“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, che non giovi a un nobile scopo” (Adriano Olivetti).
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 23, 1948
< Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale >.
Il Socialismo: è quel movimento formato da gruppi, partiti che si organizzano verso un obiettivo di un nuovo ordine politico in grado di eliminare o almeno ridurre le disuguaglianze sociali attraverso forme di socializzazione dei mezzi di produzione applicati al meccanismo di distribuzione delle risorse economiche. Si parla di Socialismo anche con riferimento alla Repubblica di Platone, il termine sembra sia stato coniato in Francia con P. Leroux dopo la rivoluzione del 1830, in Inghilterra con R. Owen qualche anno prima.
Per il primo era una specie di dichiarazione di guerra contro il liberalismo, una rivendicazione della priorità dello Stato sull’individuo, per Owen rivestiva contenuti più economici e sociali che politici, ponendo al centro la questione operaia. La Festa dei lavoratori nasce il 20 luglio 1889 a Parigi. A lanciare l’idea è il congresso della Seconda Internazionale, che sceglie la data simbolica del 1° maggio in ricordo di una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago l’1 maggio del 1886.
A ratificarla furono i rappresentanti dei partiti socialisti e laburisti europei riunitisi nella capitale francese per il congresso della Seconda Internazionale Socialista. Lo slogan dei lavoratori “8 ore di lavoro, 8 di svago, 8 per dormire” era lo slogan coniato in Australia nel 1855 e condiviso da gran parte del movimento sindacale del primo Novecento. Furono queste le parole d’ordine che aprirono la strada a rivendicazioni generali. E alla ricerca di un giorno in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e affermare la propria autonomia e indipendenza.
“Per noi l’amor di patria si converte, cioè nel desiderio fattivo che la patria nostra abbia ad essere cristiana per essere grande e per continuare degnamente le gloriose tradizioni dei secoli scorsi”.
La prima fase del pensiero socialista è solitamente identificata, sulla scorta di una definizione di K. Marx, nel sogno utopistico. Furono tutti militanti, coinvolti più o meno nella vita politica del loro tempo e del loro Paese. Tra questi, quelli che privilegiarono il momento dell’analisi della realtà sociale, e quelli che considerarono prioritario il momento dell’azione, facendosi oggetto esclusivo dei loro sforzi intellettuali. Nelle loro dottrine prevalgono dunque il rifiuto dell’esperienza rivoluzionaria, la fiducia nel progresso dell’umanità, l’esaltazione della scienza positiva come unico metodo per risolvere efficacemente i problemi sociali.
Le loro analisi si svolgevano prevalentemente in termini economici, politici e giuridici-costituzionali. L’obiettivo non era quello della migliore forma di governo, ma quello del miglior sistema di organizzazione sociale, informato ai criteri di rappresentanza meritocratica ed ai principi dell’autonomia. Dall’altra parte troviamo invece l’ala radicale del socialismo utopistico. C’è dunque fin dalle origini, nel movimento socialista, una duplicità costitutiva mai risolta: un’anima laica, pluralista e moderata; un’altra gnostica, dispotica e radicale, che già da allora si riconosce più nell’etichetta del comunismo che del socialismo.
Nel frattempo in Inghilterra, per opera di R. Owen, le idee maturavano nella tradizione filosofica dell’empirismo inglese, della duttilità e del pragmatismo. Occorreva un progetto ponderato che si occupasse di tutti gli aspetti, dalle condizioni di lavoro alle condizioni di vita della classe operaia, mediante metodi educativi e filantropici. Con Owen si accettò di porre un’argine alla discesa dei salari ai livelli minimi di sussistenza, attraverso le < Trade unions >, libere associazioni fra lavoratori.
Con K. Marx e F. Engels il socialismo raggiunse la piena maturità intellettuale e politica. Tracciarono le linee portanti del socialismo scientifico, in quanto solo un’analisi scientifica dei rapporti economici poteva consentire di elaborare un programma di azione rivoluzionario del proletariato in lotta con la borghesia per l’attuazione del socialismo. Nel tempo influirono, tre eventi: la nascita del Partito Socialdemocratico Tedesco, la Prima Internazionale e la Comune di Parigi. Dopo Lenin seguirà la storia delle idee e delle esperienze politiche del socialismo nel secondo dopoguerra e si fonde con la trasformazione dei sistemi democratici nella struttura del welfare state.
ll 1 maggio 1915, la giunta direttiva centrale dell’Unione popolare, di cui Sturzo era segretario, pubblicò un appello nel quale spiegava la causa della pace approvando la < vigile neutralità > decisiva del governo italiano, nella speranza che i diritti e le aspirazioni della Patria si possano attuare senza il grave olocausto di giovani vite.
«…i vantaggi della vittoria conquistata con immensi sacrifici, fatti per la difesa dei diritti dei popoli e per le più elevate idealità civili, come è imprescindibile dovere di sane democrazie e di governi popolari trovare il reale equilibrio dei diritti nazionali con i supremi interessi internazionali e le perenni ragioni del pacifico progresso della società».
My friends anche il 2021 sarà per la seconda volta un 1° maggio tra crisi economica, cassa integrazione e smart working, in tempo di Coronavirus, sarà davvero atipico. Ma lo vogliamo festeggiare, nonostante tutto, con le citazioni, gli aforismi, frasi celebri sul mondo del lavoro, tra riunioni virtuali su Zoom e qualche nota ironica che strappi un sorriso… A presto!
FELICIA ISABELLA BUTERA
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“IL GIORNALE DEVE AIUTARE A CONOSCERE MEGLIO LA REALTÀ, A RICONOSCERSI COME COMUNITÀ”