Questo mese, nella rubrica che curo, ho intenzione di parlare di Cinema, e di darvi un consiglio di scelta, per aiutare la ripresa della visione di film in sala.
Koch media presenta I’M YOUR MAN, una produzione LETTERBOX FILMPRODUKTION GmbH commissionata da SWR, dal 14 ottobre al Cinema per la regia di MARIA SCHRADER; protagonisti principali Dan Stevens e Maren Eggert, vincitrice dell’Orso D’Argento 2021 come Migliore Protagonista.
La sceneggiatura è di Jan Schomburg e Maria Schrader; il film, della durata di 102 minuti, si ispira al racconto “Ich bin dein Mensch” di EMMA BRASLAVSKY ed è prodotto da Lisa Blumenberg.
Il tema dell’amore ha influenzato da sempre poeti, filosofi, artisti e sognatori. Il punto di forza di I’m your Man è sicuramente l’aver affrontato il tema sentimentale (universale) ed analizzato – con un sottofondo di ironia ed un taglio comunicativo a tratti tragicomico – quanto spazio la sua assenza abbia nella vita di ogni essere umano, e quanto importante sia il valore dei ricordi (nel bene e nel male).
Tutti aneliamo, in fondo, a trovare l’anima gemella. La regista Maria Schrader, in una maniera forse facilmente ruffiana, ipotizza un incontro possibile tra sentimenti e tecnologia: tra il pianeta terra, popolato da esseri imperfetti, senzienti e talvolta persino arroganti nelle loro presunte verità – ed oleogrammi irresistibili dagli effetti ultravivaci. Centrale nella pellicola, però, è la presenza dell’idealtipico umanoide perfetto (un divertente Dan Stevens), destinato a completare la parte mancante della vita della protagonista (una Maren Eggert che sembra somigliare a livello estetico al personaggio di Dana Scully interpretato da Gillian Anderson nella famosa serie televisiva The X – Files: sarà un caso?).
In particolare, viene evidenziata la difficoltà (questa sì, reale) che hanno certe donne in carriera a conciliare ambizioni e famiglia, tra successi – ma anche fallimenti – nella prima sfera, e rimpianti tardivi nella costruzione della seconda. Un prodotto filmico dalle pretese “sovrannaturali” nel voler spiegare i sentimenti del migliore dei mondi possibili, alla Leibniz.
Punto di debolezza della pellicola: una fotografia anonima, e qualche sviluppo di trama che poteva seguire meno il filone della banalità (finale compreso). Nel complesso, però, il film è piacevole.
Di cosa parla? La trama, in sintesi, è la seguente: Alma (Maren Eggert) è una scienziata del rinomato Museo Pergamon di Berlino, la quale si fa convincere a partecipare a uno studio alquanto particolare al fine di ottenere dei fondi per il suo lavoro di ricercatrice. Cosa dovrà prestarsi a fare? Per tre settimane dovrà vivere insieme al robot umanoide/Dan Stevens creato su misura in base al suo carattere e ai suoi bisogni, e la cui intelligenza artificiale è progettata per essere il suo compagno di vita perfetto.
La morale della pellicola, in sintesi: Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce (Pascal). Meglio vivere assecondando i propri desideri, senza domandarsi più di tanto in quale strano sistema solare del “Pianeta vita” si realizzino. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno (Khalil Gibran).
Sogni, proiezioni, desideri e paure si intersecano, per una pellicola divertente e surreale. Se ne consiglia la visione.
LISA BERNARDINI
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