L’incubo della guerra che distrugge, uccide coinvolgendo innocenti sembra non trovare fine. Nel messaggio all’Onu del 25 settembre 1961 John Fitzgerald Kennedy così affermava: “L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità”. L’anno successivo nel 1962 la crisi dei missili di Cuba segnò il momento più rischioso della Guerra Fredda che avrebbe potuto segnare la fine dell’umanità.
In questi ultimi cento anni non sono bastate le due guerre mondiali, né i diversi conflitti sparsi nei continenti dettati dalla sempre più sete di conquista, potere e dominio, a porre fine a questo massacro in cui si assiste a morte e distruzione. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia dello scorso 24 febbraio 2022 ha segnato per l’Europa l’inizio di una guerra le cui conseguenze hanno coinvolto e continuano a ripercuotersi sull’intero continente, una guerra che continua a persistere causando morti, dolore e disperazione. Ma dietro ogni guerra vi sono interessi economici e di potere da parte delle nazioni dominanti.
Un invito a superare le distanze, le diversità per ritrovare condivisione in un’ottica di rispetto reciproco è restituito dall’installazione L’incontro. Simbolo di Pace dello scultore veneziano Gianfranco Meggiato che viene inaugurata ad un anno di distanza dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, il 24 febbraio 2023 sia in Piazza Cavour alle ore 15, sia alla Galleria Mucciaccia alle ore 18 dove in occasione dell’apertura della la mostra “Muse Silenti” viene presentato il modello scultoreo dell’installazione realizzata per piazza Cavour.
Realizzato con il patrocinio del Municipio Roma I Centro, il progetto curato da Rocco Guglielmo e Alessandro Romanini mediante una monumentale scultura ambientale, vuole invitare alla riflessione su quanto sta accadendo all’umanità grazie anche alla scelta della collocazione posizionata di fronte alla sede del Palazzo di Giustizia (sede della Corte Suprema di Cassazione). Promossa da BAM di Giulia Abate e Maria Isabella Barone, al loro secondo progetto di arte pubblica dopo “The Lobster Empire” di Philip Colbert, ospitato a Via Veneto, l’opera di Meggiato, attraverso due parti che interagiscono tra loro sottolinea la necessità di restituire libertà ad ogni popolo creando un ricongiungimento tra gli stessi accogliendo le differenze culturali, sociali e religiose quali arricchimento reciproco.
All’esterno l’opera presenta sacchi di juta su cui sono riportati pensieri e riflessioni di pace di alcuni dei personaggi più importanti del Novecento, mentre al centro internamente è una Musa silente una scultura in lega di alluminio marino. Riguardo la presenza di questa Musa silente così si è espresso l’artista: “In questo particolare momento storico, pieno di contrasti e di tensioni, proporre il tema dell’incontro e del dialogo tra diversi, assume un alto significato simbolico. Il tema delle Muse Silenti, mai come ora, con una guerra in corso nel cuore dell’Europa, diventa un simbolo di sconvolgente attualità a difesa dei nostri valori e della nostra cultura dalla barbarie della guerra.”
Le opere di Gianfranco Meggiato, invitando lo spettatore/visitatore ad entrare in ogni loro dettaglio, parlano dell’uomo e della fatica di vivere tra paure e sopraffazioni, ma anche della difficoltà dell’uomo di ammettere le proprie fragilità e quindi anche di mostrare quella parte più vera e autentica di sé.
SILVANA LAZZARINO
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