di MICHELE BRUCCHERI – IN PRIMO PIANO. Una lunga e gloriosa storia, di poco più di un secolo (istituita nel lontano 1914). Dal 2003 la guida il dottor Marco Granata. In esclusiva, un prezioso documento
Questa è la storia di una farmacia che sa coniugare sapientemente tradizione e innovazione. La Farmacia Madrice di Serradifalco ha superato da un pezzo il secolo di vita. La prima sede farmaceutica del paese, infatti, venne istituita nel lontano 1914. Sulla plancia di comando, da qualche anno, c’è la quarta generazione, rappresentata egregiamente da Marco Granata, il “dottor Marco”, come molti in paese lo chiamano (è allergico al “lei”).
Sposato con Alberta Latteri, 39 anni (quest’anno raggiungerà i mitici “anta”), padre di due figlie – Beatrice di 4 anni e Benedetta di 2 -, si è laureato in Farmacia il 3 aprile 2007, presso l’Università degli Studi di Catania. Il logo, semplice e intrigante, simboleggia il forte legame tra antico e moderno. “È una croce verde contenente capsule – dichiara al cronista -, fiale, siringhe, compresse e altre forme farmaceutiche e dispositivi a noi familiari, insieme a utensili e rimedi antichi quali mortai, pestelli, foglie”.
Una moderna farmacia dalle antiche tradizioni, dunque. È lo slogan che “campeggia su tutto ciò che riguarda la Farmacia Madrice di Serradifalco”, prosegue Marco Granata. L’ultima ristrutturazione risale al dicembre 2008. Ma facciamoci raccontare tutto da lui, in questo viaggio anche della memoria. “Entrando in farmacia – spiega –, l’arredo rispecchia fedelmente questo accostamento, quasi fosse un ricercato ossimoro: arredamento tecnico e colori da farmacia del futuro si sposano con antichi mobili di famiglia dei primi del ‘900”.
Quella che oggi si chiama Farmacia Madrice, in onore della Chiesa Madre di Serradifalco e della piazza antistante, era un tempo una piccola farmacia ubicata in via Crucillà 53, “ove venne istituita nel 1914, come prima sede farmaceutica”. Fondatore fu Paolino Arnone, bisnonno dell’attuale titolare. Nel 1951 poi, “la titolarità passò a Maria Rosa Gianna, mia nonna materna”, evidenzia il dottor Marco Granata, la quale trasferì la sede nei locali di via Duca 67 – dove si trova oggi – nel 1970. Poco più di mezzo secolo fa.
Alla morte di “Nonna Rosa”, più precisamente un mese dopo (18 marzo 2003), ha preso in mano le redini della farmacia il nipote, Marco Granata, che nel febbraio 2010 diventa titolare di quella che nel frattempo si era trasformata nell’attuale Farmacia Madrice, che tutti i serradifalchesi e non solo conoscono. “Questo breve excursus storico – sottolinea opportunamente – per far comprendere che dietro queste aride date c’è, in realtà, la storia di una famiglia di farmacisti, da quattro generazioni”.
Il “dottor Marco”, come abbiamo accennato all’inizio, giovanissimo, a solo un anno dalla laurea ha coraggiosamente investito “in questa piccola farmacia di un paesino nell’entroterra siciliano, chiamando una rinomata azienda specializzata in farmacie per effettuare una ristrutturazione profonda, completata in sole due settimane, tanto che in paese molti pensavano si trattasse della allora famosa trasmissione televisiva ‘Il treno dei desideri’”.
Oggi Serradifalco può contare, quindi, su una farmacia di quasi 200 metri quadri, che non ha nulla da invidiare alle grandi farmacie di città, come testimoniano anche i vari articoli comparsi sulle riviste di settore, le cui prime pagine, riportano – ancora oggi – immagini della Farmacia Madrice. “La farmacia è una azienda, ma anche una creatura – afferma il dottor Granata -, che ha pure dovuto attraversare momenti di criticità. Come quello che stiamo attualmente affrontando tutti e mi riferisco all’emergenza Covid-19”. Certamente, la farmacia durante questa spaventosa pandemia ha assunto un ruolo importante e nevralgico. Quando tutti chiudono, uno dei pochi conforti per la popolazione è il farmacista a cui ci si rivolge, fiduciosamente, per una medicina, un consiglio, una delucidazione.
“Gli sforzi per mantenere invariato il servizio sono stati notevoli – prosegue nel suo racconto al nostro giornale -, garantire al personale e all’utenza massima sicurezza, cercare di stare al fianco dei più bisognosi, mantenere sempre gli ambienti sanificati e continuare ad operare, con professionalità e competenza…”. Ma anche con generosità, signorilità e sorrisi confortanti, aggiungiamo noi parafrasando un documento storico e di rara bellezza che tra poco presentiamo ai nostri lettori.
Siamo riusciti a scovare un prezioso documento e oggi, per la prima volta, nero su bianco diventa patrimonio di tutti. In occasione dell’inaugurazione – a seguito della ristrutturazione della farmacia -, nel dicembre 2008, la mamma di Marco Granata, la dottoressa Mariolina Arnone, avrebbe voluto parlare. Ma la forte emozione per la storica occasione la portò a desistere. Abbiamo trovato i suoi appunti, scritti a mano su fogli rubati ad una vecchia agenda, e riavvolgendo il nastro dei ricordi, oggi, tramite questo inchiostro rendiamo eterno quel momento.
“Sono qui a rappresentare il passaggio di due generazioni. Sono infatti figlia devota e riconoscente del dottor Arnone e della dottoressa Gianna, per molti di noi Do Gigino e Signora Rosetta, che sono la storia di questa farmacia e al contempo, sono mamma di un giovane dalle capacità straordinarie che ho educato nel rispetto delle tradizioni e che nelle tradizioni ha creduto e investito: lui sarà il futuro di questa farmacia”, è l’inizio della lettera.
“Il 5 dicembre 2008 abbiamo salutato con commozione la vecchia farmacia che è stata per noi il sole che ci ha illuminato e riscaldato – annota -. Sono parole che ha scritto con semplicità e grandissimo affetto una creatura di questa farmacia, la signora Anna Maria Allegro. A lei il mio più caro, personale ringraziamento per la sua dedizione, per la sua fedeltà e per il suo smisurato affetto. La vecchietta è diventata adesso uno splendore e di certo risponderà alle aspettative di tutti noi”.
“Sento il dovere di ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato ciascuno per le proprie competenze in questa gestione. Un ringraziamento va a tutti i collaboratori che si sono avvicendati, allo Zì Totò Difrancesco, che ha lavorato per noi tutta la sua vita, al signor Lillo Ricotta, fedelissimo, a Franco Papa, al dottor Curione che è rimasto per tanti anni in momenti difficili e tutti gli altri e per ultimo, ma solo cronologicamente parlando il dottor Villari, che grazie alla sua testardaggine e competenza, ha incoraggiato e supportato Marco nelle innovazioni tecnologiche di questa farmacia” (al team si è poi aggiunta l’insostituibile Alexandra, assunta nel gennaio 2009, ndr).
“Grazie al Prof. Puglisi e al Dott. Pilato che sono stati i maestri di mio figlio. Grazie all’impresa dei fratelli Trusso, fatta di professionisti seri e capaci, grazie all’Ingegnere Venti per i suoi preziosi suggerimenti, all’Arch. Giardini con la sua splendida Ekofarma. Grazie a Peppe Amico, per il coraggio e l’ottimismo che non ha mai smesso di trasmettere a Marco. Un pensiero a coloro che non sono più qui con noi, ma sono stati e saranno sempre il nostro punto di riferimento: i miei genitori; loro sarebbero stati felici di essere qui con noi. Loro, dicevo prima, sono la storia di questa farmacia: hanno dato esempi di professionalità, di competenza, ma anche di signorilità e sorrisi confortanti”.
“Questa, Marco, è l’eredità più bella e importante che ti hanno lasciato; a 26 anni hai già dato modo di essere degno di questa eredità – si conclude il pregevole documento -. A te gli auguri più cari e una vecchia cantilena per te sicuramente ripetitiva (te la recito da quando frequentavi la scuola materna): è una mamma rondine che sprona il suo piccolo affinché spicchi il suo primo volo (Apri la tua ala al vento, / Aprila tutta intera / E lanciati in avanti – tradotta dal francese)”. In queste vibranti parole, la fierezza di una mamma per il figlio professionista capace e lungimirante. Questa è la gloriosa storia della Farmacia Madrice. Una perla di cui essere orgogliosi per ciò che è stata e per ciò che sarà. Raccontare questa bella realtà, è preservare la memoria per avere – sempre a portata di mano – il futuro.
MICHELE BRUCCHERI