Il saluto della neo assessora regionale alla Salute, la nissena Giovanna Volo, ha preceduto l’apertura dei lavori della giornata di formazione nella sede dell’OMCeO di Caltanissetta sabato scorso.
“Il mio interesse fondamentale e il mio obiettivo principale, condiviso devo dire dal Presidente della Regione, è quello di creare delle integrazioni forti che ci possano portare ad uscire dalle enormi difficoltà che in questo momento vengono registrate su alcune cose – ha ribadito al termine del suo intervento -. Faccio degli esempi pratici: gli intasamenti dei Pronto Soccorso, la lungaggine dei tempi delle liste d’attesa, di conseguenza l’impossibilità a fare diagnostica in tempi accettabili, la cura dei soggetti con patologie croniche – ha poi aggiunto – perché a causa del Covid è stato evidente come non sia più possibile fare accedere tutti in ambito ospedaliero”.
E dunque tra i suoi obiettivi principali, “la creazione e potenziamento del territorio, anche ai sensi dei decreti ministeriali 70 e 77 che sono sicuramente la linea guida per potere realizzare un approccio più congruo rispetto ai bisogni della popolazione e dopodiché ripeto integrazione con tutte le componenti della sanità, compresi i privati”.
Ha fatto anche riferimento al ruolo del volontariato: “Tutte le associazioni di volontariato – ha concluso – non possono che dare contributi enormi ai quali non possiamo e non dobbiamo rinunciare”.
Il secondo appuntamento del corso di aggiornamento in ematologia dal titolo “L’Ematologia incontra il territorio: condivisione dei percorsi diagnostici-terapeutici” ha ribadito ancora una volta l’importanza del rapporto di collaborazione tra specialista e medico di medicina generale così come racconta Maria Enza Mitra, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ematologia dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.
“È fondamentale che ci sia una dialettica sempre aperta, pronta e che si rinnovi in base a quelle che sono le evoluzioni che la scienza, la nuova medicina di precisione e soprattutto le innovazioni terapeutiche sempre più mirate verso una terapia, che è sempre di più domiciliare – ha sottolineato – in quanto le nuove terapie ormai si fanno quasi tutto in regime di out-patient come avevo detto la volta prima: cioè fuori dall’ospedale. È fondamentale che il medico curante prenda coscienza e conoscenza di quelle che sono le problematiche inerenti alla nostra specialità. Quindi questi incontri servono proprio a costruire quello che noi crediamo sia un obiettivo fondamentale del rapporto tra gli specialisti e la medicina territoriale”.
Una visione condivisa anche dai medici di medicina generale, in rappresentanza della categoria il medico Anna Santamaria ha preso parte alla tavola rotonda sul supporto domiciliare al paziente ematologico in epoca Covid. “Il rapporto tra medico di medicina generale e collega specialista rappresenta un punto fondamentale per la tutela della salute del paziente – ha dichiarato – perché soltanto in una sinergia attiva tutto questo può avvenire e l’obiettivo si può raggiungere”.
Una prima parte del corso è stata dedicata alla presentazione di casi clinici per approfondire l’aspetto dell’iter diagnostico terapeutico delle diverse forme di leucemia, come nel caso delle neoplasie mieloproliferative croniche trattate dal Dirigente Medico dell’Unità di Ematologia dell’Asp nissena, Pamela Murgano. “Noi abbiamo un ambulatorio che seguiamo con una diagnostica di altissimo livello grazie al COES di Catania che ci consente di fare diagnosi in tempo reale – ha raccontato -. Grazie a questo laboratorio seguiamo i nostri pazienti per il monitoraggio molecolare della malattia e devo dire che i nostri pazienti hanno una diagnostica, un monitoraggio di altissimo livello, assolutamente in linea con le Ematologie di tutta Italia e questo appunto ci consente di gestirli al meglio ed è un vanto anche per la nostra piccola realtà nissena”.
In riferimento alla questione pandemia ha poi aggiunto: “Il Covid ci ha resi un fronte comune nell’affrontare non solo la pandemia, ma a non fare fermare la diagnosi e il trattamento in ambito anche ematologico. Quindi un grande ringraziamento a coloro che hanno segnalato i casi, che non si sono arresi e ci hanno inviato pazienti che, anche in periodo di pieno lockdown, hanno potuto fare una diagnostica e affrontare una terapia in ambito ematologico”.
Presente anche il Presidente Nazionale dell’AIL Giuseppe Toro. “Oggi in questa importante iniziativa che si è svolta a Caltanissetta sono stati affrontati i grandi passi avanti fatti dall’ematologia in questi anni. Un tempo di leucemia si moriva, la sua diagnosi era una sorta di condanna a morte, oggi almeno il 70 -80% dei malati trovano risposte terapeutiche, non solo ma un grande numero di malati si cronicizza”, ha affermato per poi entrare nel merito del ruolo del volontariato che “supporta i reparti di ematologia, ma soprattutto i pazienti. Un grande supporto viene dato attraverso le case Ail, attraverso il trasporto, attraverso l’accoglienza, attraverso i servizi psicologici. Insieme la terapia e la presa in carico da parte dei volontari fa sì che il malato di leucemia oggi possa avere un percorso terapeutico sempre più accogliente e sempre più umano”.
“Due giornate intense, quelle del 22 ottobre e del 19 novembre, che ci hanno permesso di fare incontrare i medici di medicina generale e gli specialisti con la certezza che il dialogo tra le loro professionalità rimanga sempre aperto e costruttivo per il bene dei pazienti – ha concluso il Presidente dell’OMCeO di Caltanissetta, Giovanni D’Ippolito -. I progressi fatti in ambito ematologico, che sono stati illustrati anche durante i due incontri, ci permettono di affrontare le varie patologie con un approccio differente, dare risposte immediate e seguire il paziente dalla comparsa dei primi sintomi sino alla diagnosi e cura”.
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