È nata sotto il segno zodiacale dei Gemelli (lo scorso 8 giugno) la Fondazione Sicana. Un nuovo strumento di cultura al servizio del territorio e delle comunità. Curerà l’identità e lo sviluppo del territorio, ma anche la crescita culturale delle comunità dove opera, principalmente, la Banca Sicana.
Una realtà solida, con quindici agenzie e 62 collaboratori. E oltre 1.500 soci (per la precisione, sono 1.562). Della Fondazione Sicana e della Banca Sicana, ci parla il presidente Giuseppe Di Forti che guida “la banca della comunità”. In questa intervista a La Voce del Nisseno ci fornisce dettagli salienti e gustosi del soggetto giuridico, con personalità giuridica, riconosciuto dalla Regione Sicilia.
Presidente, nelle scorse settimane la Banca Sicana ha istituito un soggetto giuridico riconosciuto dalla Regione Sicilia: la Fondazione Sicana. Di cosa si tratta?
È un nuovo soggetto, riconosciuto dall’ente pubblico. La Fondazione Sicana è stata iscritta nell’albo regionale, ufficialmente riconosciuta con personalità giuridica. Un ente non avente scopo di lucro. L’unico socio fondatore è la Banca Sicana. Con questo strumento, abbiamo inteso delegare stabilmente alcune funzioni. In particolare, la salvaguardia del patrimonio artistico, letterario e storico di cui la Banca dispone nelle due sedi. Sia a Caltanissetta, in luogo dell’identità e della memoria di Gino Morici con tutte le opere che la Banca ha anche acquistato sul mercato e a Sambuca di Sicilia con la Biblioteca Navarriana, di cui la Banca è gelosa custode. È composta da oltre tremila volumi. Di cui alcuni autentici, manoscritti…
Il vostro impegno è, comunque, più ampio.
Non solo, dunque, la salvaguardia del patrimonio artistico, letterario e storico, ma anche l’organizzazione e l’implementazione di iniziative ed eventi di carattere chiaramente culturale. La Fondazione Sicana potrà meglio curare le varie attività per la crescita culturale delle comunità che serviamo.
E poi, presidente?
Noi vogliamo unire un indirizzo per le nuove generazioni, un indirizzo di fondo, strategico. Una riflessione del rapporto nuovo che deve scoprirsi ed esserci tra l’uomo e la natura. Vogliamo essere di stimolo per le nuove generazioni.
Promozione e valorizzazione dei beni culturali del territorio. So che sono state organizzate, nel frattempo, delle iniziative. Ce ne può parlare?
La Fondazione si è data delle linee strategiche. Ora entrerà nel vivo delle attività in questa ultima parte dell’anno. Abbiamo assunto la promozione, intanto, delle iniziative culturali all’interno dei soci della Banca. Come ad esempio le borse di studio che tradizionalmente portiamo avanti, ormai da tanti anni. Ora saranno interamente curate dalla Fondazione. Ci apriremo ulteriormente all’esterno, tante saranno le iniziative in favore del territorio. Come è stato ben detto, la valorizzazione non è solo del patrimonio della Banca ma anche del patrimonio del territorio siciliano. L’abbiamo chiamata Fondazione Sicana con riferimento anche alla nostra terra e pure alla denominazione della Banca.
Uno sguardo peculiare è rivolto ai giovani, vero?
E poi una particolare apertura, come accade da sempre, la dà ai giovani. I Giovani Soci della Banca, in prima battuta. Abbiamo una bella associazione di giovani.
Nelle scorse settimane c’è stata la lodevole e interessante iniziativa, quella denominata Book Sharing. Come è andata, presidente?
In italiano viene tradotta come “condivisione del libro”: è una bella iniziativa e siamo stati i primi, a Caltanissetta. Siamo orgogliosi. Sta avendo grande successo. In sostanza è un angolo, un corner detto in inglese. La Banca ha alimentato questo angolo con dei libri, libri donati dalle librerie della città… Un patrimonio iniziale, di varia natura e tipologia. Vengono messi a disposizione, in questo angolo, a chiunque, i vari testi. In qualsiasi momento della giornata, gratuitamente. Si può depositare un libro, che magari è stato già letto e prenderne uno. C’è stata una grande affluenza di pubblico. È rivolta a tutti. Molto bella la presenza dei giovani che fanno scambio di libri. Abbiamo trasformato un bancomat in un dispensatore di cultura. Lavora più ora che quando era bancomat (ride, ndr).
Intendete replicare altrove?
Una bella iniziativa che vogliamo replicare nelle altre piazze dove siamo presenti come Banca.
Un ulteriore strumento di cultura al servizio della collettività. La Fondazione Sicana ha sicuramente un suo organigramma: come è strutturata? So che lei è il presidente…
L’unico socio è la Banca. È il punto di riferimento per la Fondazione. È formata da cinque amministratori, fra i quali un presidente che sono io. C’è un filo diretto con la Banca. Gli altri quattro componenti sono rappresentanti soci del territorio. Abbiamo un componente della piazza di Serradifalco, la dottoressa Cettina Blando, un rappresentante di Sommatino, il dottor Luigi Galanti, uno di Sambuca di Sicilia, il professor Enzo Randazzo, e uno della piazza più complessiva di Caltanissetta, il dottor Andrea Piraino (vice presidente).
Se non ricordo male, il direttore generale della Banca Sicana, Michele Augello, funge da segretario…
Sì, il direttore generale Michele Augello fa da segretario, per quel collegamento tra Fondazione e Banca. Un filo diretto, un collegamento. Da qualche mese, dunque, si vedono in coppia i due loghi.
Come nasce il logo della Fondazione?
Il logo della Fondazione s’ispira alla leggenda di Colapesce, un personaggio mitico della Sicilia e non solo. È certamente legato alla nostra terra. La leggenda vuole che Colapesce fosse un pescatore che si immergeva in apnea, quindi capace di andare a prendere fauna, oggetti, a profondità fuori da comune. Un giorno, dopo un’immersione, non è più riemerso. È rimasto nelle acque della Sicilia. La leggenda vuole che Colapesce si rese conto che la Sicilia, poggiando su tre colonne, in realtà vacillava perché una delle colonne, diciamo, non era in un buono stato. Quindi ha sacrificato la sua vita per reggere la Sicilia.
E vi siete ispirati a questa leggenda…
Sì. Noi ci siamo ispirati a questa leggenda siciliana, per elaborare il nostro logo. È una colonna ripartita con tre sotto colonne perché abbiamo voluto, idealmente, rappresentare il ruolo della Fondazione Sicana come un ruolo di sostegno per la Sicilia, per la nostra terra. Sostegno culturale, di valorizzazione del patrimonio storico, artistico, letterario non solo della Banca ma di tutto il territorio siciliano al quale la nostra Fondazione si rivolge.
Da un anno e mezzo, siamo stati travolti dalla pandemia. Adesso ci sono spiragli di ripresa. Tuttavia, la Banca non si è mai fermata. Si è organizzata ed ha erogato i suoi servizi in favore della collettività e della sua clientela. Qual è, oggi, lo stato d’animo?
La Banca Sicana che è banca del territorio non ha fatto venir meno il suo ruolo. Proprio nel momento di maggiore necessità, quello difficile che abbiamo attraversato. Il sostegno l’abbiamo dato sin dal primo momento sia aderendo alle iniziative governative, ma anche con iniziative nostre. Con budget nostri. La Banca ha messo a disposizione della propria clientela una serie di interventi. Abbiamo effettuato diversi milioni di euro di moratorie…
Una cosa, presidente. Magari non può dirlo lei, ma so che la Banca Sicana è intervenuta anche con sostegni di solidarietà in favore del bisogno…
Questo nello spirito della beneficenza, esatto. La Banca non ha fatto mancare la propria presenza. Ma devo dire che il Credito Cooperativo nel suo complesso si è mosso così…
Presidente, per quanto concerne la Fondazione Sicana: quanto tempo rimane in carica l’attuale organigramma?
Il mandato è quinquennale. Il patrimonio della Fondazione mai potrà essere devoluto per fini privati… La Fondazione ha dovuto superare un vaglio a maglie strette, dimostrare alla Regione che…
Non a caso è stata pubblicata sulla Gazzetta regionale…
C’è la pubblicazione sulla Gazzetta, la dotazione patrimoniale minima… Il bilancio della Fondazione viene approvato, annualmente, dal Consiglio d’Amministrazione della Banca. La Fondazione ha la sua autonomia, ma funziona secondo gli indirizzi della Banca. C’è simbiosi e condivisione di obiettivi.
La Banca Sicana ha quindici agenzie nel territorio siciliano. E la sede centrale a Caltanissetta. Qual è lo stato di salute della Banca, nonostante il periodo di gravissima emergenza sanitaria da Co-vid-19?
Questa è una bella domanda. Può sembrare paradossale, pur avendo attraversato – l’economia in generale, meridionale in particolare – un periodo di difficoltà, la nostra Banca in controtendenza sta vivendo invece un momento di rilancio. Sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista patrimoniale. Lo dimostrano gli utili realizzati l’anno scorso: 3 milioni e mezzo di euro di utili netti. Due anni fa, un milione e 700mila euro. E quest’anno non voglio, ovviamente, anticipare… Abbiamo chiuso una semestrale – questo è un dato ufficiale – di tre milioni di euro di utili netti. Abbiamo una ragionevole prospettiva positiva di incrementare questi tre milioni di euro. Sono numeri importanti. Abbiamo incrementato il patrimonio (…).
Questi risultati brillanti, non sono frutto del caso ma di una pianificazione…
Siamo molto soddisfatti. Sono il frutto di una strategia portata avanti in maniera lucida da anni (…).
Un messaggio ai nostri lettori: quali parole consegna al nostro giornale?
Dal punto di vista bancario, abbiamo superato i 40 milioni di euro. Questo anche per dare un dato di patrimonio. Noi, negli ultimi tre anni, siamo riusciti a mettere dentro dieci milioni di euro di patrimonio, che ha rafforzato la dotazione patrimoniale. Questo ci consente di stare tranquilli sul fronte prettamente bancario. La costituzione della Fondazione consente invece di concentrarci e di lavorare sull’aspetto culturale. Aspetto culturale che per la Banca è fondamentale.
Perché, presidente Di Forti?
Noi siamo l’unica Banca che ha interpretato questo marketing cosiddetto culturale. Noi facciamo cultura, eventi, foraggiamo iniziative sul territorio. Abbiamo individuato il marketing con questo taglio culturale.
E il messaggio, infine, che consegna a chi ci leggerà?
Il messaggio che mi sento di dare è quello di stare vicini alla Banca Sicana. Abbiamo la fortuna di avere una banca del territorio veramente sana, attiva, vitale. Soci e clienti devono stare vicini a questa realtà. Una realtà che può fare la differenza. Fa la differenza nella micro-economia locale. Noi facciamo la nostra parte, tutti insieme dobbiamo fare rete. E tutto rimane nel territorio. È ricchezza per il nostro territorio.
MICHELE BRUCCHERI
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