“Covid free”: un’espressione che significa ritorno concreto alla normalità, alla nuova e forse precaria normalità. Un nuovo inizio, dopo almeno quattordici mesi di emergenza sanitaria da Covid-19. Più di un anno di pandemia, oltre un anno di danni e di ferite difficili da rimarginare.
Nei giorni scorsi, a più riprese si sono registrate alcune guarigioni a Serradifalco. Portando la situazione epidemiologica ad essere veramente sotto controllo: due pazienti in quarantena domiciliare e due pazienti ricoverati in ospedale, presso il reparto di Malattie infettive. Quattro casi positivi, appena.
Numeri risibili, rispetto a quelli di un mese addietro; allorché, come si ricorderà, Serradifalco ripiombò per la seconda volta, nel giro di poche settimane, nella zona rossa. Zona rossa che significava chiusure di talune attività economiche, con un palese e pesante danno. Ora con questo nuovo quadro epidemiologico, tutto è più tranquillo. Tra non molto, infatti, il paese sarà finalmente “covid free”. Sognare questo momento è giusto, sacrosanto, legittimo.
Da oltre un anno si sono registrati, secondo i dati del sindaco Leonardo Burgio, 245 infezioni. Come dire, un 4% della popolazione ha contratto il Coronavirus. Si sono avute tante guarigioni, oltre 230. Persone che hanno combattuto e vinto contro un virus subdolo e aggressivo.
Purtroppo, in questo lasso di tempo sono anche morte delle persone. Cinque vittime del Covid-19. I decessi sono dolorosi per i familiari, ma anche per la comunità. Soprattutto, quando le comunità sono piccole e c’è una diretta conoscenza, più o meno, con gli sfortunati che perdono la vita e le loro famiglie.
Da qualche mese, il piano vaccinale va avanti e la gente mostra sensibilità, senso civico. Si vaccina senza problemi. Sa che è la soluzione più efficace per debellare il Coronavirus. In tanti si sono recati presso gli hub vaccinali allestiti fuori. Ma in un paio di occasione, oltre seicento persone hanno usufruito del servizio a livello locale.
Ora c’è anche il clima caldo che darà una forte mano. Ma naturalmente, come abbiamo sovente asserito, bisogna stare all’erta e non abbassare mai la guardia. Non bisogna ripetere gli errori del passato.
Ci vuole – ancora un mesetto abbondante, secondo gli studiosi – un po’ di pazienza. Poi, all’aperto, si potrà fare a meno della mascherina che ci accompagna da parecchio tempo e, forse, sarà persino difficile liberarsene. Ormai fa parte di noi! Per ora, però, ne viene consigliato l’uso, soprattutto nei luoghi chiusi.
Oltre alla mascherina, basilari sono il distanziamento fisico e l’igienizzazione delle mani. Sono queste le armi a nostra disposizione per combattere il virus che mostra di essere mutante e pericoloso. “Covid free” tra non molto e speriamo di avere imparato qualcosa da questa terribile epidemia.
MICHELE BRUCCHERI
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