Pasquale Petix: «Chi ha lasciato la sua terra per trovare un’altra opportunità di vita sa che il paese che l’ospita ha secoli di storia»
A un dirigente, nel variegato mondo della scuola italiana, è venuto in mente di trasformare il Natale in una festa legata all’avvicendarsi delle stagioni. Si è immaginata una più “laica” Festa d’Inverno, da celebrare il 21 gennaio. Per non offendere la sensibilità, di chi non è cristiano, si scomoda “l’inverno” richiamando i miti e le leggende. Ma perché si sente il bisogno di confondere le idee creando un altro problema? Su vicende come queste, in realtà, si nasconde la vera questione sulla quale occorre interrogarsi: forse si confonde la religione con l’identità.
Il cristianesimo è una parte fondante della storia italiana ed europea. Lo sanno benissimo quanti hanno scelto di vivere nelle nostre comunità, nelle nostre scuole pur provenendo da altri paesi, da altre culture e che professano altre religioni. Chi ha lasciato la sua terra per trovare un’altra opportunità di vita o per fuggire dalla guerra o per dare un futuro ai suoi figli, sa che il paese che l’ospita non è caduto dalla luna ma ha alle sue spalle millenni e secoli di storia, di tradizioni, di consuetudini e di feste.
La gran parte di chi ha scelto di vivere tra di noi accetta senza troppe inquietudini – o con irritazione – il nostro stile di vita ed anche le nostre tradizioni natalizie.
A meno che non siamo noi stessi di avere deciso di rinunciare alla nostra “identità” pensando erroneamente di favorire l’integrazione e la convivenza.
PASQUALE PETIX
(Sociologo e Docente universitario)