Un libro intenso e profondo, scritto a più mani. Si tratta della raccolta di poesie religiose “Danza su petali di rosa”. Firmano il progetto editoriale Suor Maria Grazia Colombo che scelse la vita monastica giovanissima, l’avvocata comasca Silvia Giampà e la scrittrice pugliese Antonella Tamiano.
E proprio con lei, piacevolmente, torno a dialogare. Amica salentina, è conosciuta ormai dai lettori del nostro periodico d’informazione che l’ha spesso intervistata. Il volume vanta la prefazione di don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena e del professor Francesco V. Calabrese. C’è inoltre da aggiungere che la copertina è un disegno di Antonella Tamiano.
“Mi sono ispirata alla danza, dal titolo dell’opera – racconta al nostro giornale -. Nella Bibbia la danza è espressione di sé e della preghiera. Ho voluto rappresentare le scarpe della danzatrice nel momento in cui toccano il pavimento. Il contatto del divino con il terreno”. In pratica, Antonella Tamiano ci presenta questa opera poetica e, sollecitata dalle mie domande, ci dà gli ultimi aggiornamenti, inerenti la sua attività lirica che spesso viene premiata.
Da poco è uscito il libro “Danza su petali di rosa”. Siete tre gli autori o meglio siete tre autrici. Ci presenti, brevemente, il progetto editoriale?
“Danza su petali di rosa”, una raccolta di poesie religiose scritte a più mani. Un progetto al quale sono stata subito molto entusiasta. Credo fortemente nella condivisione, quindi quando si è presentata l’idea, l’ho accolta con grande gioia. Siamo tre autrici, un’avvocatessa comasca, una suora e io, eclettica artista leccese.
Antonella, con poche pennellate ci fai conoscere meglio le altre due autrici?
Suor Maria Grazia Colombo ha scelto la vita monastica da giovane, dopo un’esperienza lavorativa. La sua grande sensibilità ha sviluppato in lei il forte desiderio di pregare per coloro che hanno sbagliato con la società, per i detenuti. Necessità che prende piede dalla tragedia del rapimento dell’On. Aldo Moro. Autrice del libro Sillabe di vita con Carmelo Musumeci e Silvia Giampà, pubblicato, nel 2020. Nel 2021, una sua lirica è stata inserita nell’antologia L’infinito dal colle di Brunate. Poeti Lariani nello specchio del mito di Leopardi a Como, curata da Vincenzo Guarracino (Carlo Pozzoni Fotoeditore).
Poi c’è la nostra comune amica, Silvia Giampà.
Silvia Giampà esercita la professione forense. Partecipa, in qualità di istruttrice, ai corsi promossi dalla Scuola “Studenti con le stellette” (studenticonlestellette.weebly.com). Collabora con l’Associazione Giustizia e Democrazia (A.G.eD.) di Como che si occupa della promozione ed organizzazione di eventi sui temi dei diritti e della legalità. Ha ricoperto diverse cariche pubbliche. Coltiva la passione per la scrittura di testi poetici.
Continua…
Le sue poesie sono presenti in numerose raccolte e riviste letterarie. Ha ottenuto importanti riconoscimenti in diversi concorsi letterari. La lirica Poesia per gli ergastolani: noi non nasciamo colpevoli è stata interpretata da Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo. È “Alfiere dell’Arte e della Poesia” (titolo conferito dall’Accademia dei Bronzi di Catanzaro nel 2021). Collabora con il giornale Il Circolo di SCS nella rubrica Caffè Letterario, con il quotidiano d’informazione La Voce agli Italiani (www.lavoceaglitaliani.it) e con il sito Diamo voce alla cultura (www.diamovoceallacultura.com). Ha pubblicato Ho raccolto i miei ultimi due versi (2020). Con Carmelo Musumeci e suor Maria Grazia Colombo, ha proposto Sillabe di Vita (2020). È autrice di D’amore la poesia (2021).
Stenograficamente, ci ricordi anche le tue tappe principali sviluppate nel tempo?
Ho iniziato a muovere i miei passi con la pubblicazione del mio primo romanzo dal titolo “Emora da uno stivale all’altro”. Ho continuato timidamente, man mano è stato una scoperta. Poi sono arrivati i primi riconoscimenti. Tutti molto importanti per me, dovendone citare qualcuno mi viene in mente: il Primo premio alla carriera “Gran Galà Cultura Rende… In Versi” nel 2019. Il premio “Alfiere dell’Arte e della Poesia 2021” istituito dall’Accademia dei Bronzi di Catanzaro. Primo Premio al prestigioso concorso “G.G. Belli, XXX edizione” in Campidoglio a Roma nel 2018. In effetti sono diversi, hanno tutti contribuito nella mia crescita professionale.
Prefazione e postfazione, in nome della par condicio (dopo tre donne), sono a cura di due maschietti: don Luigi Verdi e il professor Francesco V. Calabrese. Cosa scrivono?
Sono particolarmente grata alle parole di don Luigi Verdi e di Francesco Calabrese. Sono riusciti a descrivere quello che è custodito in fondo ai nostri versi, ne hanno colto l’essenza. A tal proposito vorrei riportare alcuni brevi passi dell’uno e dall’altro.
Va bene.
Dalla prefazione: “…Le parole sono pesanti, come l’acqua possono scavare le rocce più dure e lasciare macerie, eppure sono anche così leggere che sembrano correre e scivolare come un ruscello tra l’erba: le parole sono lo strumento principale che abbiamo per poter ‘dire’, per esprimere quel che proviamo, che sentiamo, che viviamo. Eppure, avvertiamo che, per poter trasmettere tutto il tremore o lo stupore o, semplicemente, tutto l’amore o tutto il dolore, le parole non bastano, mai…”. (Don Luigi Verdi–Fondatore della Fraternità di Romena)
Dalla postfazione invece…
Dalla postfazione: “…Questa singolare ed interessante silloge poetica ha il coraggio intellettuale di affrontare un tema tanto difficile, quanto ambizioso: Dio. Si prende atto della propria debolezza e fragilità, tuttavia si osa scommettere, ricordando Blaise Pascal. Il paradosso cristiano diventa la via d’uscita, la prospettiva della fede è escatologica. I componimenti poetici hanno la capacità di trattare in maniera appassionata ed avvincente un argomento inafferrabile. Non siamo dinanzi a discussioni teologiche, prevalgono le “ragioni del cuore”. Nel sentimento l’uomo trova le risposte alle sue domande di senso. La ragione, invece, scopre i propri limiti. Si verifica l’uscita dal sé per approdare ad un livello superiore. Il cristianesimo, come affermato da Benedetto XVI, è un incontro e non una delle tante teorie filosofiche. Le poesie riescono a trasmetterne la bellezza esaltando il profondo significato spirituale. L’umano ed il divino si manifestano nella loro reciprocità…”. (Prof. Francesco V. Calabrese)
Dove si può acquistare il vostro libro, cara Antonella?
Si può comodamente prenotare in tutte le librerie e in tutti gli storn online; la Feltrinelli, Mondadori, Amazon, Ibis, Libreria universitaria…
A proposito di copertina, so che c’è la tua mano: è così?
Sì, è così. La copertina è un mio disegno; mi sono ispirata alla danza, dal titolo dell’opera. Nella Bibbia la danza è espressione di sé e della preghiera. Ho voluto rappresentare le scarpe della danzatrice nel momento in cui toccano il pavimento. Il contatto del divino con il terreno. Il mio disegno s’intitola: Lievi passi di poesia, formato: 30cm x 22cm si tratta di tecnica mista su cartoncino, pastelli acquerellabili e inchiostri eco-line.
Nonostante la pandemia, avete in programma delle presentazioni insieme? E dove?
Al momento non abbiamo ancora organizzato nulla, però in cantiere c’è più di un’idea. Sarà mia premura quando avremo definito tutto, poter condividere con te e gli amici de La Voce del Nisseno le tappe del nostro tour poetico-letterario.
Torniamo alle vostre poesie, Antonella. Sicuramente c’è un filo conduttore e c’è un messaggio unico, chiaro, che intendete trasmettere. È vero?
Sul piano spirituale il mistero ci mostra una verità. Io quella verità, quella bellezza e armonia la cerco nel creato. Ogni volta continuo a sorprendermi innanzi la bellezza della natura, per me rappresenta un prezioso e immenso dono. La natura ci avvicina allo spirito, a Dio e dalla stessa che traggo continuamente ispirazione. La natura viaggia ad unisono con la poesia, per me necessaria come l’aria, la respiro tutti i giorni. La leggo in quei momenti belli di gioia pura e in quelli dolorosi perché mi è di conforto. Un poeta possiede una grande ricchezza, quella di saper trasmettere sé stesso.
Anche stavolta ho il piacere di interloquire con te. Dunque, vorrei sapere quali sono stati gli ultimi riconoscimenti che hai ottenuto?
Gli ultimi riconoscimenti giungono tre dalla poesia e uno dalla prosa.
Sono tutto orecchi!
Il 26 giugno presso Manocalzati (Avellino), ho ricevuto un premio importante, al concorso nazionale “Premio San Valentino” promosso da ACIPeA (Associazione Culturale Italiana Poeti e Artisti) Città di Atripalda (Avellino). Una mia poesia dal titolo “Sempre tua”, ha conquistato il “Trofeo Cupido 2021” nella sezione I, poesie a tema in lingua italiana in una kermesse durata 2 giorni.
Poi?
Il 1° luglio una bellissima sorpresa giunge dalla Francia, precisamente da Ville de Pollestres. La mia video-poesia dal titolo “Embrasse-moi encore une fois” scritta e arrangiata in lingua francese, si classifica al 3° posto per la categoria stranieri. Un concorso molto partecipato da più parti del mondo: Marocco, Brasile… Io ho seguito tutto a distanza per ovvi motivi. Questo è un riconoscimento davvero molto importante per me. Avevo già partecipato a questo concorso nel 2019 con la poesia dal titolo “L’emotion d’un moment” che fu inserita nell’antologia dal titolo “Recueil de poèmes”.
Tra qualche giorno, a Catanzaro…
Un altro premio importante dovrò ritirarlo esattamente il 9 agosto a Catanzaro. Sarò premiata con una targa di merito al Premio Dante Alighieri promosso dall’Accademia dei Bronzi presieduta dal dottor Vincenzo Ursini. La manifestazione si svolgerà alla parrocchia Santa Immacolata e San Michele; la poesia premiata dal titolo “Impossibile amore” è contenuta in una prestigiosa antologia dal titolo “Buongiorno Dante”.
A settembre sarai a Roma, secondo le mie fonti qualificate!
(sorride, ndr). L’11 settembre sarò infatti a Roma al Salone d’onore palazzo H, Piazza Lauro de Bosis; dovrò ritirare il premio letterario “Books for peace 2021”. Un premio importante giunto alla 5^ edizione. Io ne ho vinti tre; nel 2018 con il libro “Come frammenti di stelle”, nel 2020 con il libro “Silenziosi riflessi” e quest’anno con la mia favola “Nerina giramondo”. Una conferma per il mio percorso letterario.
Complimenti davvero, carissima Antonella! E nel tuo Salento?
Invece nel mio Salento ho partecipato come giurata a due concorsi poetici. Il primo a Vernole (Lecce) al premio poetico “Salvatore Bonatesta” giunto alla 5^ edizione promosso dall’associazione culturale LI TALORNI. Il secondo a Torre Santa Susanna (Brindisi) al premio poetico “Santa Maria a Crepacore” giunto alla XXVII^ edizione, promosso dal comune di Torre Santa Susanna e dal centro Auser. Durante la serata di premiazione mi è stata conferita una targa personalizzata.
Siamo già ad agosto, tempo di riposo e forse di riflessione. Quale messaggio intendi donare ai lettori de “La Voce del Nisseno” che un po’ ti conoscono ormai?
Più che un messaggio, il mio è un augurio, quello di poterci buttare alle spalle una volta per tutte, questo lungo periodo di pandemia. Abbiamo dovuto rinunciare alla nostra libertà. Abbiamo visto morire e soffrire tante persone. Dopo questo tempo lungo e doloroso, c’è sempre più la voglia di ricominciare. Di apprezzare la vita, dare più valore ad ogni piccola cosa, forse come non abbiamo mai fatto prima d’ora.
MICHELE BRUCCHERI
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