordine, sindacalisti, imprenditori…
Tra le persone “spiate”, l’ex assessore regionale Nicolò Marino e i figli, i giornalisti Attilio Bolzoni e Giampiero Casagni, Alfonso Cicero (era a capo dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle Attività produttive), i collaboratori di giustizia Carmelo Barbieri, Pietro e Aldo Riggi. Ma l’elenco è più lungo.
I legali di Antonello Montante, Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto, frattanto annunciano ricorso in Cassazione. Annalisa Petitto, legale di parte civile di Alfonso Cicero, infine, chiosa: “Questa sentenza conferma l’impianto accusatorio della Procura di Caltanissetta e sancisce l’esistenza di un pericoloso sistema criminale al cui vertice c’è Montante”.
È ancora in corso, come si ricorderà, il processo di primo grado che coinvolge 17 imputati, tra i quali spiccano i nomi dell’ex presidente del Senato, Renato Schifani, e dell’ex governatore siciliano Rosario Crocetta.
MICHELE BRUCCHERI
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