“Vedere i propri versi in un’altra lingua è una bella soddisfazione, l’arabo è una lingua antica e affascinante, mi auguro di raggiungere tanti lettori e che la poesia continui a fare da ponte tra le culture e i popoli”. Con limpido entusiasmo, Michela Zanarella – nativa di Cittadella, nel padovano – risponde alle nostre domande, per “parlare” del suo nuovo libro intitolato “Infinito Celeste”.
La Voce del Nisseno torna a intervistarla a distanza di un anno esatto. Parlammo del suo libro “La filosofia del sole”, comprendente 47 liriche. Scrittrice e giornalista veneta, da diversi anni vive e lavora a Roma. Questa nuova fatica poetica poi vanta la traduzione di Noureldeen A. M. Abdallah. Sollecitata, mi parla anche di Tatyana Zaytseva: è una cara amica che mi ha fatto un dono bellissimo con la sua opera.
Dialogare con Michela Zanarella è sempre stimolante e piacevole. Le sue parole, precise e acute, offrono sempre punti di introspezione e riflessione. “Penso che la poesia sia una risorsa enorme per l’umanità, perché supera barriere e confini, diffonde bellezza – conclude –. In questo periodo di tensioni belliche c’è bisogno di recuperare la comprensione, l’ascolto e il rispetto verso gli altri”.
“La poesia forse non potrà cambiare le cose, ma magari alcuni versi letti e condivisi potranno trasmettere speranza, infondere coraggio. La poesia ci fa sentire meno soli, anche quando tutto sembra perduto”. Quella speranza e quel coraggio, insomma, si respirano già. Perché le parole sono importanti e le sue, quelle di Michela Zanarella, sono carezze all’anima.
“Infinito Celeste” è una tua recente raccolta in arabo. Ce ne parli?
Sì, grazie Michele per l’opportunità che mi dai di parlarne. Questo libro di poesie in edizione bilingue italiano-arabo è stato pubblicato da Universitalia, realtà editoriale che si occupa prevalentemente di testi universitari. Sono molto contenta di aver realizzato questo progetto, perché è il frutto di una bella collaborazione, nata dall’amore per la poesia. C’è un lavoro di traduzione molto accurato, ci sono voluti quasi due anni, ma ne è valsa la pena. Vedere i propri versi in un’altra lingua è una bella soddisfazione, l’arabo è una lingua antica e affascinante, mi auguro di raggiungere tanti lettori e che la poesia continui a fare da ponte tra le culture e i popoli.
Chi ha curato la traduzione?
La traduzione è stata curata da Noureldeen A. M. Abdallah, professore di lingua e traduzione italiano/arabo, arabo/italiano, si è laureato all’Università degli studi di Roma Tor Vergata, è autore, poeta, ma prima di tutto un caro amico. Con Noureldeen sono entrata subito in sintonia, ci siamo conosciuti diversi anni fa e la nostra amicizia si è basata su stima e rispetto. La sua profonda sensibilità mi ha dato l’input per lavorare insieme, ero certa che sarebbe stata un’esperienza emozionante per entrambi.
Noureldeen A. M. Abdallah nell’introduzione scrive: “Ho cercato sempre di rendere chiaro il ‘sentimento’ della poetessa”. Ovviamente nella traduzione, qualcosa si perde. Quanto sei soddisfatta?
Sono molto soddisfatta, perché ci siamo confrontati costantemente, ad ogni espressione, sfumatura, intuizione. Noureldeen è anche un poeta e sa quanto sono importanti le immagini, le metafore, la musicalità. Ha sempre cercato di rispettare le mie intenzioni poetiche, ovviamente ci siamo dati piena fiducia e libertà, credo sia importante affidarsi, cercare di trovare un punto di incontro che soddisfi autore e traduttore. Penso che siamo riusciti a stabilire un’affinità rara.
Questa raccolta è un viaggio nei sentimenti e nelle emozioni. Tra ricordi e luoghi. C’è una poesia che ti rappresenta più di altre e perché?
Come sempre nelle mie raccolte non mancano i sentimenti, i simboli, ciò che mi lega alla mia terra, agli affetti, ai poeti che amo. Ogni poesia mi rappresenta totalmente, ma se devo indicarne una forse è la poesia che dà il titolo all’intera raccolta: infinito celeste.
Ce ne fai dono?
Certamente, eccola.
“Distese e distese di luce / e la voce muta del tempo / che ci chiama a far parte della vita. / Se tutto viene dalla spina dorsale del cielo / l’amore così come il dolore / sono la prova che siamo al mondo / per abituarci al sole e alla pioggia / per imparare ad abbracciare un’alba / ancora prima del silenzio delle nuvole”.
Chi è Tatyana Zaytseva e che ruolo ha avuto?
Tatyana Zaytseva è una cara amica che mi ha fatto un dono bellissimo con la sua opera. Vidi il dipinto ‘Fede’ sul suo profilo Facebook ed è stato amore a prima vista. Mi colpirono i colori, l’intensità espressiva, il tocco delicato, mi sono detta che poteva essere la copertina ideale per il libro. L’ho chiamata, le ho detto che stavo lavorando a una raccolta di poesie tradotte in arabo, le ho fatto la proposta e lei generosamente ha accettato. Sembrava un disegno perfetto, così come l’avevo immaginato. Il resto poi l’ha fatto Nour presentandomi l’editore, Augusto di Universitalia, che subito ha deciso di sostenermi. Tatyana è una pittrice straordinaria e una donna che ama l’arte e la vita. Sono davvero felice di averla coinvolta.
Chi è interessato alla tua raccolta, dove può trovare “Infinito Celeste”?
Il libro si può ordinare nel sito della casa editrice https://www.universitaliasrl.it/il-roseto/3987-infinito-celeste.html e su tutti gli store online, ovviamente chi vuole può contattarmi direttamente, sarò ben lieta di inviare la copia con dedica a chi lo desidera.
Anche se la situazione sanitaria legata al Covid-19 migliora, sarà arduo organizzare eventi in presenza. Come intendi promuovere il libro?
Visto il periodo di pandemia non ancora conclusa gli eventi in presenza sono abbastanza complicati e rari, ma ho avuto modo di fare alcune presentazioni del volume online: l’ultimo evento virtuale è stato con la Biblioteca Laurentina di Roma. Fortunatamente il web ci dà la possibilità di connetterci in rete e di fare promozione. Prossimamente lo presenterò alla Fiera Virtuale del Libro USA, una realtà social internazionale nata in Perù da un’idea di Cesar Salvatierra e Alan Morales, che da alcuni mesi organizzano rassegne di presentazioni di libri unendo continenti lontani, un progetto ambizioso che considero interessante per lo spirito di divulgazione collettiva.
Già nel 2015 avevi pubblicato una raccolta in rumeno. È così?
Sì, Imensele coincidenţe pubblicata da Bibliotheca Universalis. In quell’occasione è stato un po’ diverso, perché non ho mai incontrato personalmente il traduttore, Daniel Dragomirescu. Abbiamo lavorato a distanza. È stato più complicato, perché c’è stata meno interazione, ma ho apprezzato comunque l’impegno e il lavoro che è stato fatto. Non ho avuto nemmeno la possibilità di andare in Romania per la presentazione. Lo considero comunque un tassello importante del mio percorso. La raccolta contiene poesie dal valore universale, dove le emozioni, la natura, gli elementi e gli affetti diventano stimolo di riflessione per una riscoperta dei valori dell’esistenza. È stata la mia prima esperienza editoriale fuori dai confini nazionali e ne ho un bel ricordo. Essere letti altrove fa sicuramente piacere.
E tre anni dopo, per non farti mancare nulla, ne hai pubblicata una in inglese: è vero?
Nel 2018 è uscito ‘Meditations in the feminine’ con le traduzioni in inglese di Leanne Hoppe, pubblicato da Bordighera Press. Con Leanne la storia è ancora più particolare: lesse alcune poesie dal mio blog, ne rimase colpita. Decise di scrivermi una mail. Lei si stava laureando alla Boston University. Insieme alla sua insegnante di italiano scelse di lavorare su alcuni miei testi. Poi è venuta a Roma a conoscermi. È stata una vera emozione e mai avrei pensato che potesse accadere. Dal nostro incontro sono seguite tante mail e una fitta corrispondenza. Tra le mie raccolte pubblicate in Italia decise di tradurre ‘Meditazioni al femminile’ uscita nel 2012. Dopo quasi due anni di lavoro e varie revisioni, arrivò la raccolta in edizione bilingue italiano-inglese ‘Meditations in the feminine’, un sogno diventato realtà. Il libro raccoglie 66 poesie di riflessione e ‘meditazione’ sull’esistenza e i sentimenti dal respiro universale, in relazione con gli elementi che regolano la vita sulla terra. È un canto intimo e sincero, dove la poesia è in continuo movimento.
Raccolta in arabo, prima ancora in rumeno e poi in inglese. Tu naturalmente scrivi in italiano. Ecco, la forza della scrittura e delle lingue. La potenza della poesia. Soprattutto in questo periodo bellicoso, mi riferisco alla guerra tra Palestina e Israele. Cosa può fare la Poesia per debellare la violenza e le guerre?
Penso che la poesia sia una risorsa enorme per l’umanità, perché supera barriere e confini, diffonde bellezza. In questo periodo di tensioni belliche c’è bisogno di recuperare la comprensione, l’ascolto e il rispetto verso gli altri, la poesia forse non potrà cambiare le cose, ma magari alcuni versi letti e condivisi potranno trasmettere speranza, infondere coraggio. La poesia ci fa sentire meno soli, anche quando tutto sembra perduto. Kahlil Gibrab scriveva: “La poesia è il salvagente / cui mi aggrappo / quando tutto sembra svanire. / Quando il mio cuore gronda / per lo strazio delle parole che feriscono, / dei silenzi che trascinano verso il precipizio”.
MICHELE BRUCCHERI
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