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Aldo Lalumia riceve una targa (presenta Michele Bruccheri che è con il sindaco Dacquì e con la presidente della Pro Loco)

Aldo Lalumia, in punta di piedi, se n’è andato. Una persona di grande generosità, umile e disponibile. Un professionista della musica tanto serio e sobrio, quanto preparato e rispettato. Un mese fa, inopinatamente, ci ha lasciati. Aveva appena 54 anni. E nel corso della sua esistenza, aveva realizzato un sacco di progetti. Tutti rilevanti e pregevoli.

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Aldo Lalumia mentre suona

Diplomato in flauto, era un polistrumentista abile e virtuoso. Come il fratello Pasquale, mio fraterno amico. Assieme a lui aveva fondato l’associazione “Amici della Musica – Angelo Rizzo”. Contestualmente, la banda musicale omonima (sebbene prima si chiamasse “L’Altra Banda”). Una lunga carriera, dunque, all’insegna della morigeratezza. E della competenza. Aveva partecipato a numerosi concerti, ottenendo successo di pubblico e di critica. Aveva insegnato Musica al Nord, poi nel Nisseno (San Cataldo, Milena e da qualche anno a Serradifalco presso la scuola media).

Dinamico e poliedrico, organizzava una variegata gamma di iniziative di notevole spessore. Concerti con nomi importanti, di fama nazionale e internazionale (elencarli tutti sarebbe pressoché impossibile), raduni bandistici, master class e da assessore comunale – nell’esecutivo municipale guidato dal sindaco Michele Ninfa – aveva promosso alcune edizioni del Festival dei Bambini, in collaborazione con la Pro Loco. Sovente – per non scrivere “sempre” – sono stato al suo fianco, come presentatore. Avrò presentato alcune centinaia di iniziative, in un ventennio di sodalizio con la sua associazione. Esperienze ricche di fascino e indimenticabili. Lui, assieme al fratello Pasquale, mi chiamava frequentemente: “Il bravo presentatore”. Anche Angela, la moglie di Aldo, delicatamente mi chiamava così. Era dotato di francescana pazienza e di singolare pragmatismo, ma anche di pungente ironia. Spesso – il suo sguardo – era avanti rispetto alla massa.

Per i venticinque anni della sua associazione (sei anni addietro), presentai l’evento promosso in via delle Arti. Nonostante fosse sulla plancia di comando, la sua umiltà proverbiale era perennemente un segno distintivo della sua personalità allegra e affabile. Dallo scaffale della mia memoria, prendo due ricordi: l’iniziativa toccante denominata “In memoria del Capitano” per celebrare la storica figura di Salvatore Petix (presidente esemplare del Circolo Artigiani “San Giuseppe”) presso il teatro comunale e il Memorial Maestro Ignazio Vaccari in una piazza gremita. Avevo – come sempre – l’onore e l’onere di presentare queste manifestazioni. Ed era un vero piacere. Il recupero della memoria storica e musicale, legati ai sacri valori della solidarietà (incisi due cd, ad esempio, per devolvere poi il ricavato al Brasile del vescovo Antonino Migliore), erano – sono (e saranno) – i capisaldi dell’associazione guidata, sino a poche settimane fa, da Aldo Lalumia.

Amico di famiglia, prima con i genitori Antonino e Sara (e soprattutto con il fratello Pasquale), poi con la moglie Angela (nonché con i figli Adele e Antonio), conservo davvero una miriade di ricordi, pubblici e privati. Si potrebbero scrivere libri a iosa. Aldo è stato veramente con tutti e per tutti; sempre e con encomiabile generosità. Come meglio si potrà, onoreremo la sua memoria. È stato un vero protagonista della cultura e del territorio. Non sarà dimenticato. E quando sentiremo la “sua” banda musicale suonare, sarà come sentire ancora – possente e profonda – la sua inconfondibile “voce”.

MICHELE BRUCCHERI     

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