“C’è una casa, a Posillipo, costruita nel 1920 dalla famiglia Costabile, pronta ad essere messa in vendita dall’ultimo discendente, Amedeo, giunto appositamente da Londra. Ma si può vendere il proprio passato, spezzare senza rimpianti le proprie lontane radici? Operazione difficile, quando la memoria ripercorre quasi cento anni di Storia e di storie, prima di prendere la decisione che appare la migliore.”
Questo si legge sulla quarta di copertina de “La casa di Posillipo” il bel romanzo dello scrittore napoletano Ciro Pinto, uscito recentemente con la casa editrice Tralerighelibri. Il libro sarà presentato mercoledì 3 luglio alle ore 18.30 presso la libreria Mondadori Bookstore a Napoli in piazza Vanvitelli, 10. Assieme all’autore interverranno la moderatrice Paola Laudadio e Daniela Vellani. Le letture saranno a cura di Ciro Grano.
Il romanzo è ambientato a Napoli e ruota intorno ad una casa, appunto “La casa di Posillipo”, che dal momento della costruzione nel 1920 “assiste” non solo all’avvicendarsi delle diverse generazioni della famiglia Costabile, ma anche alla serie di momenti storici importanti che l’autore ha ricostruito minuziosamente, consentendo ai lettori di diverse età l’immedesimazione e il rivivere ricordi, sapori, odori ed episodi della propria città, oppure per chi non è napoletano, stuzzicare la curiosità e il desiderio di venirla a conoscere nei suoi anfratti storici e artistici. Oltre ai componenti della famiglia, diversi sono i protagonisti importanti e rappresentativi, come Tonino che è un po’ l’emblema delle contraddizioni della città.
Anche alcuni elementi diventano dei simboli, come la quercia piantata alla nascita della casa che metaforicamente rappresenta le radici forti e resistenti della casta.
L’intreccio della storia è intrigante e complesso. Le descrizioni, le azioni, i dialoghi si avvalgono di una bella penna fluida e raffinata caratterizzata da una semantica ricercata, originale e semplice al contempo. Non mancano termini ed espressioni colorite e fortemente espressive tratte dal vernacolo napoletano che ormai fanno parte del patrimonio linguistico non solo nazionale ma anche universale e che, pertanto, l’autore non ha virgolettato.
La narrazione, inoltre, si avvale di una tecnica particolare caratterizzata non solo da flashback, ma anche da un abile passaggio di cambiamenti di punti di vista, di narrazione interna ed esterna e di salti zigzaganti nel tempo, di “mise en abîme”, ossia racconti nel racconto, che invece di allentare l’attenzione del lettore, lo rendono più avvincente.
Ma conosciamo brevemente l’autore Ciro Pinto. Nato a Napoli, classe 1953, è stato un manager in campo finanziario. Oltre i diversi viaggi in Italia dovuti alla sua professione, ha vissuto anche diversi anni a Firenze e a Bologna. Dal 2011, dopo aver concluso la sua attività lavorativa, si dedica con grande successo alla scrittura.
Per i suoi romanzi ha ricevuto diversi riconoscimenti. Tra i più importanti ricordiamo il primo posto al premio Nabokov 2014, la finale al Premio Carver 2016, il primo Premio e al Festival Giallo Garda 2017. Ha scritto anche diversi racconti e poesie che hanno vinto premi e sono inseriti nelle Antologie e in e-book.
DANIELA VELLANI
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