Un libro che ci fa conoscere di più e meglio una bella figura: quella di Giacomo Cusmano. E il merito va all’arciprete di Serradifalco, don Biagio Biancheri, che ha pubblicato un volume intitolato semplicemente ed eloquentemente “La carità cittadina. Chiesa e società in Giacomo Cusmano” (Centro Studi Cammarata – Edizioni Lussografica).
La quarta di copertina dà le dritte di questa interessante pubblicazione. “In questo volume è illustrato il senso della ‘carità cittadina’ di cui fu fautore, nella Sicilia ottocentesca, il beato Giacomo Cusmano”, si legge.
“L’espressione indica la dimensione civica dell’opera assistenziale del Boccone del Povero, fondato a Palermo dal giovane medico divenuto prete. Cusmano ne parlava scrivendo a sindaci e prefetti, ma anche ai parroci dei paesi in cui erano operative le case delle sue suore, e alle stesse superiore di quelle case, per chiarire loro con quali argomenti dovevano pretendere la collaborazione delle autorità civili e delle amministrazioni locali”, prosegue don Biagio Biancheri.
“Il Boccone del Povero, infatti, aveva bisogno della sponda leale e disinteressata dei municipi e delle prefetture, dato che le collette cittadine, non sempre portavano nelle dispense delle suore, il necessario preventivato. I poveri, in quest’ottica, non erano più considerati come una componente sociale marginale o addirittura da emarginare”, continua.
L’arciprete di Serradifalco evidenzia: “In un volantino distribuito a Palermo e in altre città o paesi dove operava il Boccone del Povero, Cusmano – rivolgendosi all’intera cittadinanza – chiamava i poveri ‘nostri concittadini’ oltre che ‘nostri fratelli’. Da questo loro ‘status’, di esseri umani e cittadini, come tali dotati dei diritti di ogni altro essere umano e cittadino, deriva ‘in noi il sacro dovere di soccorrerli’ e ‘in loro il diritto di chiederci almeno il necessario per la vita’”.
E conclude: “Senza voler evocare qui il concetto di reddito minimo di cittadinanza di cui oggi molto si parla in Italia, non possiamo non apprezzare il senso civico e la lucidità politica di queste affermazioni, peraltro argomentate da Cusmano con stile laico, sebbene ispirato dalle esigenze evangeliche. Per lui la carità era e doveva essere un vero e proprio regime sociale, normato dal criterio del bene comune oltre che dall’amore fraterno”.
Domenica scorsa, sul sagrato della Chiesa Madre, frattanto, un musical a cura del gruppo teatrale “Madre Teresa” di Campofranco ha raccontato la storia di questa figura eminente ed affascinante. Un musical intenso, emozionante e commovente, ideato e scritto da don Vincenzo Giovino.
Il libro di don Biagio, nero su bianco, racconta dunque la storia di Giacomo Cusmano. L’arciprete di Serradifalco (in precedenza è stato a San Cataldo e a Sutera, prima ancora in altre località della diocesi nissena) ha scritto e pubblicato altri volumi. Un’attività divulgativa per evangelizzare.
MICHELE BRUCCHERI
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