LA DENUNCIA. Una lettrice del Nisseno, di cui abbiamo tutte le generalità, scrive al nostro giornale. “La civiltà di un popolo si misura da come si trattano i disabili”. Ecco la sua lettera
Egregio Direttore,
sono la signora G. S. e voglio dare risalto a un fatto increscioso che mi è capitato sabato 10 aprile presso il Centro Cefpas in via G. Mulè a Caltanissetta.
Prenotata come soggetto vulnerabile, sul portale ufficiale per le prenotazioni, ricevuta la conferma dell’appuntamento per la data 10 aprile corrente anno tramite messaggio al cellulare; recatasi al suddetto centro vaccinale, si vede rifiutato il vaccino deputato ai cosiddetti fragili, il Pfizer per un “errore di registrazione” non ulteriormente spiegato.
Nonostante si mostrino le mail di avvenuta registrazione della patologia, della riconosciuta invalidità (100%), portatrice di handicap in situazione di gravità (Legge 104, art. 3, comma 3), si vede costretta a rinunciare al vaccino e ritornare a casa.
Ciononostante è stata inoltrata ulteriore mail di richiesta chiarimenti e di nuovo appuntamento all’Asp di Caltanissetta, entro 24 ore dalla ricezione della suddetta richiesta; non avendo avuto nessun riscontro, chiedo che almeno il suo organo di stampa dia il giusto risalto a quanto accaduto, anche perché, a detta di chi avrebbe dovuto inocularmi il vaccino, “non è la prima volta che succede”.
E se mi posso permettere una famosa citazione, “la civiltà di un popolo si misura da come si trattano i disabili…”. Grazie per l’attenzione.
LETTERA FIRMATA
P.S. Di tutto quello che ho scritto, possiedo la stampa (prenotazione, registrazione, eccetera eccetera)