In occasione dell’incontro: “Amianto e uranio impoverito, in guerra e in pace: il ruolo dell’Europa e le funzioni dell’Avvocatura” promosso dall’Ona e moderato dalla giornalista Valentina Renzopaoli, che si è tenuto a Roma lo scorso 9 luglio 2024 nella Sala Laudato Sì del Campidoglio, è stata consegnata da parte del presidente Ona Ezio Bonanni una targa a Stella Di Mare in memoria del padre Franco la cui morte è stata causata proprio dalla fibra killer.
Queste le parole espresse con commozione da Stella Di Mare nel ricevere la Targa dell’Osservatorio Nazionale Amianto: “Prima della malattia che ha colpito, papà – come quasi tutti – non era consapevole di quanto l’amianto sia ancora diffuso nel nostro Paese e quante vite quindi mette in pericolo oggi, ma anche domani visto il lungo periodo di incubazione. La battaglia dell’Ona è dunque una battaglia di civiltà e di giustizia contro una vera e propria emergenza che papà ha scoperto troppo tardi e a cui sappiamo, io e la moglie Giulia, che non voleva far mancare il suo sostegno attivo, e questo anche se il tema non lo avesse purtroppo riguardato personalmente”.
E poi ha aggiunto: “Un sostegno che come eredi ci impegniamo a confermare e a non far mancare alle future iniziative che l’Ona vorrà porre in essere a tutela delle vittime dell’amianto, dell’uranio impoverito e della salute di tutti noi”.
Al centro dell’iniziativa il tema dei bombardamenti con proiettili all’uranio impoverito ancora oggi in Ucraina e in altri luoghi del mondo che causano una strage silenziosa. Ezio Bonanni ha così affermato: “L’Osservatorio Nazionale Amianto ha registrato una più elevata incidenza epidemiologica per malattie asbesto correlate e tumorali tra i nostri uomini in divisa: personale civile e militare delle Forze Armate, piuttosto che del comparto sicurezza che richiede un approccio in chiave preventiva”.
Ha inoltre sottolineato: “Il caso di Franco Di Mare è esemplificativo del rischio esponenziale che ha determinato, e determina tutt’oggi, un numero di casi inaccettabile, anche tra coloro, come i giornalisti e la popolazione civile, che non avrebbero dovuto correre alcun rischio”.
Il dato sull’impatto dell’uso dell’amianto nel settore difesa è di 982 casi di mesotelioma, ai quali si aggiungono tutte le altre patologie, arrivando a sfiorare i 5 mila decessi. Per l’uso di proiettili all’uranio impoverito durante i bombardamenti Nato della guerra in Jugoslavia del 1999 solo in Italia sono morti 400 militari e altri 8000 si sono gravemente ammalati in seguito dell’esposizione, come rilevato dalle più recenti sentenze che hanno confermato il nesso causale.
Ecco perché dall’assise in Campidoglio arriva la richiesta di tregua olimpica, per fermare la contaminazione di aria, acqua e suolo che, non a caso, si imponeva fin dall’antichità, e a maggior ragione in questo contesto a partire dal 26 luglio.
Ma anche nel nostro Paese la situazione è preoccupante perché ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di amianto da smaltire, compresi i materiali che lo contengono. I dati epidemiologici dell’impatto dell’uso della fibra killer e delle tardive bonifiche continuano, ad essere sconvolgenti. Nell’anno 2023 sono circa 2mila casi di mesotelioma, con un indice di mortalità di circa il 93%. Nello stesso anno sono state circa 4000 le nuove diagnosi di tumore del polmone (al netto del fumo e degli altri agenti cancerogeni) con 3500 decessi che, aggiungendo a questa macabra contabilità tutti i casi di asbestosi e patologie asbesto correlate, raggiunge un impatto epidemiologico che supera i 7mila decessi.
Dopo i saluti istituzionali di Antonio Caiafa, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma (COA), Dario Tamburrano, europarlamentare, Elisabetta Trenta, già Ministra della Difesa, Fabrizio Santori e Giorgio Trabucco, componenti dell’Assemblea Capitolina, Ruggero Alcanterini, presidente del Comitato Nazionale Italiano “Fair Play”, Paola Vegliantei, presidente dell’Accademia della Legalità, sono intervenuti Nicola De Marinis, consigliere Corte di Cassazione, Fabrizio Proietti, professore di Diritto del Lavoro all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, Giampiero Cardillo, generale in congedo dall’Arma dei Carabinieri e componente Ona.
Ed ancora il colonnello Carlo Calcagni, vittima del dovere ed eroe insignito di diversi riconoscimenti in seguito ad esposizione nel corso delle missioni balcaniche a nano particelle di metalli pesanti e radiazioni ionizzanti, Alberto Patruno, direttore generale dell’Associazione Nazionale Imprese di Difesa e Tutela Ambientale, Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno, componente della Commissione di Diritto penale dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Pasquale Bacco, medico legale, Pasquale Montilla, oncologo e componente del comitato tecnico scientifico dell’Ona, Anna Pasotti, coordinatrice Ona Lombardia.
SILVANA LAZZARINO
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