di MICHELE BRUCCHERI – L’EDITORIALE. Nel dicembre 2009 è nata la sezione che vanta – nel sito del giornale – circa duemila articoli. Interviste esclusive del nostro direttore. Un fiore all’occhiello
Decima candelina per la sezione Incontri de La Voce del Nisseno (versione online). Nel 2009, infatti, inaugurai questa importante e preziosa rubrica. Andava di pari passo sul sito del nostro giornale e sul mio profilo MySpace. Si trattava e si tratta ancora di “Incontri per raccontare e sapere”. In dieci anni abbiamo pubblicato quasi duemila articoli, prevalentemente mie interviste esclusive. Pezzi che – per la maggior parte – non sono mai stati inseriti nella versione cartacea. Vivono soltanto in rete e godono di ottima salute.
Negli ultimi due anni, grazie anche a pregevoli collaborazioni (colleghe di spessore), si è registrata un’ulteriore crescita, quantitativa e qualitativa ovviamente. I nostri fedeli e attenti lettori troveranno sempre notizie di qualità, di notevole pregio. Il famoso “copia e incolla” non abita nel nostro sito web. Come scrissi qualche anno addietro, Incontri “è indubbiamente una miniera di conoscenza. C’è il talento, c’è la persona e c’è il personaggio”.
Non serve snocciolare freddi numeri e nomi sterilmente. Chi conosce il sito web del giornale e questa prestigiosa sezione, sa di cosa si parla. Chi non lo sa, sia animato da intelligente curiosità e visiti la nostra casa digitale. Troverà pane per i propri denti! Una sterminata galleria di persone e di personaggi. A corredo del nostro editoriale, c’è un collage con persone che abbiamo incontrato nel corso degli anni. È un modo per sfogliare, anche noi, l’album dei ricordi. È controllare, inoltre, che quel patto con il territorio continua, tra alti e bassi. Per via della persistente e cocciuta crisi economica.
Siamo sempre stati padroni dei nostri gesti e delle nostre parole. Lo sono stati anche i nostri interlocutori che hanno impreziosito vieppiù questo spazio elettronico. La rete, se usata bene, è una grande risorsa. Noi, in questi dieci anni, ci siamo arricchiti oltremodo culturalmente incontrando e intervistando musicisti, scultori, giornalisti, scrittori, poeti, attori, insegnanti, cantanti… Tutti artisti e persone “di grandissimo calibro”, “di notevole spessore umano”, per citarmi nuovamente e per questo mi scuso.
Questa sezione del nostro giornale è veramente uno spazio informativo di notevole importanza. È una ricchezza di inestimabile valore culturale. È quel sapere e quel sapore che dà prestigio ad un organo di stampa che non si limita – purtroppo ciò accade sempre più spesso – alla banalità e/o superficialità delle notizie. Dieci anni di Incontri, dunque, sono un bel traguardo. Ma diventa pure un nuovo inizio. Da parte nostra ci sarà la ferrea volontà di andare avanti, nonostante le subdole insidie e le varie difficoltà. Con il solido sostegno dei nostri cari lettori e degli inserzionisti lungimiranti si può e si deve vincere questa dura sfida. Non siamo né autoreferenziali, né autocelebrativi. Ben lungi da noi. Abbiamo sempre parlato con garbo, educazione e intelligenza. Merce rara, oggi. Anche se qualche volta diamo fastidio, bisognerà farsene una ragione!
Soffiamo su questa decima candelina della rubrica Incontri. Grandi soddisfazioni ci dà e ci darà, speriamo. Idealmente, una fetta di torta e un sorso di spumante a tutti i nostri fedeli lettori. Ci prepariamo al nuovo anno con grinta e fiducia, con rinnovato entusiasmo. A marzo festeggeremo la maggiore età del nostro giornale. Diciotto anni sono un momento topico e importante. Se Dio vorrà, ci saranno belle sorprese. Chi vivrà, vedrà!
Qui terminerebbe il nostro editoriale. Ma siamo alle porte del Santo Natale e, oggi, con gioia vogliamo donare ai nostri lettori questi splendidi versi di Martha Medeiros:
TU SEI
Tu sei i giocattoli con i quali hai giocato,
il dialetto che hai parlato,
tu sei i nervi a fior di pelle durante
i test di ammissione all’università,
i segreti che hai portato dentro di te,
tu sei la tua spiaggia preferita,
Garopaba, Maresias, Ipanema,
tu sei la rinascita dopo
un incidente scampato,
quell’amore confuso che hai vissuto,
il discorso serio che hai avuto
con tuo padre,
tu sei ciò che ricordi.
Tu sei la nostalgia che senti
di tua madre, il sogno rotto
quasi sull’altare,
l’infanzia che ricordi,
il dolore di non esser riuscito con certezza,
di non aver parlato
al momento giusto,
tu sei quello che fu amputato
nel passato,
l’emozione di un frammento di libro,
la scena della strada che ti ha strappato lacrime,
tu sei ciò che piangi.
Tu sei un abbraccio inaspettato,
la forza data all’amico che ne ha bisogno,
tu sei il pelo del braccio che si rizza,
la sensibilità che grida, l’affetto
che scambi,
tu sei le parole dette per aiutare,
le grida sbloccate dalla gola,
i pezzi che unisci,
tu sei l’orgasmo, la risata, il bacio,
tu sei ciò che tu sfoghi.
Tu sei la rabbia di non esser riuscito,
l’impotenza di non riuscire a cambiare,
tu sei il disprezzo per gli altri che mentono,
la delusione per il governo, l’odio che tutto ciò crea,
tu sei chi rema,
chi stanco non rinuncia,
tu sei l’indignazione per i rifiuti buttati dall’auto,
l’ardere della rivolta,
tu sei ciò che bruci.
Tu sei quello che rivendichi,
ciò a cui riesci a dare origine tramite la tua verità e la tua lotta,
tu sei i diritti che hai,
i doveri ai quali ti obblighi,
tu sei la strada sulla quale corri indietro,
strisci, apri varchi, cerchi,
tu sei ciò che difendi.
Tu non sei solo ciò che mangi o vesti.
Tu sei ciò che pretendi, riunisci, scarabocchi, tracanni, godi e leggi.
Tu sei ciò che nessuno vede.
MICHELE BRUCCHERI